capitolo tre

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Parcheggiai la macchina di mia madre di fronte alla casa e spensi la radio con un gesto veloce. Le mie mani erano sul volante e strinsi la presa appena mi ricordai della promessa fatta al parcheggio del supermercato. Le mie nocche diventarono bianche e sospirai disperatamente mentre appoggiai anche la fronte al volante. Perchè gli ho detto di si a loro? Per colpa di quello stupido ragazzo dai capelli ricci. Perchè la mia stupida mente pensava di dover dimostrare qualcosa a lui.

Quando finalmente mi decisi di uscire dalla macchina, presi le buste della spesa dal bagagliaio e mi assicurai che questa volta non sarebbero cadute. Le appoggiai a terra così potei aprire la porta di casa e dopo mi diressi dritta in cucina, per sistemare la spesa nella dispensa e nel frigorifero.

"Grazie Ally" mia madre comparì all'improvviso nella cucina e io le sorrisi.

"Nessun problema" le dissi mentre ammucchiavo le diverse lattine e barattoli nello scaffale. Mia madre andò verso il soggiorno ed io continuai a svuotare le buste mentre persavo a qualche scusa da raccontargli per sgattaiolare via di casa e andare alla festa. Non posso dirgli che andrò ad un pigiama party con i miei amici perchè noi ci siamo trasferite solamente ieri, e anche se glie lo dicessi lei vorrebbe conoscere questi miei amici. Non ho mai mentito a mia madre, e non so come le altre ragazze ci riescano.

"Um, mamma?" parlai per catturare la sua attenzione. Lei mi guardò con una faccia interrogativa e sentii un groppo in gola. Cercai di mandarlo via ingoiando ma questo fece sì che diventasse ancora più grande. 

"La ragazza bionda della porta affianco mi ha chiesto se voglio andare da lei a prendere un caffè stasera?" la mia voce iniziò a tremare nel bel mezzo della frase ma cercai di essere più convincente possibile. Sapevo di essere un terribile bugiarda, ma speravo davvero che mia madre ci cascasse.

"Quella con i tatuaggi?" mi chiesse immediatamente. Ed io annuii.

"Non lo so Ally.." mia madre si morse il labbro inferiore.

"Io ci andrò" dissi rapidamente, non volendo creare una discussione su questo. Sapevo che mia madre non si fidava delle persone come lei, era così antiquata. lei aveva dubbi su tutto e tutti, ma non potevo fargliene una colpa. Anche sua madre era fatta così.

"Non mi fido di quella ragazza" disse solamente ciò che mi aspettavo, e presi un respiro profondo.

"Lei mia ha invitato a prendere una tazza di caffè quando l'ho incontrata al supermercato e le ho già promesso che ci sarei andata" sorpresi me stessa per come riuscii a inventare tutte queste scusa così velocemente, ma dovetti girarmi subito di schiena altrimenti lei avrebbe visto la mia espressione incerta sul mio viso. Raccolsi gli ultimi due cartoni di latte e li sistemai nel frigorifero.

"Okay va bene. Ma non fare tardi." mia madre sospirò e potevo immaginarmi il suo sopracciglio alzato per il dubbio.  La lasciai senza rispondergli mentre andavo nella mia camera e poi mi chiuse la porta alle spalle. Non potevo indossare niente di elegante, truccarmi oppure arricciare i miei capelli altrimenti lei avrebbe capito dove sarei andata. Penso di non aver bisogno di tanto trucco, preferisco di più un look naturale. Poi le mie sopracciglia erano abbastanza grandi, quindi sembravo troppo strana con un forte ombretto o linea. Afferrai l'orlo di una mia semplice maglietta biancia e la raddrizzai un pò, sorridendo poi alla mia riflessione. Potrei andare vestita così.

Non avevo la minima idea di dove si sarebbe svolta la festa e nemmeno a che ora sarebbe iniziata, così decisi di andare a casa della ragazza affianco a me verso le sei. Realizzai di non sapere ancora il suo nome e che neanche lei conosceva il mio, ma immagino che lo scoprirò stasera. 

Appenai arrivai davanti casa sua mancavano cinque minuti alle sei, bussai alla porta e feci un passo indietro. Per alcuni minuti non sentivo alcun rumore all'interno della casa e stavo considerando l'idea di ribussare, ma dopo sentii dei passi veloci che si avvicinavano sempre di più. Quando la maniglia si abbassò verso il basso, io presi un lungo respiro come se fossi in un film horror, ma lo buttai fuori quando vidi la ragazz dietro la porta. 

"Ciao?" lei mi salutò con un tono sorpreso ed io gli feci un piccolo sorriso. Lei stava lì, con la mano sinistra teneva la maniglia invece con la destra il mascara, mentre mi guardava con uno sguardo interrogativo.

"Ciao" le risposi tranquillamente, mettendo una cioccia dei miei capelli dietro l'orecchio.

"Cosa ci fai qui?" continuò lei.

"Pensavo che saremmo potute andare alla festa insieme" le spiegai.

"Oh non pensavo saresti venuta realmente" lei fece una piccola risata ed io cercai di unirmi a lei, ma mi fece sembrare solamente più sciocca. Lei fece un passo indietro per farmi entrare, prima di chiudere la porta e camminare davanti a me.

"Approposito come ti chiami?" mi chiese mentre si girava per guardarmi in faccia. I suoi riccioli biondi si mossero quando di girò per sorridermi, un sorriso che non riesco a catalogarlo in nessun stato d'animo. 

"Sono Ally" risposi semplicemente.

"Io sono Jess. Puoi aspettarmi in soggiorno io devo finire di truccarmi" si presentò velocemente prima di indicarmi la sua sinistra e poi sparire nel corridoio. Rimasi li per un paio di secondi per poi dirigermi dove mi aveva detto lei. 

"Beh ciao" mi salutò una voce profonda mentre entravo nell'enorme stanza. Ansimai alla voce improvvisa e misi una mano sul mio petto per riprendermi dallo spavento. Vidi il ragazzo dai capelli ricci, che sorrise divertito e sistemò le sue braccia muscolose sullo schienale del divano dov'era seduto.

"E' tutto apposto piccola?" smise di ridere, ma aveva ancora un sorrisetto sulla sua faccia.

"Sto bene" sputai con un tono rude.

"Oh, aggressiva. Mi piace questo" continuò lui con una voce da presa in giro e sapevo che lo stava facendo apposta. Avevo l'impressione che prendere in giro le ragazze non era niente di nuovo per lui. Feci qualche passo e mi sedetti sulla poltona dall'altra parte della stanza, sperando che Jess finisse velocemente. 

"Come ti chiami piccola?" lui non sembrava arrendersi. Spostai i miei occhi su di lui e cercai di essere sicura di me stessa come meglio posso, ma sapevo dal calore sulle mie guance che mi stavo imbarazzando. E sapevo anche che lui l'avrebbe notato.

"Ally. E tu?" risposi semplicemente.

"Chiamami come vuoi" alzò il sopracciglio misteriosamente, e le mie guance si stavano arrossando sempre di più. Nessun ragazzo ha mai flirtato con me come lui.

Under    [Traduzione Italiana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora