Derrin lo fissa sempre più scettico. «Quei pirati non ci lasceranno andare tanto facilmente. Soltanto quello basso è stato un osso duro da mettere fuori gioco quando ci ha visti» riflette ad alta voce.

«Che vengano» interviene Asso, mimando il gesto menare due pugni all'aria che ha davanti.

Kalen ridacchia. «Stiamo parlando di una delle ciurme di pirati più prestigiose e sanguinarie. E Moheil è la nave più veloce che io abbia mai visto».

«Finora non ci hanno raggiunto e poi noi abbiamo occhi grigi» gli risponde Asso sicuro di sé.

«Occhi grigi» dice piano Derrin. «Erano marroni quando ci siamo incontrati».

Mi stringo nelle spalle. «La magia... Quando fluisce nel mio corpo ne cambia il colore» gli spiego, sentendo improvvisamente l'attenzione di quei tre ragazzi pesarmi sulle spalle. Ecco ora lo sanno tutti, come se non se ne fossero già accorti prima. Ma pronunciare la mia natura così, in questo modo, era qualcosa di nuovo per me. Mi sentivo quasi come se gli avessi appena rivelato il colore delle mie mutande.

«Ora tocca a me fare le domande» Kalen interrompe il mio imbarazzo. «Che ci facevano tre come voi sull'isola di Barbarouge?».

«Uno spettro ci ha attaccati» gli racconto «E poi ci siamo ritrovati lì, ma divisi. Non sapevo dove fossero Asso e Derrin».

«Accidenti, si stanno moltiplicando» impreca a denti stretti. «Questo non è un bene. Gli spiriti del Vento sono pericolosi e mortali. Siete fortunati ad essere vivi».

Guardo Derrin e scorgo nei suoi occhi la mia stessa preoccupazione per il resto dell'equipaggio dell'Aurea. «Uno spettro?» mi domanda lui incredulo.

«Sì, tu non riuscivi a vederlo».

«Solo chi è stato toccato dalla magia può vederli» ci chiarisce Kalen.

«Magia» sussurra Derrin ancora più incredulo, toccandosi il mento con una mano.

«Derrin... Mi dispiace».

«E per cosa?».

«Per non aver salvato tutti, per averti tenuto nascosta la mia natura. Ma gli umani odiano i maghi, li perseguitano, ne sono spaventati e io non volevo rischiare».

«Ma che stai farfugliando? Occhi grigi devi aver sbattuto forte la testa quando sei inciampata sulla radice» mi interrompe Asso visibilmente divertito.

«Io...» mi sento improvvisamente smarrita da quell'atteggiamento. Loro tre mi guardano come se avessi appena raccontato una barzelletta.

«Gli umani ricercano la magia. Durante l'Ultima Guerra, i maghi hanno deciso di rintanarsi a Farvel, ergendo una barriera per non avere più contatti con nessuno oltre la loro stirpe. Ma gli umani non hanno fatto nulla per scatenare questa reazione nei maghi. Prima si viveva in pacifica armonia e reciproco aiuto. La motivazione della loro scelta è ancora un mistero. Ma non conosci la storia?».

Le parole di Asso mi colpiscono con la forza di un pugno nello stomaco. Ma se quella che dice è la verità allora cosa mi era stato insegnato? Mi avevano mentito tutti? Anche Jarleth?

La figura di mio padre che consegna la pergamena al capitano Antares compare nella mia testa. Mi costringe a rivivere la scena. A rivedere i suoi occhi vuoti, senz'anima. Mio padre... Non mi avevano mai detto che era vivo. Era possibile che mi avessero mentito su tutto quanto. Forse per trattenermi laggiù, tra le loro mura.

«La conosco» replico decisa, cercando di scacciare quegli infidi pensieri «Ma in maniera diversa».

«Solo due maghi sono fuggiti da Farvel, circa diciotto anni fa. Uno è il protettore della regina di Alrisha e vive con lei nel castello di Zenevia. Si tratta di Lucis Dinasta, uno dei maghi più forti mai esisti» continua il racconto Derrin.

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