Capitolo 2 - Re Erik

23 4 3
                                    

Il sovrano si ergeva sul suo trono, mentre una fila enorme di persone aspettava di incontrarlo per parlargli. Man mano che quest'ultima avanzava, i soldati reali controllavano a fondo i visitatori, prima che contagiassero con l'epidemia qualche membro della servitù o addirittura Re Erik.
Da lontano, le guardie videro arrivare due cavalieri a tutta velocità; inizialmente si allarmarono preoccupati che potessero essere due moribondi ma, quando riconobbero Edvard e Gunnar, tornarono tranquilli e li salutarono

<Edvard! Che ci fai qui? Lo sai che è pericoloso viaggiare di questi tempi, non dovresti rischiare>

<Scusami Alvar, ma devo parlare urgentemente con il Re.> E, avvicinando la bocca all'orecchio dell'amico, aggiunse <Riguarda l'epidemia, potrei aver trovato la causa>

Alvar spalancò gli occhi e, dopo aver visto la faccia scura di Edvard, decise di lasciarlo passare, nonostante le proteste delle persone in fila.

Appena entrati, i due si inchinarono subito al Re

<Mio signore Erik, Edvard Jakobsson e Gunnar Haldorsson al vostro servizio. Chiedo venia per essermi presentato senza preavviso, ma si tratta di una questione di massima importanza.>

<Edvard... da quanto tempo non ti vedevo...> sorrise <Sono contento che tu sia qua. Ma dimmi, di cosa vuoi parlarmi?>

<Mio signore, credo di avere scoperto la causa di questa epidemia>

Man mano che il Cavaliere gli spiegava la storia del simbolo sul collo e della tragicità della situazione a Gavle, la faccia del Re divenne sempre più preoccupata; in particolare, quando nominò Loki, il Sovrano non riuscì a trattenere una espressione di pura paura sul suo volto.

<L...Loki?> Balbettò 

<Sì, mio signore. Sono sicuro>

<Io ho combattuto contro i migliori eserciti di Britannia, Normandia e Russia, ma non ho mai affrontato un Dio. Che cosa mi consigli di fare?>

Edvard rimase sorpreso dalla richiesta del Re, visto che non aveva mai chiesto consiglio a nessuno.

<Vorrei partire per Lulea, nella regione di Norbotten. Ho analizzato delle carte della vecchia biblioteca di Falun, e si dice che il tempio abbandonato di Loki si trovi proprio lì. Abbiamo quest'unica possibilità di sconfiggerlo. Chiedo il vostro permesso, sire, per partire>

Il re sembrò dubbioso e insicuro della proposta del cavaliere. Pensò alcuni minuti prima di rispondere

<Edvard, lo sai che è un'impresa ai limiti dell'impossibile. Non voglio rischiare un cavaliere importante come te, mi servi per mantenere il dominio sulle mie terre, tu sei uno dei pochi servi fedeli che mi rimangono...>

<Mio signore!> Lo interruppe subito Edvard <Lo sa che se non riusciamo a fermare l'epidemia non ci sarà più un paese da governare, un esercito da comandare o dei sudditi da sfamare?! Mi lasci partire, la prego!> 

<Inoltre> aggiunse <Mia moglie è morta per questa epidemia> una lacrima gli scese dal viso, al ricordo della consorte morente <io vorrei fermarla, e sono pronto a dare la vita se necessario>

La faccia di Re Erik era un misto tra imbarazzo, dispiacere e paura, paura di perderlo. Infine, con voce solenne, acconsentì

<Hai il mio consenso e la mia benedizione per questo viaggio, Edvard Jakobsson. Va', e che Odino sia con te> Gli sorrise <Ma ti prego, resta una notte qua nel palazzo reale a riposare, così sarai pronto per partire domani> 

Da dietro qualcosa si mosse. Gunnar avanzò e, inchinandosi, disse 

<Mio signore, chiedo di partire insieme a Edvard per questo viaggio. Tutti i miei fratelli sono morti e anche io sono pronto a sacrificarmi per il bene del  paese che amo>

Il Re sorrise di nuovo. Capì che c'era ancora della brava gente fedele a lui e alla Svezia

<Consenso accordato, Gunnar Haldorsson. Va', e che Odino sia con te.>

I due furono scortati da una guardia in una piccola stanza nel palazzo e, dopo aver mangiato un pasto caldo, si misero a letto a riposare per l'imminente partenza.



Il Cavaliere del NordWhere stories live. Discover now