Capitolo 2

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Lorenzo aspettava.
Quella mattina si era alzato quasi all'alba per fare un viaggio estenuante nel pullman in dotazione alla prigione. Lui solo, senza i suoi compagni, con mani e piedi ammanettati, insieme a quattro mastini in divisa, manganello e pistola. E nessuno aveva voglia di parlare.
Giunse velocemente nella sede dell'FBI di Quantico in silenzio, spinto e tirato ovunque dalle guardie come se fosse un pacco, facendosi anche qualche livido. Lo avevano buttato in fretta e furia in una bella stanza ampia, fatta con muri di vetro plastificato, con un computer, una slide e un lungo tavolo con sette sedie intorno. Lo fecero sedere su una di queste e da quel momento aspettava.
Lorenzo aspettava. E lo innervosiva dover aspettare.
In quella stanza entrò una donna dai capelli biondi e mossi, gli occhiali tondi e colorati, come colorato e sbarazzino era il vestito che portava; era un po' cicciottella, ma molto molto carina e stravagante. Appena lo ha visto la donna rimase immobile dalla sorpresa: non vedeva tutti i giorni un detenuto nel suo orario di lavoro e Lorenzo lo capiva. C'era silenzio in quella stanza e questo lo innervosiva ancora di più.
:-Ciao, sai dove sono il Dr. Spencer Reid e l'agente Penelope Garcia? Li sto cercando: se non arrivano non posso sbarazzarmi di questi pit bull-: disse il ragazzo beccandosi uno schiaffo dietro la testa poco dopo.
:-Oh, si-: rispose la donna come se si fosse svegliata di soprassalto :-Sono io. Cioè, io sono l'agente Garcia, non Reid. Sinceramente non so dov'è Reid, insomma se tu ci sei vuol dire che è stato reintegrato o altrimenti non si spiegherebbe...scusami, tu devi essere Lorenzo, piacere di conoscerti-:. Lei provò a tendere la mano al ragazzo che si trovava davanti, ma uno di quei bulldog la fermò dicendole che il detenuto non poteva essere assolutamente toccato da nessuno. L'agente Garcia arrossì imbarazzata, Lorenzo per rabbia.
:-Che fortuna!-: esclamò il ragazzo con un tono di voce molto alto :-Abbiamo uno dei cavalieri! Posso prendere un po' d'aria finalmente!-:
Tutte le persone della stanza gli lanciarono un'occhiata confusa non avendo colto l'ironia.
:-L'agente Garcia è qui. Mi lasciate andare? Potreste andarvene?-: aggiunse Lorenzo in modo acido e seccato rivolgendosi alle guardie penitenziarie che lo accompagnavano.
Una di loro gli spiegò che non potevano ancora allontanarsi da lui e liberarlo dalle catene perché non si era ancora presentato il dottor Reid, il suo principale tutore, a cui dovevano personalmente consegnare il prigioniero
:-Spero che si sbrighi questo Reid!-: disse Lorenzo ogni minuto sempre più nervoso.
Poco dopo entrò nella stanza un uomo anziano con capelli e barba bianchi, un po' di pancia, vestito elegantemente e dalla faccia molto simpatica e cordiale. Una faccia che a Lorenzo fu subito familiare.
:-Oh mio Dio!-: esclamò estremamente sorpreso :-Tu sei David Rossi! Lo scrittore!-:
:-In carne ed ossa-: rispose l'uomo sorridendo ancora di più e allargando leggermente le braccia come per mostrarsi in tutta la sua bellezza
:-Sono tuo grande fan!-: gridò Lorenzo euforico :-Ho letto tutti i tuoi libri che c'erano in prigione tutto d'un fiato, li trovo strepitosi! E che prosa Dio mio!-:
:-Wow-: esclamò Rossi a quelle lusinghe :-Sono contento che ti siano piaciuti ragazzino. Ti faccio un autografo se vuoi, come ti chiami?-:
Lorenzo annuì felicissimo e stava per dire il suo nome quando uno dei suoi cani da guardia lo fermò presentandolo al suo posto e affermando che il detenuto non doveva assolutamente dare e/o ricevere alcun che per motivi di sicurezza.
:-Se non è per chiedermi l'autografo allora che ci fa questo ragazzo qui?-: chiese sarcastico l'agente Rossi provocando un piccolo e breve sorriso compiaciuto sul volto di Lorenzo
:-Per tutto il periodo in cui dovrà scontare la pena Lorenzo D'angelo dovrà fare da consulente al BAU guidato dagli agenti Garcia e Reid. Ordini dall'alto-: rispose una guardia con voce stanca. Rossi aveva molte domande in testa, ma decise di lasciar perdere per ora.
:-Ti interessa il profiling eh?-: chiese al ragazzino cambiando bruscamente argomento
:-Beh, sembra un lavoro interessante-: rispose Lorenzo :-Ho preso qualche informazione su internet su quello che fate qui e com'è nata questa unità federale, in prigione ho letto un libro sulla scena del crimine che ho trovato in biblioteca, libro che personalmente non avrei mai donato a un penitenziario, e ho notato che molti libri di Sherlock Holmes nel commento fanno riferimento al profiling. Perciò ho creduto che utilizziate i suoi metodi logici per scovare un criminale e così li ho studiati-:
:-Non è proprio così che funziona-: disse Rossi come un padre parlerebbe a un figlio :-Ma quasi. Noi osserviamo la scena del crimine e prendiamo le informazioni necessarie per capire com'è la psiche del criminale che noi chiamiamo Soggetto Ignoto o S.I. In questo modo riusciamo a fare un profilo e a fermarlo prima che faccia altri danni-:
:-Sembra figo-: esclamò Lorenzo tutto contento
:-Si è figo-: sussurrò Rossi con qualche cenno del capo e sorridendo a quel novellino tanto curioso. Poi incuriosito chiese perché non avrebbe mai dato un libro sull'analisi della scena del crimine a una galera.
:-Perché la struttura carceraria non funziona: dovrebbe punire e rieducare, ma invece punisce e basta-: rispose Lorenzo con un forte accenno di disappunto :-Le persone non vengono aiutate a comportarsi bene e così quando escono nella maggior parte dei casi tornano a delinquere. Ora se un detenuto non rieducato viene a conoscenza dei metodi della polizia è più difficile poi prenderlo e riportarlo in prigione. Gli date le basi per fregarvi praticamente-:
Rossi restò molto colpito da quanto detto da quel ragazzino poco più che ventenne: con quella risposta gli aveva dimostrato di avere una capacità di osservazione, un pensiero logico e un senso critico molto fuori dal comune, rari in ragazzi della sua età. In quel momento seppe che Lorenzo poteva essere una risorsa concreta per la squadra e tutti i dubbi e le domande che aveva persero interesse e importanza; in più gli ricordava sé stesso qualche decennio prima.
Lo sentiva vicino.
Mentre la conversazione tra lo scrittore e il detenuto andava avanti entrarono nella stanza altri due agenti a cui Rossi e Garcia presentarono il nuovo arrivato e spiegarono loro la situazione. Erano un uomo e una donna di bella presenza. L'uomo, che evidentemente si chiamava Luke dato che Rossi lo aveva calorosamente chiamato così, era di pelle mulatta, occhi color nocciola, capelli corti e castani, era vestito semplicemente con jeans stretto e t-shirt sportiva. La donna, che si era presentata come Jennifer Jeraux, aveva la pelle chiara, occhi scuri che esprimevano dolcezza, capelli biondi lunghi e lisci che le incorniciavano il viso delicato e poco truccato, aveva un vestito grigio fumo che le faceva risaltare le curve e una giacca fine dello stesso colore.
Lorenzo pensava che Jennifer fosse bella, ma Luke era bellissimo: il Jeans era abbastanza stretto da evidenziare il culo sodo e le gambe atletiche! Per non parlare della t-shirt che gli evidenziava le braccia muscolose!
Non riusciva a smettere di guardarlo!
:-Credo che hai attirato l'attenzione di qualcuno Luke!-: esclamò la bionda sorridendo.
Il bell'uomo si girò verso Lorenzo cogliendolo nel momento esatto in cui gli guardava i fianchi e allora sorridendo malizioso disse :-Non sforzare troppo gli occhi ragazzino o diventerai cieco-:
:-Non è colpa mia se tua mamma ha fatto un ottimo lavoro!-: rispose Lorenzo guardandolo negli occhi.
Tutti i presenti risero.
:-È così che ti dichiari di solito?-: disse Luke rincarando la dose
:-No, lo faccio solo con te-: rispose ancora una volta Lorenzo continuando il suo flirt spudorato
:-Quale onore -: rispose il bell'uomo accennando un inchino per poi tornare a parlare con gli altri agenti.
Lorenzo tornò ad ammirare il bronzo di Riace che si trovava davanti. Non solo lo trovava bello, ma anche simpatico perché stava al gioco, anche se Luke non era assolutamente interessato a lui. Infondo il ragazzo aveva capito fin da subito che Luke era etero al cento per cento, però comunque voleva giocare con lui.
