Dies Irae

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La storia, sono in dovere di avvertirvi, ha prese di posizione abbastanza forti, ma ci tengo a precisare che esse non sono una critica teologica, bensì pensieri di personaggi fittizi destinati all'evoluzione di essi e della trama. Per quanto riguarda i fatti storici menzionati all'interno, sono stati descritti a seguito di una minima informazione che ogni scrittore dovrebbe fare, ma di certo non sono descrizioni perfette e tanto meno hanno un proposito educativo
Detto questo, se ancora non siete scappati, vi dauguro una buona lettura (e, se volete, vi invito a farmi sapere cosa ne pensate).










«La carità che non costa niente, il cielo la ignora.»

(Honorè De Balzac)








8 Marzo 793, Monastero di Lindisfarne, Regno di Northumbria, Inghilterra 

Tsarn (1) della propria vita di angelo serbava solamente la memoria frammentata di tutto ciò che non possedeva più.
Ricordava ali di morbide piume che splendevano sotto un cielo celeste, e la luce purissima che, sola, bastava a donarle una meravigliosa sensazione di libertà e innocenza che non sapeva più come provare -e che l'aveva stancata.

Si era dannata dal momento in cui aveva deciso di seguire la Stella del Mattino: stanca si era fatta cacciare all'Inferno, eppure inizialmente non era stata pronta ad accogliere l'oscurità, e solo poi aveva compreso l'incanto che era viverci.

Soleva passeggiare tra le rovine e le fiamme della Città di Dite per respirare la sua nuova libertà, quella meravigliosa libertà che si era guadagnata da quando aveva inalato l'aria del Regno Maledetto per la prima volta; non c'era nulla che rimpiangesse, e tuttavia, di tanto in tanto, osava sbirciare oltre i confini dell'Inferno verso la Terra -quel luogo verde e meraviglioso che somigliava così tanto alla sua vecchia casa e di cui desiderava vedere il cielo.

Ma non le era permesso.

Portare giustizia e paura tra gli esseri umani non era un compito che le spettava, e pertanto le porte della Terra le erano chiuse; la Stella del Mattino non ascoltava mai le sue preghiere, nonostante lei fosse una dei suoi più leali seguaci: le diceva che non era pronta, che, nella sua anima immortale, era ancora un Angelo -pura, buona, "debole come tutti i figli del Paradiso".

Tsarn amava l'Inferno, ma desiderava di più: desiderava un corpo che potesse provare dolore, desiderava essere viva, e più di tutto desiderava conoscere da vicino le creature che Dio amava più dei suoi stessi figli caduti -perché a loro era concessa una vita intera per fare ammenda? Perché loro potevano uccidere e poi avere salva l'anima solamente chiedendo pietà?

A lungo li aveva osservati, come si erano fatti tentare dal rosso succoso di una mela, come avevano ucciso il figlio di Dio per soddisfare la loro invidia e la loro avidità, come senza scrupolo alcuno avevano crocifisso il loro santo Pietro a testa in giù, e aveva provato solo disgusto, perché non era giusto che creature così fragili e meschine potessero godere dell'Amore che a loro, angeli nonostante tutto, era stato negato per sempre.

Tutto era cambiato per lei dopo un'eterna attesa, quando per gli esseri umani era iniziato l'anno settecentonovantatre e metà della Terra già credeva nella parola di Cristo. La Chiesa di Roma si era diffusa ormai in tutta l'Europa quando dei guerrieri pagani avevano deciso di attaccare il monastero di Lindisfarne per rubarne l'oro.

Tsarn stava osservando dal confine dell'Inferno quando la Stella del Mattino le aveva offerto la possibilità di attraversare le porte di quel mondo estraneo per portare la sua giustizia nella casa del Signore -"Aiuta i Vichinghi" le aveva detto "Proteggili, e mostra loro la via per la Santa Croce".

Lei aveva accettato il suo ordine con tutta la gratitudine che era capace di provare, e gli aveva baciato i piedi, promettendo che non l'avrebbe deluso.

Ora camminava calciando via i sassi del povero cortile, invisibile ma consapevole testimone di quell'apocalisse pagana che, nel silenzio della preghiera, aveva visto entrare l'anticristo nel luogo sacro, nella casa di Dio.

C'era cenere nel vento, la cenere di un camino ancora acceso, libera nel cielo plumbeo che prometteva pioggia imminente -invero, quello era un buon modo per inaugurare la propria venuta sulla terra. Una finestra sporca le rimandava il riflesso del corpo che si era creata: l'immagine di una skjaldmær (2) ricoperta di polvere e sangue così come l'ascia che teneva stretta nella mano sinistra -una potente guerriera che avrebbe portato il proprio popolo alla vittoria.

Tutt'attorno a lei riecheggiavano inni di vittoria e grida di terrore, e, per la prima volta da che era caduta nell'abisso infernale, il dolore che aveva provato nel sentirsi strappare le ali e nel vedere il proprio corpo sfigurarsi nella maschera dell'eterna dannazione si acuì.

Ora camminava attraverso il caos più totale per poter profanare l'ultimo porto sicuro, la misera cappella di preghiera dove tenevano Cristo crocifisso nell'oro: ne varcò la soglia incustodita senza che nessuno avvertisse la sua presenza, prendendo ad avanzare verso la corta navata non curante dell'incenso che le bruciava le narici. Una luce soffusa illuminava la via verso l'altare, ma lasciava in ombra le panche di legno - e lei rise dell'idiozia dei Cristiani che pretendevano di creare una via verso il Cielo quando era proprio nell'oscurità che quelli come lei sapevano nascondersi meglio.

Cristo la osservava fisso dall'alto della propria croce, giudicandola con l'avorio dei suoi occhi vuoti.

Dove sei ora, eh?

Si fece beffe della sua impotenza, ma poi il riso le morì sulle labbra.

C'era una figura seduta sull'altare, e fu come guardare il passato allo specchio, come se le ombre avessero deciso di svolgere il tempo e tornare a perseguitarla.

L'Angelo pregava in silenzio con le grandi ali piumate chiuse a carezzarle la schiena, e brillava di una luce bianca e purissima che somigliava a quella che anche lei aveva emanato, molto, molto tempo prima.

«Sei venuta qui per vedere tuo Padre cadere?» Ghignò, sprezzante.

L'altra alzò gli occhi per rivolgere uno sguardo mesto e carico di pietà: «Ti aspettavo.» Annunciò, rivelando una voce cristallina.

Tsarn inarcò il sopracciglio biondo del proprio corpo semi-mortale: «E perché?»

«Per porre fine a questa insensatezza.» Le ali dell'Angelo frusciarono quando si mosse per raggiungerla, facendo risuonare la cappella di un dolce canto celeste: «Non c'è motivo per tutto questo male.»

«Il male è una costante di questo mondo.» Tsarn cacciò via la mano che le veniva offerta in segno di pace: «E questi norreni stanno facendo ciò che desiderano, io ho solo aperto loro le porte. Li senti?» Con un dito indicò la porta chiusa della cappella, e nel silenzio che seguì giunsero alle loro orecchie le urla -di dolore e vittoria- e i sibili delle asce che fendevano l'aria per conficcarsi nella carne: «Questo è il libero arbitrio che papà ha tanto magnanimamente concesso. Non dare a me la colpa delle loro azioni.»

L'Angelo sorrise come se non l'avesse sentita: «Potresti rimediare.» Rispose: «Nostro Padre saprà essere misericordioso.»

«E come? Mi ridarà forse le mie ali? O lo lascerà fare a te?»

Lo sguardo confuso dell'altra davanti a quella domanda la fece scoppiare a ridere: «Pensi che non ti abbia riconosciuta?» Sputò: «Basta la tua luce a dire chi sei, Carità.»

Un'espressione compassionevole apparve sul volto dell'altra: «Allora saprai perché Dio ha voluto inviare proprio me. Posso insegnarti la pietà, posso ricordarti chi eri... insieme possiamo portare la pace in questa casa!»

Tsarn scosse la testa e si voltò con stizza, incamminandosi verso la porta a passo veloce: «Io sono l'Ira, mia cara, e con te non ho nulla a che spartire.»

Spalancò i battenti, e in silenzio osservò i vichinghi profanare la casa di Dio.



NOTE:
1 "Ira" in lingua yiddish (dialetto parlato dalla maggioranza degli Ebrei stanziati nell'Europa centrale e orientale e di quelli di qui emigrati negli Stati Uniti). L'Ira è uno dei sette peccati capitali, assieme a Lussuria, Gola, Avarizia, Superbia, Invidia e Accidia.
2 Le skjaldmær nella mitologia norrena sono donne-guerriero ispirate dalle valchirie.

Tears of an Angel [AngelxDemon lesbian story]Where stories live. Discover now