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«Per oggi basta così. Domani registreremo la canzone insieme. Allenati per favore e fai attenzione a come la canti, ci tengo particolarmente» concluse Yoongi raccogliendo le sue cose.
Non era soddisfatto di come la ragazza aveva interpretato la canzone. Sarebbe stato meglio se l'avessero cantata Seokjin o Jungkook.

Anzi, sarebbe stato perfetto se l'avesse cantata Jimin; ancora non sapeva dove aveva trovato il coraggio per dirgli che la sua voce non andava bene. Cavolo, ogni volta che scriveva un ritornello pensava a come lo avrebbe potuto cantare Jimin ed ogni volta rimaneva stupefatto da come suonasse meglio nella realtà.
Anche se Yoongi sapeva che prima o poi Jimin avrebbe sentito la canzone, voleva ritardare quel momento.

Yoongi non si comprendeva: desiderava che Jimin fosse felice e che, quindi, non avrebbero potuto continuare, ma, allo stesso tempo, l'idea di non poterlo più sfiorare o di vederlo con qualcun altro, lo faceva imbestialire.

Infatti non sapeva quanto sarebbe riuscito a resistergli ancora.
Si ostinava, ma alla fine cedeva e finiva per chiedergli scusa o perdonarlo, mentre lo stringeva tra le sue braccia.
Solo a pensarci, gli venivano i brividi.
Erano stanchi di questa routine dolorosa

Qualcuno doveva finirla.
Qualcuno doveva pur scendere da quel dondolo

A Yoongi giravano in testa le parole della sua stessa canzone.
Forse solo una cosa non amava di quel testo: la parte che aveva aggiunto Slow Rabbit, ovvero: "Se nessuno di noi ha sentimenti, se nessuno di noi stava pensando all'altro..."
Odiava quella parte, perché era una cosa che non sentiva sua e quella era una canzone che descriveva la sua storia. Aveva provato ad opporsi, ma il ruolo di quella canzone implicava la parte più indifferente di una relazione.
Avrebbe davvero voluto sostituirla con: "Se nessuno di noi sa come gestire i suoi sentimenti, se ci facciamo del male a vicenda..."
Ma non quadrava, soprattutto per il manager.
Alla fine, vi aveva rinunciato.

Sbuffò.

Ora doveva chiamare la persona che aveva pensato tutto il giorno e andare insieme a lui a casa.
Uscì dalla stanza, per poi andare in bagno. Fu un attimo e Jimin uscì dal camerino, entrando nella stanza.
Sapeva per certo che Yoongi avrebbe spento ogni luce se fosse andato via.
Entrò in fretta e si precipitò di corsa sugli spartiti.
Fece una foto al testo sul leggio ed agli spartiti tra le pagine del libro di Yoongi.
Per l'agitazione, gli cadde anche il telefono per terra, così si affrettò a raccoglierlo e a scappare letteralmente via.
Il suo cuore pompava forte nel petto, ma aveva la consapevolezza di avercela fatta.

Arrivò correndo in sala prove; all'andata, il corridoio gli era sembrato molto più corto.
Entrò in sala che aveva il fiatone e subito accese lo stereo, facendo partire la musica, come se non si fosse mai allontanato da quella stanza.

Era sfinito dalla breve corsa, dall'ansia e anche da ciò che aveva fatto prima.
Però ballò lo stesso

«Incredibile, tu e Seokjin non fate altro che allenarvi, solo io sfrutto il mio tempo dormendo?»
Jimin si girò e si accorse della presenza di Yoongi, il quale aveva già il giubbotto e la sciarpa addosso e portava la borsa con tutte le sue cose.
Il maggiore si avvicinò allo stereo e spense tutto.
Jimin si lasciò andare e cadde a terra, sfinito.
Aveva il fiatone, gli girava la testa e si sentiva stranamente debole

«Alzati, così andiamo»
Jimin ce la mise davvero tutta, ma le sue gambe erano come bloccate, il cuore gli batteva velocemente.
Che fosse a causa di Yoongi?
«Jimin, sei stato tu a far intendere di voler tornare presto» fece Yoongi in un tono un po' meno freddo.

Jimin lo fissava, gli occhi spalancati, le labbra socchiuse.
Quel contatto visivo, quello sguardo...Yoongi non sapeva quanto avrebbe resistito prima di corrergli vicino

«M-mi potresti aiutare? Mi fanno male le gambe»
Yoongi gli si avvicinò e gli porse la mano, aiutandolo a rialzarsi
«Aish, pabo» schernì Yoongi.
Una volta all'in piedi, Jimin si ritrovò molto vicino a Yoongi.

Quest'ultimo lo guardò con aria annoiata.
Sembrava che a Jimin fosse venuto nuovamente il fiatone da quanto il suo fiato volesse farsi sentire
«Sei più alto» commentò Yoongi prima di dargli le spalle
«Andiamo?»
«Andiamo»

Jimin raccolse tutte le sue cose e si affrettò a mettersi il giubbotto.
Spensero le luci ed uscirono dalla scala, per poi scendere le scale e trovarsi fuori dall'edificio.

Non si scambiarono una sola parola, dal momento in cui avevano lasciato la sala prove fino all'arrivo al dormitorio.

Jimin salì in fretta le scale fino alla sua stanza.
Senza che se ne accorgesse, Yoongi lo seguì.
Gli fu alle spalle e, mentre stava per girare la chiave nella serratura, Yoongi mise una mano sulla sua spalla e lo fece voltare in un attimo, spingendolo contro il muro.

Jimin era a metà tra sorpresa e paura
«Mangia qualcosa prima di ballare. Non fissarti, stavi per avere un calo di zuccheri»
Jimin, sorpreso dalle parole dell'altro e più sicuro di sé, portò una mano ad accarezzargli i capelli.
Non facevano altro che osservarsi, senza sorridere o altro, sembravano ipnotizzati e persi ognuno negli occhi dell'altro.

Poi, ad un certo punto, Yoongi si allontanò, abbassando il capo, indietreggiando in maniera scoordinata

Questo continuo dondolo...solo ora sto cercando di mettervi fine

Yoongi si voltò e se ne andò, lasciando Jimin così: davanti alla porta e da solo, a riflettere sull'unico contatto che avevano avuto in questi giorni.

Gli era mancato come l'aria.

𝕾𝖊𝖊𝖘𝖆𝖜 ʸᵒᵒⁿᵐⁱⁿTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang