Il deserto (parte 5)

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L'uomo senza volto non si fece più vedere. Ero riuscito a seminarlo, ormai ne ero certo, eppure in cuor mio ero altrettanto sicuro che sarebbe riapparso, prima o poi. Un'angoscia sottile trafiggeva le mie speranze come una lama, e il silenzio che gravava su quel luogo dimenticato mi opprimeva sempre più, era ormai un peso insopportabile. Mi misi a parlare da solo, comportandomi da mentecatto, a dar voce ai miei pensieri tormentati, ma smisi subito. In mezzo a quel silenzio di tomba la mia voce pareva irreale, lo spettro di se stessa.

- 'Fanculo. - mormorai stizzito, prima di tornare al silenzio. Erano passate ore da quando mi ero imbattuto nelle dune, e parecchi chilometri di cammino senza meta, quando notai qualcosa spuntare dalla sabbia. Un oggetto piuttosto lungo era semisepolto nel bianco. Lo afferrai senza pensarci più di tanto, ritrovandomi in mano un osso.

Non riuscivo a crederci. Dalla lunghezza giudicai che fosse parte di una gamba, o di un braccio... Forse la zampa di una grossa bestia? Sperando nell'ultima ipotesi lo lasciai cadere, disgustato, e perlustrai la sabbia tutt'intorno. Non ci misi molto a trovare dell'altro. Una forma sferica spuntava dalla rena biancastra, simile ad una gobba. L'afferrai, e non ci furono più dubbi sull'origine di quei resti: era un teschio indiscutibilmente umano, a cui mancava la mandibola. Lo scagliai lontano, imprecando. Giurai che non avrei mai fatto la stessa fine, mai!

Mi misi a correre a perdifiato, da invasato, senza più badare alla direzione da mantenere, sudando a litri, rischiando di disidratarmi. Mi sentivo invischiato in un incubo senza fine, le ultime speranze si sgretolavano come ossa marce... Crollai semisvenuto in quella dannata sabbia bianca, che ai miei occhi allucinati ricordava sempre più un gigantesco sudario. Mi sostenevo sui gomiti, lo sguardo in alto, al cielo irraggiungibile; il sole era un crudele occhio giallo che irradiava fuoco senza pietà. Mi tirai su per miracolo, e barcollando feci qualche passo in circolo. Tirai fuori la bottiglia e ingollai le ultime gocce rimaste. Imprecai come un dannato o un pazzo mentre il mondo mi girava vorticosamente attorno. L'ultima cosa che vidi prima di svenire fu il bianco che mi veniva addosso, inghiottendomi.

Il deserto bianco (vincitore Wattys & Horror Games)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora