11. Tea - Dissetati alla fonte

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Arrivarono una alla volta.

La prima a presentarsi sulla sua soglia fu Agatha Wood. Bassa e tarchiata, con un severo caschetto sale e pepe, invase il suo spazio domestico senza degnarsi di salutare non appena le aprì la porta. Nonna Maddie non si scandalizzò per quel comportamento incivile, ormai abituata al suo caratteraccio, e si fece da parte per non finire sulla sua strada. Le indicò con un gesto delle mano la cucina, dove la tavola era già stata apparecchiata e imbandita con biscotti appena sfornati.

Seguirono Genevieve Collins, come sempre fasciata da un tailleur d'alta sartoria e le perle al collo che le rivolse la solita occhiata dall'alto in basso, e Diana Morrison, che la salutò con un cenno del capo prima di raggiungere le altre.

Tessa Gillespie, la più "giovane", arrivò poco dopo, portando con sé una crostata di mirtilli che aveva preparato per l'occasione, mentre Amanda Wallace si palesò con il suo classico cipiglio teso. La morte del figlio, avvenuta anni prima, l'aveva indurita fino a renderla insensibile verso il mondo esterno. Nonna Maddie osservò la donna dirigersi verso la sala da pranzo, ricordando a malincuore com'era la sua amica d'infanzia prima di quel tragico evento. Tuttavia, la sua malinconia fu spezzata dall'arrivo dell'ultima matrona.

Dalle membra tremanti e bastone alla mano, Lucinda Thompson zoppicò fino alla sua soglia. Nonna Maddie la accolse con un dolce sorriso, che l'anziana ricambiò mentre si avvicinava per prenderla a braccetto. Si stavano dirigendo entrambe verso la sala, quando Lucinda posò una mano rugosa sulla sua e la strinse. «Mi fa piacere rivederti, Maddie, nonostante l'occasione non sia delle più felici» mormorò amareggiata.

«Dispiace anche a me Lucy. Vedrai che tutto si sistemerà» sentenziò nonna Maddie. Lucinda era la più anziana tra loro, nonché una sorta di mentore. Apparteneva alla Congrega precedente e tutte loro la amavano e rispettavano incondizionatamente. Infatti, quando apparvero in cucina, le altre matrone si alzarono dai loro posti, aspettando che la donna si accomodasse a capotavola prima di tornare a sedersi. Nonna Maddie iniziò a servire il tè e, quando tutte si furono rifocillate a dovere, prese la parola.

«Grazie per essere venute. Una grande minaccia incombe sulla nostra città e su...»

«Oh, non girarci intorno. Sappiamo già che sta succedendo» sbottò Agatha, prendendo un biscotto.

«Il nipote di Amanda, Helen Moore, quell'idiota di Jacob, lo sventurato nel bosco, la sparizione dei resti, una parente di Diana... è chiaro che qualcuno ci abbia preso di mira e tutte noi sappiamo bene chi» elencò Genevieve, distaccata come sempre. Non aveva versato una lacrima quando era venuta a conoscenza della scomparsa del figlio minore e nessuno si era stupito di ciò. I loro rapporti si erano interrotti molti anni orsono e non si erano mai risanati.

«E la situazione può solo peggiorare» mormorò spaventata Tessa, stropicciando il tovagliolo.

Nonna Maddie annuì greve. «Per questo vi ho riunite qui. È giunto il momento di onorare il patto stipulato delle nostre antenate e proteggere il futuro delle famiglie fondatrici e della città. Inoltre...» fece una pausa, cercando di trovare le parole giuste. «Credo che sia arrivato il momento di pensare alla nuova generazione.»

Quella confessione azzittì le presenti, ma non le colse di certo impreparate. Si guardarono l'un l'altra e senza aggiungere altro estrassero dalle borse o dalle tasche un pezzo di carta che allungarono sul tavolo.

Tutte, eccetto Amanda.

