Capitolo 11

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A pranzo io e Joe non parlammo molto…cercando di non dare nell’occhio. A volte mi lanciava occhiatine ed io ricambiavo. Ma ogni volta che parlavamo tirava in ballo Marianna. Scherzava con lei e lei ci stava. La sfotteva e la stuzzicava. No! Non sono gelosa. Solo che…bhe ora che siamo fidanzati queste cose dovrebbe farle con me. ma ora che ci penso lo fa sempre con Marianna.

Comunque ora sono nella mia stanza, mentre sotto ci sono i ragazzi che suonano.

“dai cazzo!”

Dissi a bassa voce.

“vai a parlarle…”

Santa coscienza. Aveva ragione…dovevo andare. Dovevo chiarire. Presi tutto il coraggio che avevo e scesi di sotto andando in cucina. Stava lavando i piatti.

Mi misi sulla soglia della porta che separava la cucina dal salotto.

“m-mamma..?”

Dissi cercando di attirare la sua attenzione.

“si?”

Disse senza staccare lo sguardo dai piatti e continuandoli a lavare.

“possiamo parlare?”

Chiuse l’acqua e prese lo strofinaccio asciugandosi le mani. Dopodiché si sedette su una sedia e mi fece cenno di andare da lei.

Mi incamminai verso di lei,un po' intimorita, e mi sedetti di fronte a quest’ultima.

“ok…”

Cercai di rassicurarmi.

“non devi dire nulla. Hai ragione”

Mi precedette. No…cosa?

“nono…perché?”

Chiesi ingenua…

Sospirò.

“Selene. Hai ragione. Ti sto trattando come mia madre mi trattò. Quando ero in cinta di tuo fratello mi promisi che non sarei stata come lei. Ma questo non successe, cioè, sono come lei. Lei mi costrinse a fare ciò che desiderava , e non quello che volevo io. Non voglio più privarti nulla. Non voglio privarti di suonare. Tu devi. Suonare.”

Disse con calma.

“nono. No questo è sbagliato—”

“no tesoro. È giusto. Devi seguire i tuoi sogni. Non sarò certo io ad impedirtelo.”

Cazzo…non ci potevo credere. Ma dovevo dire anche io qualcosa.

“mamma…mi dispiace. Ti ho trattata malissimo ieri e non sono neanche tornata a casa… non ho risposto alle mille telefonate che mi facevi e…mi dispiace…hai ragione sono all’ultimo anno e dovrei sapere già cosa fare… ma il problema è che non riesco a trovare nulla che mi piaccia…cioè, io non voglio fare l’avvocato…mi piace la musica.”

Abbassai la testa e cominciai a gesticolare nervosamente con le mani.

“non chiedermi scusa. Tu ami la musica…è da quando eri piccola. Non voglio impedirtelo e farò qualunque cosa per darti un futuro da musicista, o cantante…non so! Ma ne parleremo.”

Disse sorridendo. Aveva gli occhi lucidi.

“ooh..no non piangere…comunque ho un lavoro e mi pagano 50 dollari ogni due giorni…”

Il suo viso si illuminò e…non l’avevo mai vista sorridere così…

“oh mio Dio la mia piccola Sel è cresciuta”

Scoppiò a piangere e si alzò… feci lo stesso e ci abbracciammo. Amo questi abbracci madre-figlia.

Guardai l’ora ed erano le sei.

∞Noi siamo infinito∞ [in Revisione] Where stories live. Discover now