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Ashes -Céline Dion


-"-Cos'altro c'è da dire, Akaashi?-  mi chiedesti in risposta alla mia domanda. Cos'altro c'era da dire dopotutto, per te Bokuto? Ogni mia preghiera o ogni mio tentativo di riappacificarsi ti sono sembrate strane, assurde, non necessarie. 

Eppure tu non sei stato sincero con me. Me l'hanno detto, ma non ce ne sarebbe stato bisogno. Ho sempre saputo che nonostante le tue parole, tu eri ancora innamorato di me. Ma quella domanda, Bokuto, quella domanda mi ha trafitto il cuore. C'erano una miriade di cose da dirmi, a partire dal "ti amo" fino ad arrivare allo "scusa", per poi concludere spiegandomi chi ti aveva costretto a tanto.

Ma quel giorno tu non dicesti altro. Posi quella domanda e non ti vidi più, lasciandomi a raccogliere i cocci del mio cuore ancora a terra. E ti ho chiamato, sentivo solo la mia voce vuota nel sentiero dietro scuola costeggiato di alberi di pesco. Le mie parole si infrangevano nell'aria e tu avevi creato una sorta di scudo per impedire ad esse di raggiungerti. Sentirmi in lacrime, coi singhiozzi e le grida, in un accumulo di emozioni contrastanti ma forti, non può non averti significato nulla. Secondo me ti mordevi le labbra, sforzandoti di non voltarti, sicuramente hai stretto i pugni e abbassato la testa, mentre qualche lacrima bagnava le tue guance. 

Sei andato via.

E mentre tremavo cercando a tentoni una panchina, ho sentito due mani avvinghiarmi in un abbraccio. Uno di quegli abbracci che dai ai tuoi amici più cari, dopo una perdita o dopo un triste evento. Era un abbraccio di Konoha, anche lui un diplomato di quel giorno. Non mi chiese nulla di quello che mi era successo, o perché ero così triste. Forse lui sapeva già quello che mi avresti detto o forse l'ha intuito dal mio pianto. 

Non mi sono vergognato di piangere davanti a lui, non l'avrei fatto in altre circostanze e lui sapeva o pensò si trattasse di qualcosa di grave, per essere ridotto in quello stato. E mentre il tempo scorreva inesorabile vidi il nostro futuro svanire, Bokuto. Quello che avevamo pensato insieme e quello che pensavo di proporti, quello che immaginavo di vivere e quello che nascondevo, ogni più piccolo pensiero stava volando fuori da me, mi abbandonava, come avevi appena fatto tu.

Ormai, a nudo, con accanto un mio ex compagno di squadra ad abbracciarmi, cercai di ricompormi. Volevo almeno recuperare quel minimo di dignità per non farmi deridere dagli altri, se mai Konoha l'avesse raccontato. Non l'ha fatto, e mi stupisce. Tuttavia, lo ringraziai pregando che non cercasse di chiedere spiegazioni, e non lo fece. Sono certo che ora sappia cosa mi aveva sconvolto quel giorno, gli avrai parlato. 

Ma non importa, mi chiedo però se Konoha ti abbia suggerito di parlarmi, di cercarmi. E preferisco sapere che non l'abbia fatto, piuttosto che sentirmi ancora male per te. Per aver finto che io non esistessi. Vorrei che tu fossi capace di prosciugare la rabbia della mia anima con le mie stesse lacrime, magari suonando al campanello di casa mia. Che ti costa? Vieni qui, io apro la porta e mi getto tra le tue braccia. Poi piango fino a quando la rabbia non diventa gioia, e ti bacio. Esattamente come l'anno scorso.

Perché ho bisogno di te qui, ora.-

Akaashi staccò gli occhi dallo schermo guardando fuori dalla finestra. Vide la pioggia. Sorrise. 

-Bokuto, può la bellezza nascere dalle ceneri?-



//Finalmente torno con gli aggiornamenti🐙 

mi mancava il mondo di wattpad, e da ora in poi sarò molto più attiva

-State guardando la nuova season di Haikyuu?-\\

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