Capitolo 2

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-M-mi dispiace...-

In meno di un secondo il riccio si ritrovò completamente a terra con l'occhio dolorante.

Fabrizio rimase immobile a fissarlo con il pugno ancora chiuso.
-BRAVO, FABRÌ! COSÌ TE VOGLIO!- urlò il ragazzo dando una delle sue forti pacche a Fabrizio.

Lui non ci fece caso. Era rimasto a fissare per tutto il tempo il ragazzo che si stava toccando l'occhio in lacrime, mentre tutti gli altri lo guardavano ridendo.

-Oh, poverino! Gli fa male l'occhio!-
-Che sfigato ahahahah!-
-È proprio un tipo debole!-

Fabrizio nel sentire tutte quelle frasi uscì velocemente dalla classe, lasciando tutti quanti straniti dalla sua azione.

Corse velocemente in bagno e si appoggiò al lavandino.
-PERCHÉ, CAVOLO! PERCHÉ!?- cominciò a sentire le lacrime rigargli il volto.
-Sono un mostro...-
Cominciò un pianto liberatorio che durò fino a quando non sentì il rumore della porta che stava venendo aperta.
Si asciugò velocemente il volto col gomito e cercò di assumere un'aria indifferente, anche se con quegli occhi rossi non era molto credibile.

Con la coda dell'occhio riuscì a intravedere dei ricci. Quei ricci.
Si girò lentamente e intravide il ragazzo che aveva picchiato. Quell'Ermal.
L'occhio stava cominciando ad assumere un colore violaceo. Aveva esagerato...

Il riccio alzò un po' la testa e appena vide Fabrizio fece un balzo dallo spavento.
-Ehi, ehi, mi dispiace...io non...stai tremando?-

Ermal era rimasto immobile a fissarlo. Stava cominciando a tremare, probabilmente dalla paura. Come tutti gli altri, dopotutto.

-Ehi...-
Senza dire una parola Ermal uscì di corsa dal bagno, lasciando Fabrizio al suo posto.
-MA PORCA MISERIA!- diede un pugno al muro per la rabbia, poi due, poi tre, fino a quando le nocche non cominciarono a sanguinare.
-Ci mancava solo questa...-
Mise le mani in tasca e uscì dal bagno. C'era stato per ben 10 minuti e i suoi amici non ne erano certo rimasti indifferente.

-Oh, ma che stavi a fà!?-
-Niente...c'era la fila...-
Abbassò la testa e cercò di coprire le mani il più possibile.
-Mh, comunque a quello là l'hai conciato popo per le feste, ahahhaha!-
-Già! Quelli come lui se ne dovrebbero andare da qui!-

Fabrizio alzò la testa e lanciò un' occhiataccia ai due ragazzi davanti a lui.
-Perché?- disse a denti stretti.
-Non lo vogliamo qua tra noi. È alquanto inutile. L'unica cosa che ci diverte di lui è che possiamo trattarlo come ci pare!-

Fabrizio a quella risposta fece uscire il pugno dalla tasca e gli sferrò uno dei pugni più forti che avesse mai dato.

-AHÒ, MA TE SEI RENCOJONITO!?- urlò il ragazzo a terra mentre il naso cominciava a sanguinargli.
-No, ho fatto solo una cosa giusta.-

Detto quello si girò e tornò in classe. Sentiva gli occhi dei due ragazzi addosso ed era come se stessero urlando "ti ammazziamo."

Se lo sentiva. Avrebbe fato una brutta fine, ma non gli importava. Dopo tanto tempo finalmente era riuscito a ribbellarsi.

Una volta tornato in classe diede un'occhiata veloce a Ermal.
Il ragazzo aveva la testa bassa e un po' di ghiaccio sull'occhio.
Sicuramente quel primo giorno di scuola l'avrebbe ricordato a vita.

Prese posto e fece finta che niente fosse successo, mentre tutti gli fissavano le mani sporche di sangue.
Appena se ne rese conto le rimise in tasca per nadconderle a quegli occhi indiscreti.

I suoi compagni tornarono dentro e lo guardarono malissimo. Fabrizio sapeva che alla fine di quella giornata si sarebbe ritrovato con qualche osso rotto.

Al suono della campanella provò ad avvicinarsi ad Ermal per chiedergli scusa, ma il riccio "scappava" da lui. Faceva di tutto pur di non incrociare il suo sguardo.

Una volta fuori dal cancello Fabrizio provò a inseguirlo, ma si bloccò non appena sentì il colletto del giubetto venire tirato.

-Ora se fanno i conti.-
Fabrizio provo a staccarsi, ma senza successo. Quello era cinque volte più robusto di lui e non sarebbe stato facile spostarsi.

-LASCIAMI, STUPIDO-

Un pugno.

Si ritrovò a terra mentre lo stomaco cominciava a fargli male.
-ALLORA, HAI ANCORA VOGLIA DE GIOCÀ!?-
Fabrizi alzò la testa e ritornò in piedi.
-Sì. Non ho paura di te.-
-AH NO!?-

Un altro pugno.

-ALLORA!?-
Fabrizio stava trattenendo le lacrime. Non voleva mostrarsi debole. Non davanti a lui. 

I pugni durarono per qualche minuto, fino a quando il ragazzo si stancò.
-Per oggi abbiamo finito.-

Detto quello si allontanò lasciando Fabrizio sull'erba del cortile della scuola.

-N-non mi hai fatto niente...-

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