Gli piaceva molto: lo trovava simpatico. Sperava che sarebbero diventati amici.
Anche l'agente Jeraux gli stava simpatica: era così dolce con Lorenzo, attenta, faceva del suo meglio per inserirlo nella conversazione con i suoi colleghi e se Lorenzo dimostrava di non avere molta voglia di parlare non lo forzava. Aspettava i suoi tempi e questo per il ragazzo era importante.
La giovane donna parlava anche con i secondini qualche volta, non solo della delicata situazione del ragazzo ma anche di altro più intimo e personale.
Era davvero una donna dolcissima e gentile!
Lorenzo dopo una decina di minuti si accorse che gli agenti uno ad uno smisero di parlare e scherzare tra di loro e si andarono tutti a sedere attorno al grande tavolo.
Chi stava per arrivare?
Entrarono in scena due persone, di nuovo un uomo e una donna.
La donna aveva i capelli neri, lisci e lunghi, occhi scuri, profondi, estremamente penetranti e analitici, non era per niente truccata ed era vestita semplicemente con una maglietta sportiva nera a maniche corte e un pantalone lungo e ben stirato dello stesso colore. Si poteva benissimo notare che andava in palestra. Aveva un fisico pazzesco!
L'uomo era abbastanza giovane ed era molto più magro della collega; aveva i capelli biondo cenere, spettinati e di media lunghezza, occhi marroni e infinitamente tristi, viso piccolo e scarno, aveva addosso solo una camicia a righe, giacca marroncina, una cravatta lilla, il pantalone lungo dello stesso colore della giacca e aveva una cintura nera in vita. Con se portava una grossa cartella arancione da scolaretto.
Sembrava un tipo davvero strano!
Lei guardò in faccia il ragazzo ammanettato solo per pochi secondi per poi concentrarsi sui secondini vicino a lui.
Tutt'intorno c'era silenzio e a Lorenzo il silenzio innervosiva.
:-Agente Prentiss, capo della squadra-: disse velocemente la donna dando la mano alle guardie :-Scusate il ritardo, abbiamo avuto problemi burocratici. Il detenuto è stato informato su cosa dovrà fare qui?-:
Un paio di guardie annuirono.
:-Perfetto-: continuò il capo rivolgendosi al suo collega più giovane :-Agente Reid mi dia i documenti per la custodia: dobbiamo prendere qualche firma-:
Dopo che le guardie carcerarie ebbero firmato qualche foglio uscirono dalla stanza e andarono via lasciando il prigioniero nelle mani dell'FBI.
:-Benvenuto in squadra-: disse il dr Spencer Reid visibilmente a disagio e presentandosi a lui poco dopo
:-Era ora che arrivassi-: rispose il carcerato scontroso.
:-Si, scusami, hai ragione, ho fatto tardi-: cercò di giustificarsi l'agente sedendosi vicino al ragazzo :-Spero di non aver iniziato con il piede sbagliato-:
:-Puoi sempre rimediare-: disse Lorenzo cercando di essere comprensivo.
Passarono pochi minuti di silenzio tra i due
:-So che da dove vieni è un brutto posto...-: cercò di dire timidamente Reid
:-Da dove vengo!?-: chiese Lorenzo fingendo di non intendere cosa volesse dire l'agente :-Oh! Dici l'Italia? No, tesoro, non hai capito: io ho origini italiane ma non sono italiano-:
:-Capisco, non ne vuoi parlare-: disse Reid
:-Parlare di cosa?-: chiese ancora Lorenzo fingendo nuovamente di cadere dalle nuvole. Ma stavolta gli sfuggì un tono di voce un filino arrabbiato. Si sentiva che qualcosa lo innervosiva.
:-Spero di non averti offeso in qualche modo-: affermò Reid cercando di rimediare alla gaffe di poco prima
:-L'hai fatto. E continui a farlo-: rispose Lorenzo acido. Non gli piaceva quel Reid: da quando era entrato non gli aveva staccato gli occhi di dosso, e soprattutto non gli piaceva come lo guardava, con quegli occhi pietosi come se si fosse trovato davanti a un cagnolino con la zampetta ferita. Odiava essere guardato in quel modo!
:-Abbiamo fatto le dovute presentazioni mentre vi aspettavamo-: disse poi il ragazzo all'agente Prentiss :-Perciò ci deve solo dire cosa dobbiamo fare oggi-:
:-Abbiamo un caso-: rispose il capo squadra

SLASH SKILLING: crimini a pagamento (criminal minds fanfic)Место, где живут истории. Откройте их для себя