21. Quotidianità

Comincia dall'inizio
                                    

Non ho per niente paura, perché so benissimo che se per quanto quegli sguardi possano essere snervanti, nessuno ha mai detto o fatto qualcosa.

Mi siedo al tavolo vuoto, con Leonas al mio fianco, e vedo in lontananza Alger e altri quattro ragazzi arrivare verso di noi.

Sospiro di sollievo, non vedevo l'ora di liberarmi di quella fottuta lettera.

-Tieni- la tiro non appena lo vedo sedersi difronte a me.
-Cos'è?- domanda girandola tra le mani.
-La tua ragazza ha lasciato una lettera ad Alexandra...- gli spiego.

Alger pare confuso -La mia ragazza e Alexandra sono amiche?...- domanda parecchio sorpreso mentre apre la busta con riluttanza.
Alzo le spalle -Da quello che so ha fatto irruzione in casa sua...-

Non ho la minima voglia di fare questa conversazione, sentire il nome di Alexandra mi lascia sempre continui brividi sul corpo, che detesto non poter controllare.
Odio quando qualcuno la nomina.

-Ah questa si che è la mia ragazza...- Alger si appoggia una mano sul cuore mentre vedo Leonas sbirciare da sopra la sua spalla.
-Posso leggere?- domanda mentre mastica un pezzo di pane.
-Ma levati dal cazzo...- sbotta lui spingendolo il più lontano possibile.

Distolgo lo sguardo mentre legge la lettera.
So benissimo che non ci sono scritte cose dolci ma il solo pensiero che una persona ti ami talmente tanto da spedirtela,
mi lascia un po' in soggezione.

Per quanto possa pensare che queste cose siano stupide e sdolcinate ammetto che non sarebbe male provare una sensazione del genere, sentirsi amato.

Leonas alza le spalle, sedendosi accanto agli amici di Alger.
-Io non ho questi problemi ragazzi...sono passato all'era digitale...- mormora abbassando la voce guardandoci uno ad uno negli occhi, come se ci stesse rivelando un grande segreto.

-Che cazzo intendi dire?- domanda John, anche chiamato il rosso, seduto accanto a me.

-Intendo dire che mi sono procurato un telefono...- dice improvvisamente catturandosi l'attenzione di tutti.

-Stai scherzando?-sbotto io, sperando vivamente che si tratti di una delle sue solite cazzate.
-Perché dovrei scherzare?-
mi guarda come se fossi scemo.

-Perché rischi molto...- controbatte Alger, dandomi ragione ma senza smettere per un secondo di leggere la lettera lasciata da Tasha.

-Ma smettetela...non mi beccheranno mai...- nuove un po' le mani.
-È da 4 mesi che c'è l'ho, e non mi sembra che Daniel abbia notato qualcosa, nonostante sia il mio compagno di cella!-
-Perché a me non me ne frega un cazzo di quello che fai...- cerco in tutti i modi di non alzare troppo la voce
-A differenza delle guardie, che non vedono l'ora di prenderti a calci nel culo...-

Se solo dovessero trovare quel maledetto telefono nella nostra cella, saremmo entrambi nella merda.

-Aspetta...aspetta...- un ragazzo di cui non ricordo il nome, si mette in mezzo ad Alger e Leonas -Questo significa che possiamo guardare delle ragazze?- domanda esaltato.
Fin troppo esaltato.
Risulta quasi patetico.

Leonas alza le spalle -Se intendi i porno...io li guardo solo il giovedì, quando riesco a fregare le cuffie dall'aula di musica...-

Difficult HeartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora