2- lettera inaspettata

9 1 0
                                    

Clare

Sono tre giorni che lavoro senza sosta, pulisco la pittura dal pavimento, lavo i pennelli, pulisco i mobili sporchi di colori, sposto le cornici e i quadri da una parte all'altra, e dipingo anche io quando loro vanno via.
La mia camera qui non é grande e spaziosa, tutt'altro e piccola con un misero mobile e un piccolo bagno.
Ma a me basta tutto ciò, non so quanto resterò qui, ma mi piace, le sensazioni di pace e tranquillità invadono il mio corpo, è mezzogiorno e il negozio sta chiudendo, un ragazzo mai visto entra correndo.

"Mi scusi sto cercando Clare, è qui?" domanda.
"Sono io Clare" non ho mai conosciuto questa persona e come sa il mio nome non mi convince.
"Oh ecco, questa qui è per te ti prego non fare domande" mi porge una lettera con su scritto per te Iris.
Iris è il mio fiore preferito.
Significa saggezza, coraggio e fede.
Un fiore semplice ma bellissimo.
Solo una persona mi chiama cosi, e ho le mani bloccate il cuore si è fermato, il ragazzo e corso via e io sono ancora ferma li, immobile.
"Clare devi chiudere, noi andiamo ci vediamo più tardi, esci un po oggi non si lavora" la signora Marie mi saluta con un bacio sulla guancia e va via.

Chiudo tutto e vado nella mia stanza, lascio la busta sul letto e mi preparo l'intimo e i vestiti per uscire.
Devo affogare i pensieri, devo far battere questo cuore.
Mi spoglio entrando velocemente nella piccola doccia, e faccio scattare l'acqua fredda mentre mi insapono per bene.
Cerco di mandare via i dubbi, le incertezze, le paure.
Perché la nuova Clare non deve averle, la nuova Clare si è lasciata tutto dietro.
Esco dalla doccia e mi avvolgo nel telo bianco, infilo le pantofole e mi inizio a vestire.
Una maglia nera larga e lunga dei Nirvana, e un jeans strappato sulle ginocchia dello stesso colore della maglia.
Sono pronta.
Prendo la lettera e il cellulare ed esco, il tempo qui non è dei migliori, molto probabilmente verrà a piovere ma mi accontento.
Vado dove avrei voluto andare appena sono arrivata, il lago.
Dista un po ma Arrivo subito, ho il passo svelto per via dei vari sport che ho praticato, quindi non è faticoso.
Dalla parte attraversabile ci sono delle piccole case in legno, che affacciano sul meraviglioso lago.
Arrivo sul prato vicino all'acqua e mi siedo.

Apro la lettera e inizio a leggerla.

Cara Clare,
Non so esattamente da dove iniziare, forse dal motivo di questa lettera inaspettata.
Per un anno sono andato via, per un anno tu sei stata li ad aspettarmi ed è vero, un anno in cui ti ho pensata notte e giorno, un anno in cui ti ho lasciata sola, un anno pieno di paure, la mia era quella che al mio arrivo tu non c'eri, ed è stato cosi.
Te ne sei andata, ti ho cercata ovunque anche nel nostro posto, e speravo con tutto me stesso che eri seduta li a maledirmi, lo speravo ma sei stata decisa sei andata via.
Sono rimasto ore nel nostro posto sai? Ho pianto e urlato, ma era inutile farlo sapendo che tu non tornerai.
Ti ho cercata per mesi, ho saputo anche di tua nonna e mi dispiace cosi tanto, ti ho cercata e un amico mi ha detto che eri li, cosi ho pensato di spedire la lettera a lui per poi dartela.
Non so se ora sei li a leggerla, non so se mi odi ancora per essere andato via, dovevo trovare una parte di me che era persa Clare, l'ho trovata.
Mi sono sono odiato anche quando una ragazza che era li a lavorare nel mio stesso bar mi ha baciato, mi sono odiato anche quando ci sono andato a letto ma tu eri li con me, mi sono odiato perché sapevo che dovevo dirtelo.
Mi dispiace Clare so che non basterà, niente è abbastanza per l'amore che provo per te.
Ma tu perdonami.
So che ne sei capace.
Ma tu non odiarmi perché il mio odio verso me stesso è abbastanza.
Se ti stai chiedendo perché non sono li da te? è semplice, perché tu hai bisogno di trovare te stessa cosi come ho fatto io, quando sarà il momento verrò a riprenderti Stanne certa.
Ti amo Clare.

Tuo Gabriel.

Non so esattamente cosa pensare di questa lettera.
Le lacrime sono scese da sole, mi ha tradita.
Gabriel è stato il mio primo amore, la mia prima volta, e stato il primo in tutto.
Non mi interessavo ai ragazzi, pensavo solo a stare tra me e me.
Forse per via dei miei genitori, mio padre è andato via quando ero piccola, lasciando me e la mamma da sole, mia madre ai miei diciassette anni è andata via con un altro uomo e ora ha una bambina di appena due anni con lui.
Non ci sentiamo più, forse è meglio così.
Gabriel mi ha sostenuta, amata e mi ha sempre dato coraggio.
Quando è andato via ero rimasta vuota, niente messaggi, nessuna chiamata, nulla.
E sapere che è stato bene tanto quanto male non so cosa mi fa provare.
Mi ha tradita, e per me il tradimento è tutto.
Ma sono felice che lui abbia trovato se stesso.
Ma non tornerò e lui non tornerà.
Mi fa male, ma devo resistere non mollare.

Delle gocce di pioggia iniziano a scendere mi alzo mettendo in tasca la lettera, e guardo verso l'alto, merda piove fortissimo.
I vestiti sono attaccati al mio corpo, e fa freddo.
Inizio a correre, ma cado a terra dopo che mi sono scontrata contro un corpo.
Alzo lo sguardo e noto che è un ragazzo.
Ha i capelli neri, come il tempo.
Gli occhi azzurri come il lago.
Alto, e un corpo muscoloso
"Scusami non ti ho vista" mi porge la mano per alzarmi e mi tira su.
"Tranquillo nemmeno io" sorrido leggermente.
"Tutto bene?" mi osserva.
La pioggia su di noi è peggiorata.
E credo davvero che mi prenderò la febbre.
Lo guardo un ultima volta senza dire nulla e corro via, voglio solo mettermi a letto, sotto le coperte e dimenticare quanto fa schifo essere tristi.
Non ho mangiato nulla e il mio stomaco ne risente probabilmente questa sera compro un panino nei dintorni.

Magari penserò a Gabriel, o al ragazzo che per un secondo ha capito tutto soltanto guardandomi.
Perché basta davvero poco delle volte per innamorarsi.
E io non avrei mai pensato che uno sguardo ti aggiusta il cuore e ti fotte la mente.

L'AMORE IN UN VIAGGIOWhere stories live. Discover now