La palestra

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Sono donna, prossima ai quaranta ( testo scritto cinque anni fa, la situazione è peggiorata!). Sono mamma,soggetta nell'intervallo di due anni e mezzo a due gravidanze da 15 chilogrammi ciascuna.  Cerco di ingannarmi pesandomi la mattina a digiuno dalla sera, vescica svuotata, fiato trattenuto, senza aver ingerito un grammo di aria. Niente. La bilancia parla chiaro: sono in sovrappeso ( oggi ancora di più perchè si sono aggiunti i chili della maledetta sindrome del climaterio...cercate su google!).A questo punto della mia vita, l'iscrizione in palestra si rende obbligatoria.

Eccomi qui, sbrigate le prime formalità, con in mano la mia scheda magnetica , pronta a varcare la soglia del luogo magico, dal quale ne dovrei uscire più bella, più soda, più snella. Secondo il mio tutor personale, un ragazzetto di neanche trenta anni, infatti, se mi impegno posso ottenere ottimi risultati. (La signora alla reception è tonda e rosa come un maialino...un pensiero cattivo mi sale dall'anima malvagia ). Come è mia abitudine in ogni situazione, esagero. Acquisto il pacchetto completo: lezioni di aerobica, gag, pilates, ginnastica dolce,kick boking,cardioftiness,posturale, e altro di cui non ho afferrato il nome. In pratica, invece, corro solo sul tapis roulant e un pò di body building.

Per il primo giorno di palestra ho curato  molto l'immagine:maglietta grigia con stampa della pantera rosa e un fuseaux nero. Coda di cavallo e un trucco sul viso "c'è ma non c'è". Per il viso, curato alla perfezione ho dato tutta me stessa: fondotinta no transfer, mat per coprire le rughe , alle microsfere per illuminare il viso spento, il mascara per dare profondità allo sguardo,un lucidalabbra rimpolpante,idratante e soprattutto glitterato.  Somigliavo a Frenchy delle Pink Ladies di Grease per intenderci  ma senza seno. Un'adolescente di tredici anni per l'appunto.

Entro nella stanza (in realtà era un enorme acquario senza acqua), tutti vedevano tutti. Chi era fuori dalla sala pesi, poteva tranquillamente mangiare un gelato, stando seduto a godersi lo spettacolo: "panterone" inguainate in outfit leopardati, perizomi pro-ragadi indossati a fuseaux fosforescenti,micro toppini dai quali ad ogni un, due, fuoriuscivano masse di grasso corporeo poste al punto giusto prelibatezza di chi aveva appena finito di mangiare il gelato! Capigliature profumate, vaporose, appena uscite dal parrucchiere e visi truccati vistosamente da drag queen in calore, uomini in canottiere sintetiche e ridotte al minimo per mostrare ogni centimetro di pelle gonfia di testosterone e anabolizzanti.

Imbarazzata all'inverosimile, mi faccio coraggio e faccio qualche passo. Un odore rancido e caldo mi investe in pieno. Lamenti e gemiti che neanche all'inferno di Dante mi compatiscono le orecchie.Già sudo e non è certo per lo sforzo. La paura mi chiude la gola, se m'avesse chiuso il naso forse avrei evitato di respirare quel tanfo  vomitevole.

Mi riprendo dallo smarrimento iniziale, cerco nell'apposito contenitore la mia scheda personalizzata, preparata appositamente per me, dall'omaccione tutto bicipiti, tricipiti,quadricipiti che era seduto alla scrivania della sala, che però aveva all'altezza dello stomaco la classica tartaruga , ma al contrario...aveva la pancia!!! (pensando al maialino all'entrata e alla tartaruga qui presente, la mia anima malvagia aveva di che pensare).

Inizio i miei esercizi, pronta a non sfigurare. Finisco un attrezzo, ne inizio un altro. Strano, tutte queste serie da ripetere...ma non dovevo iniziare piano piano? Il fiatone si fa sempre più grosso con sempre meno fiato, bramo molecole d'aria altamente ossigenata e mentre inspiro ed espiro, nell'inspirare il mio olfatto percepisce anzi subisce  un odore che non deriva dal sudore dello  sforzo ...ma da un altro tipo di sforzo...e vi garantisco che non è il mio. Qualcuno ha  sganciato!!!!! 

Continuo determinata. Grugnendo come una camionista. Imprecando come una scaricatrice di porto. Mi posiziono vicino ad un attrezzo davanti allo specchio. Mi metto seduta e per pura vanità femminile, lancio uno sguardo alla mia figura riflessa. Un infarto fulminante o un colpo apoplettico non possono essere  più provvidenziali.  Le molecole del fondotinta si sono legate a quelle del mio sudore e vanno a braccetto con quelle del mio profumo , di cui ho, come dire, fatto largamente uso. Ho insomma un colorito di viso tra il viola notte e il blu oceano, profondo. Molto profondo. Chiazze nere di fondotinta waterproof, tappezzano le mie guance, il lucidalabbra glitterato ha esondato dalle labbra dandomi l'aspetto di una che ha appena finito di mangiare gli spaghetti al pomodoro. 

Nulla mi impedisce di ritrovare la forma fisica perduta. Non curante del mio aspetto, proseguo nei miei esercizi,attenendomi alle istruzioni ferree della mia scheda. Concentrandomi nel contare il numero delle serie, contando gli intervalli tra di esse. Insomma ce la sto mettendo tutta. 

Mi sono portata per sollievo una bottiglietta di acqua da mezzo litro, che dopo tre esercizi è già finita. Ho la gola secca. Allungo la lingua per leccarmi le goccioline di sudore vicino la bocca. Voglio terminare la scheda. Voglio farcela. E finalmente concludo gli attrezzi della mia scheda. Un asterisco rosso, sull'ultima pagina cattura la mia attenzione. Vicino al disegno del macchinario c'è una frase scritta a matita " Da fare dopo la fisioterapia". In quel momento, nel mio cervellino si è fatto strada un neurone, particolarmente stanco e affaticato,che ha dato vita a delle sinapsi sudate e mollicce che mi hanno formulato un dubbio. Sfoglio la scheda, leggo la prima pagina, cerco il nominativo dell'intestatario della scheda: Francesco Treccano. 

Non è la mia scheda!!!! Non solo... non è una scheda da donna è  la scheda di un uomo! Che poi ho scoperto essere uno dei più assidui della palestra, che quel giorno e in quell'ora non era presente. Per errore ho eseguito i suoi esercizi, i suoi attrezzi, la sua scheda. Scheda che avrebbe avuto lui, se non l'avessi presa io!!!

Sudata,stanca, stressata e depressa raccolgo lo scheletro della bottiglietta e mi avvio all'uscita. Dopo questo episodio sono rimasta a letto per una settimana con i muscoli urlanti dal dolore, ogni movimento era un'agopuntura al cuore, un bradipo dolorante. Ci sono voluti quindici giorni  perchè ritornassi in forma e avessi il coraggio di ripresentarmi in palestra.

Ho scelto la ginnastica dolce,  dove i miei due vicini di tappetino si chiamano Iolanda e Giuseppe, sessantacinque  anni lei, settanta  lui che devono rimediare  ai dolori di sciatica e artrosi. Quanto meno sono la più brava e la più giovane e la più carina...lo capisco da come mi occhieggia Giuseppe!!!! 

(Ovviamente, non sono durata neanche là...dopo cinque anni, ho provato a ritornare in palestra. Non certo per piacere ma per i dolori dovuti al dopo quarantesimo compleanno. Posturale. Intorno a me tutte donne post operate, post traumatizzate, post cinquantenni. Più in gamba di me, più agili di me, più motivate di me. Sono scappata. La palestra in ogni sua espressione non è per me. La fatica non è per me. Ad oggi non ho ancora ritrovato la forma fisica. Aspetto che la scienza faccia il suo corso e scopra  qualcosa che faccia dimagrire senza sforzi e sudore. Mi offro volontaria come tester... 



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⏰ Last updated: Sep 27, 2018 ⏰

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Visto da lei...ma ovviamente non da lui!Where stories live. Discover now