4. Un anno di ricordi (REV)

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La Sala Grande è uno sfavillio di fluttuanti candele, si riflette nell'oro delle stoviglie sulla tavola con ricchezza imbandita per il banchetto d'inizio anno scolastico.

Il mio stomaco è rigidamente chiuso e so che non riuscirò a trangugiare nulla: pochi giorni fa Silente mi ha comunicato di avermi assegnato la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure, cui per tanti anni ho aspirato, ma che mi aveva sempre negato con ostinazione, senza che riuscissi a comprenderne il motivo.

Finché mi confidò del sortilegio di Voldemort, giusto l'anno in cui assegnò la cattedra a Lupin. Aveva capito che non sarei stato in grado di sopportare l'affronto, così si era deciso a rivelarmelo.

Adesso l'affida a me: non è sicuro che la mia pozione possa funzionare per sempre o, forse, sospetta che gli nasconda qualche cosa, come in effetti è. E il Voto Infrangibile pende sempre, inesorabile, sulla mia testa.

Ad ogni modo, Albus ha deciso di rischiare il tutto per tutto: Potter e i suoi amici hanno un assoluto bisogno che qualcuno insegni loro a difendersi con reale efficacia.

Ne abbiamo discusso a lungo ed entrambi siamo disposti a sfidare la Maledizione della Cattedra. In fin dei conti, se tutto va bene, cioè se la mia pozione stregata funziona e se riusciamo ad aggirare il Voto, salvando l'anima di Draco, una volta superata anche l'ultima, piccola e trascurabile seccatura, cioè l'ira furibonda che coglierà l'Oscuro Signore al fallimento del suo piano - e lo indurrà a prendersela con me come mai ha fatto prima d'ora -, se sopravvivo, potrei sempre tornare a Hogwarts a insegnare Pozioni!

No, ad Albus non è piaciuto il mio sarcastico accenno alle consistenti difficoltà insite nel piano. Del resto, non ha l'abitudine di modificare i programmi solo perché io non concordo!

Mi sono sempre chiesto se anche Lupin sapesse e, se del caso, come abbia affrontato l'anno scolastico con quella consapevolezza: curioso, alla fine sono stato proprio io, insieme alla luna piena, a dare una mano alla Maledizione.

Sarò ancora io, con un mio atto, o con la mancanza dello stesso, a far avverare ancora una volta la Maledizione?

La cattedra di Difesa, a lungo agognata, è diventata ambito premio e temuta condanna insieme!

Scrollo la testa e mi accorgo che sto di nuovo stirando le labbra nel solito odioso sorrisetto, sgradevole e sarcastico per chi lo osserva da fuori, ma tristemente amaro per me.

Vorrei mostrare un'aria di trionfo davanti agli studenti, quando Silente comunica il mio nome quale nuovo professore di Difesa; invece, riesco a malapena a sollevare una mano per ringraziare il boato di applausi dei miei Serpeverde.

Per un istante incrocio lo sguardo di Potter: è sbigottito per la notizia e non ho bisogno di entrargli nella mente per comprendere i suoi pensieri. Glielo leggo in faccia che è sconsolatamente convinto che io abbia alfine raggiunto l'agognata meta.

Scommetto che riesce perfino a vedere un trionfo, che non esiste, dipinto sui miei lineamenti tirati.

E, forse, se come altri crede alla voce del malocchio sulla cattedra, presto si consolerà con i suoi amici augurandomi una terribile morte.

Si volta con furia verso Weasley: ho indovinato. La Granger li redarguisce severa: l'ennesima dimostrazione che il sangue dei Babbani a noi maghi fa solo bene.

Anche tu hai indovinato, Potter: la Maledizione della cattedra pende come una spada di Damocle sulla mia testa e in palio c'è proprio la mia vita.

Quanto è atroce la morte che mi hai augurato, Potter?

Porre fine al libro dei miei giorni,

questo chiedi ignaro delle parole

che non sai leggere sul mio sacrificio.

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