Capitolo 1 - The River's Edge

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Nuovo anno scolastico, stesso autobus. Sam aveva lo sguardo perso fuori dal finestrino quando la vettura arrivò a destinazione, fermandosi di colpo e risvegliando la ragazza dalla distrazione. Quando scese dalla vettura, la giovane non si guardò in giro, ma filò dritta dentro la scuola, diretta verso il suo armadietto dove avrebbe depositato la maggior parte dei libri che aveva dentro lo zaino. Le prime lezioni della giornata filarono liscio, non parlò con nessuno e non venne interpellata dagli insegnanti, ma quando, dall'altoparlante della classe di scienze, uscì l'annuncio che Cheryl Blossom avrebbe presto fatto un discorso in onore del fratello morto, le cose iniziarono ad andare storte.

«Grazie per il minuto di silenzio. Molti di voi hanno avuto la fortuna di conoscere di persona mio fratello, ognuno di voi rappresentava un mondo per Jason. Volevo bene a mio fratello, era e sarà sempre la mia anima gemella. Così, parlo con la certezza che solo un gemello può avere. Jason non vorrebbe che noi passassimo l'anno a piangere, Jason vorrebbe che noi andassimo avanti con la nostra vita, perciò ho chiesto al Consiglio di non cancellare il ballo di inizio anno.» disse Cheryl dal centro della palestra della scuola, dove erano stati riuniti tutti gli alunni. Un insieme di schiamazzi e applausi si levò appena la ragazza finì di parlare. Sam non riusciva a guardarla, le memorie dell'estate appena passata continuavano a perseguitarla.

«Piuttosto usatelo come un modo per guarire collettivamente, e onorare mio fratello troppo presto liberato da questo trambusto mortale. Grazie a tutti.» concluse la rossa. Dopo un applauso generale, Sam si alzò dalle scalinate dove tutti gli studenti si trovavano, e andò a prendere lo zaino nel suo armadietto, per poi uscire nel cortile della Riverdale High per il pranzo. Non le interessava nulla del ballo di inizio anno, l'anno prima non c'era andata, e sicuramente non ci sarebbe andata nemmeno questa volta. La giovane si guardò in giro, e vide che non c'erano tavoli liberi, quindi decise di allontanarsi del resto dei ragazzi e sedersi sugli scalini di una delle porte antincendio. Aveva deciso di prepararsi qualcosa da mangiare a casa, per evitare di incontrare i suoi amici, se così li poteva ancora definire, nella caffetteria. Nella palestra aveva visto Jughead con il suo computer, ma aveva subito distolto lo sguardo per evitare che il ragazzo, vedendola, la salutasse. La giovane finì presto il suo pranzo, e presa dalla noia, si guardò in giro. Il suo sguardo venne attirato da Cheryl che si dirigeva al tavolo di Betty Cooper e Kevin Keller, che erano in compagnia di una ragazza che Sam non aveva mai visto prima. Dal modo in cui la ragazza nuova era vestita, si poteva capire che lei e Cheryl avessero molte cose in comune. La campanella dell'inizio delle lezioni pomeridiane suonò poco dopo che la rossa si allontanò dal tavolo. Sam fu felice del fatto di non aver scelto nessuna attività extracurricolare, così, per le 15 e un quarto, era già arrivata a casa.

«Com'è andato il primo giorno di scuola?» chiese sua madre dal soggiorno.

«È andato.» rispose la ragazza, entrando nel soggiorno e vedendo la madre sul divano. La donna aveva i suoi stessi capelli leggermente mossi, ma quelli della ragazza erano di una tonalità più scura, simile a quella del padre quando era giovane.

«E... hai deciso se andrai al ballo questo sabato? Tuo padre mi ha detto di dirti che se ti serve un passaggio te lo può dare lui.» disse ancora la donna.

«Mamma, ti ho già detto che non ci vado.» le rispose Sam, togliendosi lo zaino dalle spalle. «Io vado di sopra.»

Di sopra, la ragazza ci spese tutto il pomeriggio, scendendo solo per cenare. I giorni seguenti, proseguirono allo stesso modo, come una routine. Domenica mattina però, Sam si svegliò con i sudori freddi dovuti allo stress che l'inizio della scuola le aveva causato, quindi, ancora prima di scendere a fare colazione, si fece una doccia. Quando scese le scale per dirigersi in cucina, era già completamente vestita. La ragazza aveva già cominciato a mangiare i suoi cereali quando il led del suo telefono si illuminò. Erano due messaggi da Jughead.

-Hanno trovato il corpo di Jason allo Sweetwater River.- recitava il primo messaggio. Sam si sentì come se qualcuno le avesse dato un pugno nello stomaco, e un senso di nausea la pervase.

-Ci sto andando ora.- diceva il secondo.

«Hanno trovato il corpo di Jason.» disse incredula la ragazza, a nessuno in particolare.

«Dove?» chiese curiosa la madre, seduta davanti a lei.

«Allo Sweetwater River. Jughead ci sta andando.» rispose la giovane, con tono più apatico. Non voleva far vedere quanto la situazione la stava scombussolando.

«Quel ragazzo si caccia sempre nei guai. Prendo le chiavi della macchina.» disse il padre della giovane, che era appoggiato con la schiena al frigo.

I tre uscirono di casa, e quando avvistarono l'ambulanza e l'auto della polizia, ci accostarono vicino. Sam uscì dalla macchina con più fretta di quella che voleva dare a vedere, e si diresse verso la riva del fiume. I Cooper, i Blossom, gli Andrews erano lì, insieme a qualche altro compagno di classe della ragazza e ai loro genitori. Tre agenti stavano portando il corpo di Jason dentro l'ambulanza, e Sam non riusciva a distogliere lo sguardo dal tessuto bianco che stava pian piano assorbendo l'acqua rilasciata dal corpo senza vita del ragazzo. La giovane sentì la mano della madre sulla schiena, là dove aveva dei tatuaggi di cui i suoi genitori ancora non sapevano nulla, e si irrigidì. Quando le porte dell'ambulanza vennero chiuse, non poté evitare di tirare un respiro di sollievo. Ricordava ancora il sogno che aveva avuto settimane prima. L'ambientazione era la stessa, anche se il luogo, nel sogno, era meno affollato. Ricordava nitidamente il corpo senza vita di Jason Blossom alzarsi dalla barella, e puntare il dito su di lei.

Outcast Princess | Sweet Pea (in correzione)Where stories live. Discover now