XXXVII

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Sorpresa! Volevo semplicemente ringraziarvi per seguire sempre la mia storia. Ormai siamo arrivati a 7K visualizzazioni e sono felicissima, così come felice che il primo libro abbia quasi raggiunto le 100k visualizzazioni. Siamo arrivati prima in ben quattro classifiche e questo capitolo -come ho già detto- è un ringraziamento da parte mia.

In questo capitolo sono citate molte cose avvenute nel corso di tutta la storia. Se proprio non le ricordate, vi consiglio di rileggere la storia fino al capitolo XI. Se avete dubbi, perché posso capire che sia un po' complesso, non esitate a chiedere.

Buona lettura
Angel💟


Con ancora il cuore che mi palpitava nel petto, feci alzare Damon dal pavimento ed entrambi ci accomodammo sul divano di fronte al camino. Mai avevo visto quel espressione sul suo viso, sembrava essere improvvisamente tornato sulla terra e avesse aperto gli occhi.

Ricordavo che da bambini era molto intuitivo e quando ero arrabbiata con lui, subito si precipitava a casa mia per accettarsi che tutto era tornato come prima. Invece, da adulti, non capiva minimamente come mi ero sentita in quei momenti così tristi per me, ma sicuramente non per lui.
«Comincia», dissi, «voglio che parti dal giorno in cui hai deciso di scappare di casa.»

Annuì ed iniziò a torturarsi le mani, lo conoscevo fin troppo bene -o almeno conoscevo le sue vecchie abitudini- per sapere quanto fosse agitato, ma di certo non mi sarei lasciata impietosire.
Si schiarì la voce ed iniziò: «come ben già sai fin da bambino ho sempre odiato la mia vita. Odiavo tuo zio e soprattutto tuo padre, ma con il passare del tempo mi sono arreso e ho messo un'enorme pietra su tutto ciò che mi tormentava. Pietra che è stata tolta in una notte di giugno, due settimane prima di decidere di scappare. Dopo cena, nella mia camera trovai un uomo -Stephan-, è colui che in ritengo mio capo. Mi parlò di mio padre e della molteplicità di queste strane creature, che sembrano evolversi sempre più. Mi disse che da solo non c'è l'avrebbe fatta a mandare avanti un esercito e che il nostro mondo era in pericolo. Decisi di seguirlo per proteggere te, anche se sapevo che ti avevo ferita innumerevoli volte a causa del mio comportamento. L'unico modo per essere in pace con me stesso, era riuscire ad allontanarti da me. Quindi decisi di seguirlo e nel primo mese suo figlio Luke -l'uomo che hai visto quando ti ho rapita- mi allenò. Quell'allenamento posso dire sia stato la mia rovina, non solo mi rafforzò fisicamente, ma mi azzerò le emozioni e i ricordi; mi trasformarono in un'arma pronta ad uccidere tutti.
Le cose cambiarono quando Stephan mi parlò dei Legami e fece il tuo nome. Non puoi capire la rabbia che provai, non... Non ricordavo quasi nulla di noi», si interruppe, portandosi le mani sul viso, strofinandole e sospirando. «Ancora adesso quando ci penso mi vengono terribili mal di testa, è come se la mia mante ti avesse rimossa per proteggere me stesso. Ricordo che osservai le mie mani imbrattate di sangue e decisi che non avresti dovuto far parte della mia vita, fu la stessa sera in cui ti mandai una rosa. Ricordi? La rosa nera durante la cerimonia dei tuoi. Provavo così tanta rabbia verso di te, ma soprattutto verso la tua famiglia. Stephan mi convinse a rapirti, ma il mio comportamento nei tuoi confronti non gli piacque per niente. Anche lui aveva un Legame, ma lei fu uccisa dal capo di quelle creature, ecco perché mi continuava a ripetere che eri preziosa-»

«Per questo continuavi a ripetermi che non mi volevi, ma che eri costretto da forze superiori?», chiesi.

Annuì e continuò, «fatto sta che non mi piaceva l'idea di essere destinato a qualcuno. Quando ti permisi di uscire e tu mi baciasti, avvertì qualcosa di strano... Qualcosa che mi spaventò a tal punto da farmi ricordare alcuni momenti passati insieme e a liberarti. Ma la sera che lo feci, dopo aver ucciso una di quelle creature, non fui l'unico a vederti tanto spaventata. Ne ho avuto la conferma solo oggi, quando sono ritornato nella vecchia abitazione, dopo aver fatto alcune ricerche. Stephan è stato fatto prigioniero da un certo uomo di nome Ken. Suo figlio -Luke- si nasconde in una grotta e mi ha spiegato un paio di cose: Ken ha una sorella che lavoraba in una locanda nelle Campagne Dell'Ovest, ammetto di essermi divertito con lei un paio di volte, ma lei voleva di più e quando l'ho ferita è corsa dal fratello. Ken ti ha vista con me e ha visto che ti ho protetta, sa che sei viva e che sei figlia di Abel, colui che ha ucciso i miei genitori. Ken e mio padre erano molto legati e voleva vendicarlo, proprio come volevo vendicarli io-»

«Ken... No, è impossibile! Lui è morto, com'è riuscito a mettersi in contatto con me?»

«Non è morto, si è solo inventato una storiella da raccontarti per metterti contro di me. Non so come abbia fatto a metterti in contatto con te, che io sappia non ha a disposizione una strega e lui stesso non è uno stregone. Prima degli attacchi non sapevo nemmeno quale fosse il suo nome. Non mi ha mai parlato, ma ha capito ben presto che ho intrapreso la strada opposta a quella di mio padre, reprimendo l'odio che provavo per voi.»

«Mi ha detto che ti conosceva bene e che non poteva dire lo stesso di Angel.»

«È stato un bene che non l'abbia conosciuta, o avrebbe preso di mira anche lei.»

Mi passai una mano tra i capelli, «mi risulta molto difficile crederti. Per mesi ho creduto che fossi scappato di casa per vendicarti e adesso mi vieni a dire che non è così, ma che volevi proteggermi; quando mi hai rapita non mi sembrava che provassi chissà quanta protezione nei miei confronti, il pericolo eri tu in quel momento.»

«Ho passato un periodo terribile, ero combattuto con me stesso. Ripeto che Luke mi aveva sottoposto a pesanti allenamenti, che mi hanno totalmente annebbiato la mente; per uccidere, Jane, devi avere mente lucida, non devi lasciare che le emozioni e i sensi di colpa influiscano sul tuo corpo. Quando ti ho rivisto, tutto è tornato indietro, ma per lo più sono tornati i ricordi negativi.»

«Quandi puoi dirmi per certo che anche quando sei venuto qui a chiedere il nostro aiuto, avevi intenzione di proteggere anche noi?»

Lo vedi tentennare sulla mia domanda. «No», sospirò, «non mi importava nulla di voi, volevo solo portare a termine il mio compito... Non mi importava che quel incantesimo ti facesse del male, ma quando... Quando ti ho vista crollare davanti ai miei occhi e come eri scossa, sono riuscito a reprimere quel dannato orgoglio che mi sussurrava ogni giorno di farmi valere. Volevo aiutarti, ecco perché sono andato alla ricerca di Luke-»

«Quando lo hai visto?», lo interruppi ancora.

«Dopo aver udito la voce dei tuoi genitori nella tua camera, avevo già trovato delle risposte -vere risposte- al tuo malessere e volevo accettarmi che realmente fossero quelle. Sono sgattaiolato via dalla finestra e sono andato nell'altro mondo.»

«Quindi Ken mi ha mentito anche su questo, cosa c'è che non va in me?»

«Come già sospettavo», si alzò e si avvicinò al tavolo, prendendo i fogli che vi erano sopra e porgendomeli. «Mi sembrava di aver già visto da qualche parte quella polvere, sin da subito ho pensato che c'entrasse qualcosa. Quella polvere ha un potere assurdo, oscuro, oserei dire. È in grado di assorbire ogni parte sovrannaturale presente in un corpo, non uccide, ma trasforma il soggetto in un essere umano. Ecco cosa ti sta succedendo.»

«Il tuo soldato, prima di farmela ingerire, ha detto che ho tanti poteri, ma sono in un certo senso inutile perché non so usarli», rammentai la sintesi di quel giorno.

«Evidentemente erano le parole di Ken. Ti ha presa di mira per molti motivi. Purtroppo non esiste un incantesimo in grado di-»

«Diventerò un umana», sussurrai, portandomi le mani in grembo e non udendo più ciò che Damon mi stava dicendo.
Non solo la verità mi aveva scossa, ero combattuta con me stessa. Non sapevo cosa fare, cosa dire, tutto ciò che pensavo era: se fossi diventata un'umana, come avrei aiutato la mia famiglia?

Sentimenti Mai ProvatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora