Parte 4

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Appena ho finito di preparare tutto, vedo Peter in difficoltà con la pasta,ovviamente me lo aspettavo. Così mi infilo tra le sue braccia porse in avanti vicino alla pentola e gli mostro come deve fare per cucinarla al meglio.
Mette una mano sul mestolo e gira l'acqua con la pasta dall'alto verso il basso.
«Non si fa così idiota»
dico io, spostando la sua mano dal mestolo e mettendocela io, per poi iniziare a mescolare in senso orario mentre gli parlo spiegando meglio.
Ad un certo punto mette la mano sulla mia, e mescoliamo insieme.
Accorgendomi che cerca ancora di ribaltare la situazione sfilo la mano da sotto la sua e mi giro, trovandomi a una distanza quasi inesistente dal suo viso.
Il modo in cui mi guarda Peter è così dolce e profondo.. ma non posso.
Passo sotto il suo braccio e torno al condimento.
Tra una cosa e l'altra finiamo di cucinare e uniamo i componenti, poi mescolo la pasta e la metto a tavola.
Peter invece apparecchia.
«senti Harvey... mia madre pensava di farti andare a trovare tua mamma la settimana prossima, appena si sarà un po' ripresa»
finisco di prendere i bicchieri di vetro e glieli passo, mentre rispondo: «si. Si certo»
«Tutto bene Harvey?»
Non faccio in tempo a rispondere che la porta si apre facendo strada ai genitori di Peter.
«Oh oh!! Che cosa è questa prelibatezza?» dice Jessy.
Io e Peter siamo accanto al tavolo e ci guardiamo imbarazzati.
«Beh.. dovevamo sdebitarci per la colazione perciò ci siamo dati da fare» dice lui.
Dopo esserci scambiati qualche sorriso tutti e quattro ci sediamo a tavola, e mangiamo la pasta, che è venuta piuttosto buona.
Finito il pranzo ne approfitto per parlare a Jessy della visita a mia madre, poi chiedo di alzarmi e vado in camera di Peter.
Mi corico sul suo letto e penso, penso a mia madre e finisco per piangere ancora.
Mi addormento sulle mie stesse lacrime, per immergermi in una di quelle dormite che ti portano via il pomeriggio, come quella di ieri.
Mi sveglio di sera perché avverto qualcuno che mi accarezza il viso e mi tiene per mano: Peter ovviamente.
Sgrano un po' gli occhi e poi mi sollevo, senza mollare la mano di Peter.
Lui mi mette un ciuffo dietro l'orecchio e col pollice mi tira via qualche lacrima asciutta.
«perché sei così dolce con me Peter?»
«Uhm??» dice lui perché distratto dai miei capelli.
«Ti posso fare i grattini?» gli dico. Cambio domanda perché forse è meglio che non abbia sentito.
Peter mi guarda contento e posa la sua testa sul mio petto, per poi coricarsi quasi sopra di me.
Io guardo il vuoto e nel mente accarezzo un po' i suoi capelli.
Qualche minuto dopo sporgo la testa per guardarlo, e mi accorgo che si è addormentato.

Weird love storyWhere stories live. Discover now