~XXXIV. RICOMINCIARE~

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Il tragitto in moto me lo godo come sempre in silenzio, appoggiandomi alla schiena di Dy che sfreccia tra le strade affollate della "Grande Mela". Grazie a lui ho anche superato la paura dell'alta velocità... ora non mi spavento quando preme il piede sull'acceleratore, infondo mi fido di lui... so che non mi metterebbe mai in pericolo.

Quando raggiungiamo il centro iniziamo a entrare in qualche negozio per chiedere informazioni sul lavoro: entriamo in bar, caffetterie, negozi vari ma nessun lavoro sembra adattarsi alla sua situazione. <Non so se riuscirò a trovare qualcosa...> mi dice scoraggiato mentre passeggiamo per la strada affollata, <Ma no... lo troveremo! Che ne dici di tentare come assistente meccanico?> propongo indicando un poster appeso ad una bacheca poco distante da noi, <Tanto vale tentare...> e con un'alzata di spalle si dirige verso l'entrata, <Buona fortuna, io ti aspetto qui!> gli dico indicandogli una panchina vicina, lui annuisce per poi entrare nell'officina. Dopo pochi minuti mentre davo un'occhiata ai social sul cellulare, una donna di bell'aspetto si siede accanto a me, <Ciao cara, sei Sarah giusto?> mi domanda, ma chi è questa? Come fa a conoscermi? Cosa vuole da me? Io annuisco un po' incerta sulla persona che mi trovo davanti, <Oh, non preoccuparti... piacere sono Camille e-> la sua presentazione viene interrotta dall'arrivo di Dylan, <Sarah, perchè stai parlando con questa donna?> mi domanda lui con sguardo severo, <I-io-> cerco di spiegare la situazione confusa per il suo cambio di umore, ma Camille mi interrompe: <Dylan, ti prego, non comportarti così...> lo supplica con occhi lucidi, <Penso di essere stato chiaro l'ultima volta, Sarah, andiamocene, ti prego... non voglio rimanere qui un minuto di più con questa donna> mi dice tirandomi per un braccio lontano da quella signora. Io non capisco, sono molto confusa... come faceva quella donna a sapere il mio nome? Perchè Dylan era così infuriato? Come fa a conoscere Dylan? Mille domande per la testa e il silenzio tra noi due smorzato dai nostri passi e dai suoni della città sono l'unica cosa rimasta... <Dylan, che ne dici se ci fermassimo alla paninoteca qui vicino, ho fame ed è quasi ora di pranzo> propongo, lui annuisce in silenzio entrando nell'edificio che avevo indicato. Dopo aver ordinato e preso i nostri panini ci sediamo ad un tavolo vicino alle vetrate, <Allora, chi era quella donna? Come faceva a conoscermi? E non dirmi "non lo so" perchè non ci credo...> domando, lui dopo diversi minuti trascorsi con la testa bassa alza finalmente lo sguardo, <Era mia madre quella> dice solo. Ora torna tutto, il fatto che mi conoscesse, la reazione di Dylan e il suo comportamento, l'unica cosa che non capisco è cosa volesse da me... <Perdonami se hai dovuto assistere ad una cosa del genere, ma fidati è meglio questo che una delle nostre litigate. L'ultima volta che ci siamo visti lo sai com'è andata a finire, le ho detto di rimanere fuori dalla mia vita, che per me lei e mio padre non sarebbero più esistiti, lei ha cercato di nuovo di mettersi in mezzo alla mia vita attraverso a una delle persone a cui tengo di più e io ho agito di conseguenza, come se non la conoscessi... solamente così riuscirò veramente a liberarmi della loro presenza e vivere la mia vita in santa pace.> mi spiega, <Se è ciò che vuoi...> sussurro, <Non potrei fare altrimenti...> dice dando un morso al suo panino, <Invece cosa mi dici dell'officina?> gli domando cambiando discorso, <Mi ha detto i ripassare dopo pranzo perchè il capo non era in negozio...> <Oh, beh dai... hai ancora una chance...> <Sì ma non mi illudo... non so se mi prenderanno... anche perchè io non ho mai lavorato e quindi non ho alcuna esperienza anche se di motori me ne intendo> mi dice, <Ma come farai in questi primi giorni? Devi andare via dal dormitorio domani dove andrai a stare? Non hai ancora trovato casa> gli chiedo un po' preoccupata per la sua situazione, <Tranquilla mi ospita Matt... tanto i suoi sono ancora via per lavoro e anche lui torna a casa> <Ah okay...> annuisco decisamente più tranquilla. Il pranzo continua tranquillamente, tra qualche battutina e risata, come se l'incontro di prima non fosse mai avvenuto, e verso le 2pm ci incamminiamo di nuovo verso l'officina... speriamo bene! <Buona fortuna e spacca tutto! Stai tranquillo> lo rassicuro prima che entri, lui mi sorride e mi sussurra un "grazie" per poi voltarsi.

Dopo circa venti minuti trascorsi a giocherellare con i sassolini fuori dall'officina la figura di Dylan ricompare sull'ingresso con un'espressione seria, così mi avvicino impaziente di sapere l'esito del colloquio, <Allora?> gli domando dato che lui rimane in silenzio con sguardo serio, <Beh...> sospira <Comincio lunedì pomeriggio!> esclama eccitato, <Oh mio dio! E' fantastico!> urlo saltandogli in braccio, lui con un sorriso mi stringe a sè, <C'è da andare a festeggiare! Che ne dici di un frullato?> propone molto più sollevato e sembra che quell'aria triste e arrabbiata se ne sia andata completamente... sono davvero felice per lui!

Dylan

Quando l'uomo che ho davanti sulla quarantina pronuncia quelle tre fatidiche parole: <Cominci lunedì pomeriggio> torno a respirare normalmente. <La ringrazio molto signore, non ne rimarrà deluso> mi alzo stringendogli la mano, <Lo spero bene... a presto ragazzo!> Io annuisce per poi uscire dall'ufficio. Ora che lo dico a Sarah! Sarà felicissima! Infatti quando le do la bella notizia mi abbraccia forte... non ce l'avrei mai fatta senza di lei! Dopo tutto quello che ho passato finalmente le cose iniziano ad andare per il verso giusto e forse ora potrei ricominciare la mia vita senza dipendere da nessuno e senza dover ringraziare nessuno... ogni cosa sarà frutto del mio impegno e del mio lavoro... così potrò solo dire grazie a me!

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