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Per Marisol salire sul taxi senza voltarsi indietro verso Mary e Frank, era stato difficile come nessun'altra cosa al mondo. Avrebbe voluto raggiungerli, stringerli entrambi tra le braccia e dire loro che non se ne sarebbe andata, mai e poi mai. Che sarebbero stati felici, insieme, e che avrebbero vissuto per sempre dentro una bolla di gioia pura.

Ma non lo aveva fatto perché non era la cosa giusta e perché dare voce alle ragioni del cuore aveva finito per spezzarla e ora che le cose stavano iniziano ad andare meglio... Le parole di Frank le risuonavano ancora nelle orecchie. Ti amo le aveva detto e lo aveva ripetuto. Per Marisol era stato come morire e rinascere e poi morire di nuovo. Aveva pianto e lo aveva baciato e Dio, quelle labbra erano la cosa più bella che le fosse mai capitata. Si univano così perfettamente alle sue che sembravano destinate a stare insieme.

Peccato che non sarebbe successo. Lei aveva deciso di tornare a New York e era intenzionata a non cambiare idea per niente al mondo. Era sicura che, nonostante la dichiarazione di Frank, non sarebbe andata a finire bene se fosse rimasta... O forse era solo la sua paura a parlare, non lo sapeva.

Sapeva solo che l'aeroporto le stava davanti, il taxi era già sparito alle sue spalle, la sua valigia le stava di fianco e il cuore le batteva così forte da spaventarla. Il suo aereo sarebbe decollato da lì a poco ma lei non era più sicura di volerci salire a bordo, nonostante per tutto il viaggio in taxi avesse pensato di esserlo.

Abbassò gli occhi e respirò a fondo iniziando a piangere. Non sapeva neppure perché stesse piangendo e si sentiva una stupida a farlo. La folla che andava e veniva sembrò non accorgersi neppure di lei, era invisibile esattamente come si sentiva a New York.

Le piaceva il lavoro, le piaceva davvero, ma odiava tornare in una casa vuota e ancor di più odiava la consapevolezza che non le sarebbe bastato camminare per alcuni isolati per vedere delle facce amiche. C'era Julian e c'erano i suoi colleghi ed erano tutti gentili, ma non erano Stacy con le sue follie, Roberta con le sue frecciatine, Frank con i suoi occhi azzurrissimi o Mary con le sue strampalate canzoni.

Doveva prendere una decisione e doveva farlo in fretta, perché se fosse salita su quell'aereo tornare indietro sarebbe stato complicato. Respirò a fondo e poi decise.

****

Frank si chiese quando quel vuoto che sentiva al centro dello stomaco sarebbe passato. Se mai fosse passato. Aveva la inquietante sensazione che sarebbe rimasto lì per sempre, anche se altre, dopo Marisol, sarebbero arrivate.

Nessuno avrebbe potuto colmarlo perché mai avrebbe amato qualcuno nel modo in cui aveva amato lei. E nonostante questo, come un idiota, le aveva fatto male e aveva commesso un errore dietro l'altro. Non avrebbe mai dovuto lasciarla andare a New York sin dall'inizio. Avrebbe dovuto dirle quel giorno, durante il matrimonio, quanto la amava, dirle che l'avrebbe aiutata a realizzare i suoi sogni nonostante tutto, pensare a se stesso come ad un sostegno e non come ad un intralcio.

Ma aveva fatto tutto al contrario e lei era partita e quando era tornata le cose si erano complicate e, anche se per un istante lui aveva creduto che sarebbe rimasta, alla fine se ne era andata di nuovo. Non sarebbe mai riuscito a togliersi da davanti agli occhi la sua espressione ferita mentre il taxi la portava via poche ore prima. In quelle iridi nocciola c'era tutto un mondo che a lui non era dato esplorare, non più.

Ed era tutta colpa sua.

Giocherellò con le chiavi di casa mentre percorreva il vialetto e sospirò inserendo la chiave nella toppa. La porta si aprì prima che potesse girare e i suoi occhi incontrarono quelli di Marisol. Era dentro casa sua, in un angolo vicino al tavolo c'era la valigia che le aveva visto caricare sul taxi prima. Si chiese se stesse sognando.

"Che ci fai tu qui? Credevo che fossi partita" le chiese. Anche se era un sogno voleva goderselo tutto.

"Stavo per farlo, ma sono arrivata in aeroporto e non ce l'ho fatta. Non voglio tornare a New York. Io ti amo Frank, voglio rimanere qui con te e con Mary e con Roberta ma ho paura che mi spezzerai di nuovo il cuore..."

Lui scosse il capo avanzando di un passo. "Non lo farò, te lo prometto" le disse. "Ti amo tantissimo. Posso baciarti adesso? Ti prego..."

Marisol sorrise. "Sarà meglio per te che tu lo faccia."

E lui lo fece. Poggiò la bocca su quella della donna e la strinse forte a sé. Con una mano richiuse la porta e sentì il buco allo stomaco chiudersi insieme ad essa. Il cuore si aprì colmandosi di gioia.

****

Frank non ne avrebbe avuto mai abbastanza delle mani di Marisol. Mai in tutta la vita, ne era certo. Con un bacio lasciò andare ogni difesa e sorridendo si spostò sulla sua parte di letto mettendosi supino per guardare il soffitto.

Sentì Marisol ridere e facendo lo stesso si voltò verso di lei per guardarla: era bellissima con quelle fossette sulle guance, gli occhi ancora lucidi di piacere. Lui non riusciva a smettere di sorriderle. Le poggiò una mano sul viso e si allungò per baciarla sulle labbra, una mano scivolò tra i suoi capelli, poi lungo la schiena e la strinse forte.

"Ti amo Marisol, dico sul serio. Non voglio stare senza di te, mai più, per nessuna ragione al mondo."

Lei gli accarezzò le labbra. "Ti amo anche io. Non so perché ci abbiamo messo così tanto a fare questo passo avanti. Credo che sia perché siamo due stupidi."

Frank rise. "Credo che tu abbia ragione. Cosa farai con il lavoro?"

"Non lo so. Forse tornerò a organizzare feste, ero brava."

"Lo eri" l'uomo annuì. "Ma credo che dovresti fare di più. Ci sarà pure un'agenzia pubblicitaria in Florida che ha bisogno di una talentuosa disegnatrice. La troveremo, te lo assicuro."

"Andrà bene comunque, l'unica cosa che conta siete tu e Mary."

"No, l'unica cosa che conta siamo noi, tutti e tre."

Marisol guardò l'orologio al polso di Frank. "Mary esce da scuola a mezzogiorno oggi. Andiamo a prenderla insieme, che ne dici?"

Lui la baciò con trasporto. "Qualunque cosa tu voglia" le disse sistemandosi sopra di lei e facendola ridere.

Gifted - L'amore quando meno te lo aspettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora