2.

1K 57 8
                                    

"I fall to pieces when i'm with you"

Erano giorni che mi recavo in quel bar alla stessa identica ora, non lo so, era come se ci fosse qualcosa di misterioso lì dentro, qualcosa che mi attirava.
Quel vecchio, Tom, che mi serviva la stessa birra tutti i giorni, nascondeva qualcosa, l'avevo capito da quando gli avevo rivolto parola per la prima volta.

E Venom, quello schifoso parassita, non vedeva l'ora di mangiarlo, infatti aspettava solo un suo passo falso per staccargli la testa a morsi.

Quel giorno uscii più tardi da lavoro -si, ero riuscito a trovarmi un lavoro in un ufficio postale, il mio collega Jack era uno stronzo e proprio quel giorno mi aveva fatto fare il doppio turno- e mi diressi verso il bar.
Appena entrato, vidi non solo che era deserto come sempre, ma anche che Tom non era nella sua solita postazione dietro il bancone.
La prima cosa che mi venne in mente, fu che il locale poteva essere chiuso a quell'ora, ma se così fosse stato, la porta sarebbe stata chiusa.
Forse era in cucina e non mi aveva sentito entrare, sordo come era.
Mi sedetti al mio solito tavolo e aspettai qualche minuto, sperando che arrivasse.

Niente.
Dopo minuti quell'uomo ancora non si era fatto vedere, così stufo mi avviai verso il bancone.
"C'è qualcuno?" Gridai, suonai anche il campanello sul bancone.
Intanto, sulla radio del bar passava una vecchia canzone che rendeva strana l'atmosfera.

"C'è qualcuno?
Voglio solo la mia birra" dissi sperando di non essere preso per pazzo.

Poi li sentii.

Bassi e quasi silenziosi, dei singhiozzi che non potevano appartenere al vecchio pazzo.
Non mi accorsi di aver premuto di nuovo il campanello sul bancone, quando i singhiozzi furono sostituiti dal rumore di lenti e delicati passi.
L'istinto di Venom stava per prendere il sopravvento, potevo percepirlo, stava per venire fuori e per staccare la testa a chiunque stesse per uscire.
La tendina che divideva la cucina dall'interno del bancone, fu scostata e la figura avanzò.

Una ragazza si asciugò le lacrime rimanenti con il dorso della mano, prima di spostarsi una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio.
Quando alzò lo sguardo non solo notai che ero decisamente più alto di lei, ma anche i lunghissimi capelli biondi che le ricadevano sul petto, i grandi occhi color mandorla sgranati per la sorpresa, e le labbra carnose e lucide, ma soprattutto l'aspetto infantile che aveva.

"C-ciao" salutai ricevendo un'occhiata silenziosa.
"Lavori qui? Non ti ho mai vista..."
dissi imbarazzato grattandomi dietro il collo.
"Comunque, c'è Tom?"

La ragazza scosse la testa, e grazie all'udito molto sviluppato del mio parassita, sentii il rumore metallico di una catenina, abbassai lo sguardo e vidi che proprio così, quella ragazza aveva una collana molto piccola argentata sul collo.

"Non è che mi daresti una birra?"

Tre

"Cioè, tre birre intendevo"
Guardai da un'altra parte per evitare che mi guardasse come un pazzo bipolare o come un alcolizzato, quando sbirciai per vedere la sua reazione vidi che il sguardo non era cambiato.
Annuì e scomparve in cucina

Tornai al mio tavolo e aspettai mentre muovevo con agitazione le ginocchia.

Ho fame

"Sta'zitto"
Sussurrai guardando la porta della cucina per vedere se fosse ritornata, non volevo che mi trovasse a parlare da solo.

Ho detto che ho fame

Let The Devil In- Venom Where stories live. Discover now