Mi alzo svogliatamente dirigendomi in bagno, perché sono quella che tra le due se la cava meglio in inglese? Cioè mia cugina Sam ha il diploma, la laurea, un lavoro in un azienda multinazionale per la quale viaggia spesso, un ex fidanzato Irlandese alle spalle e nonostante questo è negata in inglese ed ogni volta ha sempre bisogno del mio aiuto, ma si può?
Esco dal bagno dopo essermi data una rinfrescata e mi avvio in cucina, dove dieci minuti dopo esatti arriva Sam.
La mattinata è passata abbastanza veloce, io ho fatto tutto il lavoro scritto e lei si è allenata con la pronuncia di alcune parole, credo di conoscere questo discorso a memoria ormai!
Dopo pranzo ha insistito perché l'accompagnassi a scegliere un abito per la convention e malgrado la malavoglia sono andata. Mi ha fatto bene distrarmi, almeno credo, anche se Miryam per una cosa o per un'altra gira sempre tra i miei pensieri.

"Devi andare per forza a lezione? Resta ancora qui con me su cuginetta!"
Devo per forza andare? Si devo, non voglio che lei pensi di avermi buttata giù con le sue parole, anche se l'ha fatto.
"Si, sai quanto ci tengo ad allenarmi!" Mento.
"Si, lo so, dai ti accompagno!" Sorride Sam e si avvia alla macchina, una nuova cinquecento bianca decappottabile, tenendo tra le mani le buste piene di vestiti.
"Grazie!" Le dico salendo in auto.
"Figurati, sono io che devo ringraziare te, se non fosse per il tuo aiuto sarei persa!"
Scherziamo sino all'arrivo davanti la palestra, saluto Sam, prendo la borsa e scendo dall'auto.

Con mia sorpresa non c'è ancora quasi nessuno, quindi posso cambiarmi tranquillamente nello spogliatoio.
Entro dentro e mi cambio il più velocemente possibile, mi do una sistemata ed esco fuori per iniziare a riscaldarmi un po'.
Vedo una figura in lontananza, sembra Miryam, il cuore accelera al pensiero, ma rimango delusa quando mi accorgo che si tratta solo di Marco, un ragazzo che ha il suo stesso taglio di capelli e la corporatura simile.
Una decina di minuti dopo la palestra è già affollata, come quasi ogni lezione di questo turno, mi guardo in torno: siamo in tanti, forse troppi.
Elly sono riuscita a tenerla a bada con delle scuse, tanto era troppo presa di raccontarmi di lei e il suo ragazzo.
Ci sono tutti, da Gabri a Stefania, tutti, tutti tranne lei. Miryam non c'é.
Il suo posto tra Leo e Chiara è vuoto, in palestra non risuona la sua risata e non so perché, ma sento un inspiegabile vuoto dentro.
Facciamo il saluto, il riscaldamento e l'allenamento inizia, ma io con la testa non ci sono.
Perché non è venuta? Forse è colpa mia? Mi sta evitando? E se le fosse successo qualcosa? E se... Basta!
Devo smetterla! Lei non è qui, non è venuta, probabilmente mi sta evitando, ma non m'interessa! O forse si?

"Mary, che ti succede? Stai sbagliando tutto il katá!"
La voce del mio maestro accanto a me mi riporta alla realtà.
"Cosa? Mi scusi, non me ne sono resa conto."
"L'ho notato! Dove l'hai la testa? Certi errori non li hai mai fatti!"
"Si lo so, mi scusi. Posso restare anche per la lezione successiva? Così mi alleno ancora!"
"Si certo, ti fare bene! Svuota la mente, mi raccomando."
Annuisco con la testa e torno ad allenarmi, il vuoto dentro lo sento ancora, ma fingo che non ci sia.
Dieci minuti dopo ci troviamo di nuovo tutti in fila, pronti ancora una volta per il saluto del turno maschile sono già tutti qui.
"Mary hai un'elastico in più?"
"Si, certo". Sfilo uno dei miei elastici per capelli dal polso e lo porgo a Nina.

"Maestro sono ancora in tempo?"
Questa voce! È lei.
Mi volto di scatto e la vedo sfilarsi velocemente le scarpe per poi correre al suo posto.
Sorrido involontariamente, ma allo stesso tempo m'irrigidisco. Non so davvero come comportarmi.
"Yoi ragazzi" la voce del maestro ci mette tutti in riga.
Facciamo il saluto e mentre gli altri si disperdo verso gli spogliatoi, io torno al mio allenamento, lei è qui, ma io devo allenarmi e non voglio distrazioni.
Prendo i guantini e inizio a tirare pugni al sacco, uno, due, sempre più forti, mettendoci sempre più forza, rabbia. Prendo le protezioni e inizio a tirar calci, poi alterno calci e pugni, pugni e calci.