Nonna Maddie sbuffò. Scrutò la sua vecchia amica con rimprovero, nonostante la difficoltà nell'arrabbiarsi con lei. «Lo sai che non puoi più tenere Jill all'oscuro di ciò che è accaduto al figlio. Merita di essere coinvolta. Potrebbe essere la nostra unica...»

«Lo so.» Amanda l'azzittì con un cenno repentino della mano. Rigirò il cucchiaino nella sua tazza da tè sebbene fosse vuota. «Le ho già lasciato un biglietto in merito. Per Henry... e per Jack.»

Nonna Maddie annuì comprensiva, almeno finché Tessa non riprese la parola.

«Dunque abbiamo un piano?»

«Certamente. Ma dobbiamo essere tutte partecipi perché funzioni» Nonna Maddie si alzò e si prodigò di raccogliere tutti i biglietti sulla tovaglia. Non lesse il loro contenuto, né le serviva conoscerlo. Li raggruppò in una busta già mezza piena di pagine ripiegate che lasciò al centro del tavolo per poi dirigersi verso i fornelli.

«Come se potessimo dire di no» la raggiunse lo sbuffo di Agatha. Lucinda ridacchiò.

Quando tornò da loro, tra le mani reggeva la teiera che conteneva l'infuso preparato con le piante che aveva raccolto con Eloise.

Genevieve inarcò un sopracciglio curato. «Sei seria?»

Diana si mise in bocca un altro pasticcino, guardando di sbieco il recipiente. «Solo tu potevi pensare a una cosa del genere.»

«Lo ammetto: è piuttosto azzardato e rischioso» fece spallucce lei, servendo per prima Lucinda con il liquido scarlatto. «Ma lei è tra noi e ci osserva. L'ha sempre fatto e sa come agiamo. Questo è solo un piccolo sacrificio in confronto a ciò che potrebbe accadere alle nostre famiglie. Le linee di sangue non possono essere spezzate. Ragion per cui dobbiamo comportarci di conseguenza.»

Nell'udire ciò, Amanda fece una smorfia stizzita, ma non commentò quando le riempì nuovamente la tazza. Non appena tutte loro furono servite, Maddie ritornò al suo posto. Alzò il braccio in un brindisi.

«Alla nostra salute.»





«Scusa mamma, ho dovuto accompagnare Eloise da un'amichetta prima di poter venire. Lo sai com'è testarda... dopotutto ha preso da te.»

Kate Miller incespicò nell'ingresso mentre tentava di gestire la moltitudine di borse che reggeva tra le braccia. Chiuse la porta alle sue spalle con un calcio e, a giudicare dalle risate sguainate che provenivano dalla cucina, sembrava che la sua entrata fosse passata del tutto inosservata. Scosse la testa, sperando che Diana e Genevieve non avessero di nuovo corrotto il tè con il whisky. Era la prima volta che la madre la invitava a partecipare a una delle loro riunioni e tale invito l'aveva colta del tutto impreparata. Ma ciò non scusava il suo ritardo. Sperò solo di non ricevere una ramanzina davanti a tutte quelle arzille vecchiette.

«Mamma?» appoggiò le borse per terra e si tolse la giacca tenendola sottobraccio. «Spero che mi abbiate lasciato qualcosa perché...»

Non appena mise piede nell'altra stanza si bloccò, raggelata dalla visione che le si parò davanti. La giacca le cadde sui piedi con un fruscio.

La cucina dalle tinte pastello sembrava essersi tramutata nel set di un film splatter, ma ciò non sembrava affatto turbare le matrone. Sghignazzavano svogliatamente, i volti distorti da un'espressione folle, mostrando i denti macchiati di rosso dopo aver bevuto avidamente il sangue dalle loro tazze; lo stesso sangue che fuoriusciva copioso dai loro polsi lacerati con le posate abbandonate sulla tovaglia ormai macchiata.

Quando sua madre si voltò verso di lei con gli occhi offuscati dall'insania, Kate si lasciò andare a un urlo colmo di terrore.

Inktober - Il segreto di HawthornwoodWhere stories live. Discover now