Confused.

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Confuso.

Ecco com'era Kellin: confuso. Fermo davanti ad uno schermo del computer, intento a cercare l'ispirazione, ma consapevole del fatto che più ne avrebbe cercata e meno ne avrebbe trovata. Troppo pieno e allo stesso tempo troppo vuoto di tutte le emozioni che lo circondavano, e per questo incapace di digitare una frase di senso compiuto, da sempre stato fin troppo restìo ad esprimersi.

Ad un tratto il telefono vibrò, distraendo così Kellin dai suoi pensieri. Curioso prese il telefono e diede uno sguardo ai messaggi: ce n'era uno anonimo. Lo aprì:

"Chiudi gli occhi e concentrati sulla tua mente."

Guardò lo schermo con aria confusa, non capendo bene il senso del messaggio. Chi poteva essere? E a cosa alludeva? Forse alludeva al "concentrarsi" per trovare l'ispirazione. Alzò lo sguardo sulla stanza, apparentemente scosso. Qualcuno lo stava osservando? Nel frattempo arrivò un altro messaggio; Kellin lo aprì freneticamente:

"Concentrati sulla tua mente e su quello che provi: solo in questo modo riuscirai a scrivere."

Sempre più scosso posò il telefono dove era prima, tuttavia seguendo i consigli dati dal misterioso anonimo. Chiuse gli occhi, poggiando la testa sullo schienale del proprio divano. Come si sentiva ora? Confuso. Già, ma confuso da cosa? Sentimenti repressi, mai capiti o mai esternati. Verso di chi? Oh, questo lo sapeva già, poteva evitare di ricordarlo. Riaprì improvvisamente gli occhi, fin troppo stanco di spremersi il cervello a quella maniera. Sentì il telefono vibrare, ancora, ed imprecò fra sè e sè. Sbloccò lo schermo e con sua sorpresa non c'era un messaggio anonimo, ma un messaggio da Oliver, il suo migliore amico:

"Ehi Kells, sei a casa?"

Sorrise senza accorgersene per il soprannome usato dal ragazzo, senza mai veramente abituarcisi.

"Certo, perchè?"

Fu la sua risposta. Poco dopo sentì di nuovo vibrare il telefono, ma stavolta era un suono prolungato. Abbassò lo sguardo sul telefono e notò che Oliver lo stava chiamando. Rispose prontamente, stupendosi della sua stessa voce squillante:

"Oli!"

"Ehy Kells! Sei a casa, vero?"

"Si, come ti ho detto nel messaggio, perchè?"

"Ti va di uscire? Sono vicino casa tua!"

"Hmm.." mugolò esitante, non completamente convinto di voler uscire.

"Oh, andiamo, sono quasi sotto casa tua!"

"E va bene, va bene. Quando smetterai di piombare da me all'improvviso?" disse in tono divertito, per nulla infastidito dalle sue attenzioni, anzi.

"Evvivaa! Tra cinque minuti giù, okay?"  lo sentì sorridere anche attraverso il telefono, sorridendo senza accorgersene anche lui.

"Okay."

Riattaccò la chiamata e si andò a dare una sistemata alla bell'è meglio. Scese velocemente gli scalini, quasi sicuro di trovare l'altro ad aspettarlo. Come conferma ai suoi pensieri, l'altro era fuori dal portone del condominio, appoggiato con noncuranza al muro. Aveva il suo consueto stile: pantaloni stretti e canottiera larga.

"Incredibilmente sexy."

Pensò Kellin. Si maledisse subito mentalmente, costringendosi a non pensare mai più, o perlomeno non in sua presenza, quelle cose.

Uscì dal portone, rivolgendogli un sorriso felice e finalmente rilassato.

"Ehi, come stai?" disse per primo, chiudendosi il portone alle spalle.

"Io bene, e tu piuttosto?" chiese avvicinandosi a lui e mettendogli un braccio intorno alle spalle, a mo' di saluto. Oliver non era un ragazzo particolarmente appiccicoso, ma sapeva dimostrare il suo affetto.

"Oh beh, tentavo di scrivere qualcosa, ma zero ispirazione." ammise facendo spallucce.

"Lo s- ehm.. sconfortante." corresse quasi subito la sua frase, tanto che Kellin pensò di essersi sognato tutto. Impossibile, non gli aveva detto che stava provando a scrivere.

Decise di non darci peso, girandosi verso l'altro, ora che aveva tolto il braccio. "Beh, perchè mi hai trascinato qui fuori? Cosa facciamo?"

"Pensavo di andare al solito posto." rispose Oliver, aspettando una sua reazione.

"Beh, perchè no? Andiamo." Sapeva benissimo cosa intendesse con quell'allusione: voleva andare al posto che tempo prima gli aveva mostrato, presentandolo come suo nascondiglio, ormai diventato loro. Cominciò a camminare, tenendosi al suo fianco, ma ormai sapendo la strada a memoria. Evidentemente si perse nei suoi pensieri senza nemmeno accorgersene, perchè si sentì richiamare da Oliver più volte. "Oh, ehm, sì scusa. Dicevi?" A Kellin capitava spesso di finire perso nei propri pensieri, perso nel vortice dei ricordi.

"A cosa pensavi?" chiese l'altro guardandolo con curiosità.

"Alla prima volta in cui mi hai fatto vedere il nascondiglio." ammise sincero, facendo un mezzo sorriso. Guardò di sottecchi l'altro, per cogliere la sua reazione: non sapeva ben descrivere se ci stesse pensando anche lui o stesse cercando di evitare il discorso. Non avrebbe mai capito fino a fondo quel ragazzo, lui e la sua mania di nascondere tutto dietro una maschera. "Ma sai che stasera mi è successa una cosa strana?" continuò Kellin, cambiando discorso.

"Che genere di cosa strana?" chiese Oliver, apparentemente ripreso e partecipe alla conversazione.

"Mente ero davanti al pc, cercando l'ispirazione, mi sono arrivati due messaggi anonimi. In riassunto dicevano di concentrarmi sulla mente e sulle mie emozioni!" disse spiegando in poche parole il fatto. Oliver non apparve molto scosso o sorpreso, anzi, sembrava quasi annuire.

"Beh, però ha ragione. E' un buon modo per fare chiarezza, no?" chiese retoricamente, facendo spallucce, come se fosse la cosa più normale di questo mondo ricevere messaggi da sconosciuti.

"Sì, ma è uno sconosciuto. Secondo te chi potrebbe essere?"

"Non saprei che dirti. Magari qualche ammiratore!" evitò il suo sguardo, guardando la strada davanti a sè. Kellin lo trovò un comportamento abbastanza ambiguo, quindi corrucciò la fronte. Quella sera non riusciva a capirlo, era strano. "Guarda, siamo arrivati." intanto scoprì davvero che erano arrivati. Si trovavano esattamente l'uno accanto all'altro, come mesi prima -ma ora conoscendosi molto meglio-, davanti alla scalinata di una metropolitana abbandonata, che portava nell'oscurità.

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Buooongiorno! Bene, questa è la mia prima storia su Wattpad, so che il primo capitolo è un po' scarno, ma ci sono dettagli che fanno cogliere alcune cose. Beh, che altro dire? Esprimetevi, ditemi quello che pensate. Un bacio!

p.s.: Voglio ringraziare Ehi_Leto (ergo la mia migliore amica) per avermi aiutata con l'ideare questa storia ed aver sopportato i miei scleri. Enjoy!

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