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Counting Stars -OneRepublic


Da un po' di notti Akaashi faticava a prendere sonno, inizialmente non ci aveva dato troppa importanza, credeva che fosse l'euforia nell'aver rivisto il suo amato Bokuto. Cominciò a trovare strana la sua insonnia, quando le notti in bianco proseguivano senza sosta, ma si disse che poteva trattarsi di una situazione normale, dopotutto era impegnato con la scuola, con gli allenamenti e con la vita da adolescente, spesso studiava anche di sera in vista dell'esame di fino anno. Forse era lo stress che non lo faceva dormire, o forse l'agitazione delle partite imminenti, o ancora l'ansia di essere il capitano della squadra, o la pressione della scuola e, in buona parte, l'amore per Bokuto. 

La madre notò il suo viso più stanco, una sera a cena, vide delle leggere occhiaie contornare gli occhi del figlio, e preoccupata gli chiese se stesse bene. E Akaashi disse di si, non voleva preoccupare la madre, da sempre molto premurosa con lui, cercò di tranquillizzarla dicendole che ultimamente la scuola lo rendeva così e che passava molto più tempo sui libri. In parte era vero, ma chiaramente la perdita di sonno non era dovuto solo a quello, la madre sapeva che il figlio era molto sveglio e intelligente per la sua età, alternava lo studio alla pallavolo, e non era mai stato così cupo. Tranne, pensò Akaashi, la prima settimana da single dopo la rottura con Bokuto. 

La madre cercò di sdrammatizzare il momento con una semplice frase ma d'effetto. -Tesoro, ti sei innamorato!-

Per quanto la frase della madre potesse essere banale e scontata, Akaashi la trovò pungente al punto giusto. Leggermente fastidiosa, ma anche leggermente azzeccata. Era sicuro che l'amore per Bokuto non lo potesse aiutare, così come non lo era avere delle persone intorno che ogni istante gli ricordassero l'ex fidanzato, seppur inconsciamente. Il padre per quanto fosse un uomo serio e silenzioso sorrise al figlio, era contento di sapere che il figlio aveva trovato qualcun altro dopo tanto tempo.

Akaashi non disse altro, non voleva continuare il discorso, sopratutto perché la madre avrebbe cominciato a fare domande e avrebbe voluto sapere assolutamente chi fosse la nuova "fiamma" del figlio. Era sempre la stessa dell'anno scorso. 

Ad entrambi  i genitori era piaciuto Bokuto, era simpatico, un ragazzo alla mano, per quanto chiacchierone e energico. Erano contenti che il figlio avesse trovato una persona che lo rendeva felice e gli volesse bene, ed si stupirono quando Akaashi disse loro che i due si erano lasciati.

Finita la cena, Akaashi, tornò in camera, studiò fino a mezzanotte e decise di stendersi sul letto, pronto per un ulteriore notte insonne. Il giorno dopo non sarebbe andato a scuola, e il ragazzo ringraziò che fosse giunto il fine settimana, con un po' di fortuna sarebbe riuscito a distrarsi o sarebbe riuscito a dormire.

Per qualche minuto si rilassò sul letto, e prima di cercare di addormentarsi scrisse a Bokuto. Si ripeteva, ogni volta che gli veniva in mente di scrivergli, di non farlo. Poteva evitare, tanto il più grande non avrebbe mai risposto, poteva evitare e cercare di prendere sonno, ma ormai l'immagine dell'ex fidanzato era vivida nella testa di Akaashi ed era troppo tardi per scacciarla. 

-Oggi sarò breve, voglio cercare di prendere sonno, dato che ultimamente l'ho perso, ma voglio anche scriverti. Non nego che la mia insonnia sia in parte dovuta a causa tua, purtroppo ti penso, ti sogno ad occhi aperti e mi ricordo dei nostri momenti, e ciò mi tiene sveglio. Sai già a cosa penso, penso a quello che saremo potuti essere, insieme. E tutt'ora prego, per tornare a contare le stelle insieme a te. E mi fa arrabbiare pensare a te che non sei qui, nel mio letto a stringermi come una volta.

Prima a tavola, i miei genitori, hanno notato che c'era qualcosa in me di diverso. Il mio viso è leggermente cambiato e poco fa guardandomi allo specchio ho visto dei segni evidenti. Sono poco più pallido del solito, ho il viso stanco e delle occhiaie che minacciano di espandersi attorno ai miei occhi. Sembro persino invecchiato, nonostante il mio corpo giovane, eppure non mi sento nemmeno così fresco e giovane, come potevo essere fino alla settimana scorsa. 

All'inizio ho detto che la mia insonnia è dovuta in gran parte a te, non voglio incolparti negativamente. A me piace stare sveglio e pensarti, ma se solo non avessi nulla da fare durante il resto della giornata. Il non dormire mi rallenta incredibilmente. E tu ti domanderai "perché mi scrive se sono io la causa delle sue notti in bianco?" La risposta è semplice: perché mi sento nel giusto nonostante io stia facendo sicuramente la cosa sbagliata. Se non ti scrivessi starei persino peggio. Non posso vederti, non posso toccarti, non posso parlarti, questa è l'unica forma che ho per sentirmi vicino a te. Non possono mentire, in questo momento mi stai uccidendo, ma mi fai sentire anche così vivo, Bokuto. 

Non pretendo molto da te, ma spero che leggendo questi messaggi tu possa pensare "Akaashi sento il tuo amore, lo sento ardere per me" e che questo pensiero possa portarti a cambiare idea e scrivermi. Qualsiasi cosa. Non voglio perdere la speranza di averti, nonostante tu mi stia lasciando in balia delle onde, non rispondendomi. Basterebbe un solo messaggio per farmi capire meglio tutto quanto. Così non posso sapere, ne se leggi i messaggi, ne se in qualche modo ti toccano e nemmeno cosa provi. 

Ciò che ho imparato è che il dolore, la perdita di qualcuno a me caro, mi porta ad affondare, come in un fiume. Io non posso liberarmi dalle onde che mi trascinano e lentamente sto annegando, ma se questo servirà a riportarti da me e ad essere salvato da te, allora va bene. Resisterò fino a quel giorno, in cui o tornerò a respirare oppure morirò annegato nel fiume.-


Akaashi inviò il messaggio, aveva scritto poche cose, ma molto forti. Sperò che con qualche parola più dura il più grande potesse rispondergli o magari preoccuparsi. Era impossibile che a Bokuto non importasse più nulla di lui. Non poteva Bokuto odiare Akaashi, dopotutto era stato il più grande a lasciarlo, l'unico che dovrebbe essere arrabbiato era Akaashi stesso. Ma il più piccolo non lo odiava, voleva spiegazioni. E pregò per ottenerle. 




Il corvino si addormentò solo verso le 6 di mattina, ma il risveglio avvenne rapidamente, dato l'arrivo di un messaggio. 

-Akaashi... dobbiamo parlare.-


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