"Ehi, piano che lo sfondi quel sacco così!" Mi volto a guardarla, è accanto a me, sta sorridendo e non so se la voglia che ho dentro è di schiaffeggiarla o di tirarle un pugno in faccia.
"Che vuoi?" Ringhio.
"Parlarti" ammette sottovoce.
"Il tuo stupido gioco è finito ieri mattina!" Le rispondo in un sussurro pieno di rabbia.
"Io non stavo giocando, ti ho mentito!" Ammette e sembra quasi sincera, ma non mi fido. Non devo.
Abbasso lo sguardo, non riesco a guardarla negli occhi, so che mi farebbero cedere.
Il suo braccio sinistro attira la mia attenzione, è diverso dall'ultima volta, ha più bracciali a ricoprirlo, uno in particolare mi colpisce: è di un blu intenso con le righe bianche e due di queste sono macchiate di sangue.
Ho un colpo al cuore, spero non sia ciò che penso.
Focalizzo la mia attenzione su quella parte del braccio, lei lo nota e prova a spostarlo, ma così facendo mi fa vedere involontariamente cioè che non avrei voluto mai vedere. Ha un taglio, ma non uno di quelli lievi, è profondo, lungo circa 5/7 centimetri, nascosto quasi completamente dai bracciali.
Ho un colpo al cuore, un buco alla pancia, non so cosa mia stia succedendo, ma no, non avrei mai voluto vederlo, lei... Lei non può.
"Perché?" Sussurro con la voce che trema alzando lo sguardo e guardandola negli occhi.
Il suo viso cambia espressione quando si rende conto che non sto parlando della discussione di ieri mattina, ma del taglio che ha sul braccio.
Gli occhi le diventano improvvisamente tremendamente fragili, lei diventa improvvisamente fragile, vulnerabile, intimidita, quasi insicura direi.

"Te lo spiego dopo." La sua voce è un sussurro spaesato.
"Perché?" Ripeto a voce leggermente più alta.
"Ti prego, Mary, te lo spiego dopo, a casa, ti prego." Ha gli occhi lucidi, mi sta letteralmente pregando ed io non so se voglio veramente saperlo oppure no.
"Okay". Ammetto sconfitta tornando a tirare i pugni al sacco.
"Hai detto 'a casa'?" Le chiedo voltandomi verso di lei.
"Si, ehm ecco, vorrei che tu venissi a casa mia stasera, cioè ecco, potremmo ordinare una pizza e poi potrei spiegarti tutto meglio, sempre se ti va!" Nella sua voce traspare un'insolita timidezza, le guance che di solito sono bianche le si colorano di una leggera sfumatura di rosa.
"Certo, per me va bene!" Le sorrido debolmente, anche se dentro di me sono felicissima, ma non voglio dare a vedere.
Lei mi sorride, visibilmente sorpresa, ma felice. Devo ammetterlo è incredibilmente bella quando sorride.
Continuo a tirare i pugni, scaricando la tensione, a metà lezione riprendo a riprovare il katà, estraniandomi dal mondo, a fine lezione quando il maestro mi verifica mi sento più che pronta.

"Complimenti Mary! Hai trovato la tua perfezione, eri completamente concentrata! C'era equilibrio tra corpo e mente e sopratutto hai eseguito l'esercizio in modo perfetto, bravissima!" mi dice con la voce fiera di me e vedo Miryam sorridermi da lontano.

La lezione è finita, mi preparo per il saluto, ma visto che aspettiamo che il maestro finisca di terminare di verificare due miei compagni ne approfitto per andare a bere un sorso d'acqua nello spogliatoio.
"Ehi, cos'era quel sorriso?" Elly mi segue dentro guardandomi interrogativa.
"Quale sorriso?"
"Quello che ti ha rivolto Miryam! Lei non sorride mai e sopratutto non sorride mai a nessuno."
Conosco Elly, è una mia amica, ma è anche la pettegola della palestra e non ho la minima intention di parlarle di Miryam con lei.
"Beh non so perché lo faccia, magari le sto simpatica!" Le rispondo frettolosamente, dirigendomi verso fila di ragazzi che si è creata.
Facciamo il saluto, le lezioni per stasera sono ufficialmente finite, mentre gli altri si ammassano negli spogliatoi, io resto fuori, c'è davvero troppo caos per me lì dentro!
Guardo Miryam dirigersi verso di me e sento un'improvvisa ansia prendermi dentro.
E se volesse dirmi che mi ha presa ancora una volta in giro? Che non ha voglia di parlarmi? E se decidesse di annullare tutto?
"Pronta?" Mi rilasso alla sua domanda.
"Veramente devo ancora prendere la borsa, dentro c'è un caos!" Abbasso lo sguardo e solo ora mi rendo conto di quanto io le possa apparire stupida in questo momento.
"Non ti piace la confusione?"
"Ehm no."
"Aspettami qui allora!" Così dicendo sparisce dentro la porta dello spogliatoio, per ricomparire due minuti dopo con in mano la mia borsa e il suo borsone.
"Ecco fatto, ci ho pensato io!" Sorride porgendomi la borsa, se è vero quello che ha detto Elly devo davvero ritenermi onorata di ogni suo sorriso.
Le sorrido in risposta e la seguo verso l'uscita, saluto tutti con un 'Ciao' e un movimento della mano. Non ho voglia mettermi a chiacchierare e poi anche i maestri sono impegnati mi sa, quindi... Poi adesso ho solo voglia di stare con lei, di ascoltare cosa deve dirmi, di capire come si comporterà.

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