2, prima parte

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Harry - esattamente come aveva previsto - si chiuse la porta di casa alle spalle dopo 15 minuti e lasciò che una sensazione d'orgoglio lo invadesse come un fiume in piena. Era riuscito a tornare a casa, in tempi decisamente veloci, e niente di male gli era successo durante il viaggio. Avrebbe voluto molto telefonare alla madre per dirle che niente era andato storto, ma sua madre era al convegno e non voleva assolutamente disturbarla.

"Spero che mamma mi lasci più spazio, adesso. O almeno che si fidi abbastanza per farmi girare per la città da solo." pensò l'Omega, trascinando a fatica i sacchetti della spesa verso la cucina. Doveva mettere velocemente gli ortaggi al fresco o si sarebbero afflosciati. "Spero che capisca che sono un'Omega che sa badare a sé stesso."

Il riccio entrò in cucina e tirò con sé le buste, appoggiando entrambe sopra la superficie marmorea del tavolo. Da una di esse sbucavano delle bellissime margherite bianche e dei fiori cinesi rossi sangue che Harry aveva colto durante il viaggio e che prese per primi, con l'intento di metterli in un vaso pieno d'acqua. La casa dell'Omega - la quale si poteva definire villetta - era immersa nei campi coltivati e granosi della campagna aperta e non era raro per lui trovare dei fiori come quelli sul ciglio del vialetto della strada. La sua passione per la botanica l'aveva spinto a fare una ricerca dei fiori presenti a Sleepy Hollow e ogni volta che ne trovava uno nuovo si affrettava a metterlo con gli altri nella piccola serra che aveva installato nel giardino posteriore. Andava proprio fiero della sua collezione di fiori.

< In tanto vi metto qui > disse l'Omega, "parlando" ad alta voce con i fiori. Li mise in due vasi diversi e successivamente li riempì d'acqua. Aggiunse anche una piccola sostanza naturale che aiutava il fiore a vivere anche qualche giorno in assenza di terra. < e poi penso a sistemarvi meglio, okay? > Parlare da solo non era una cosa nuova per l'Omega e nemmeno strana, secondo il suo punto di vista: aveva iniziato a farlo alle elementari, quando i baby-beta lo allontanavano o lo ignoravano solo perché lui era un baby-Omega e aveva mantenuto l'abitudine fin adesso. Una sera, il piccolo, aveva sentito sua madre chiamarlo "meccanismo di difesa" in una discussione silenziosa con suo padre, ma Harry si era rifiutato di chiedere spiegazioni ed era corso a letto.

Una volta finito con i fiori, il liscio passò alla spesa: svuotò velocemente le buste e mise il contenuto all'interno del frigo, sistemando ordinatamente ogni alimento nel suo ripiano. Il vero problema arrivò quando il riccio dovette sistemare gli alimenti freschi nel reparto del surgelatore, che era la parte superiore del frigorifero dove il piccoletto non riusciva ad arrivare - essendo solo 1 metro e 56 - .

< Come dovrei arrivarci lassù? > il riccio sbuffò con un fare innocente che solo gli Omega possiedono e prese una sedia dalla sala da pranzo, che portò sotto il frigorifero. Con molta fatica e attenzione, salì sopra di essa e iniziò a sistemare la roba nel surgelatore. Stava prendendo il pesce quando sentì la porta d'ingresso aprirsi e la prima cosa che pensò fu che sua madre fosse tornata. < Hey, mamma! Sono qui, in cucina! > disse il riccio con fare innocente, continuando a mettere gli alimenti dentro il surgelatore. < Sono tornato cinque minuti fa.. Forse sei, ma non pensavo che saresti stata libera sennò ti avrei chiamato. Ah, è poi ho visto Laura, la fruttivendola. È così gentile con me! E mi ha chiesto di salutarti. > l'Omega rimase in silenzio, aspettando che la madre parlasse ma l'unica risposta che ricevette fu lo sbattere della porta.

"Non le è andata bene.." pensò Harry, zittendosi improvvisamente. Ogni volta che la madre di Harry aveva qualcosa che non andava, creava un'atmosfera di silenzio così doloroso da fare del male al piccolo Omega. Spesso la pausa vocale era dovuta dai frutti di un problema al lavoro, da una litigata o da una sorta di ripensamento profondo che spesso aveva e Harry, col tempo, aveva imparato a gestire la situazione. "Forse si è arrabbiata per il mio comportamento."

L'Omega non proferì altre parole e chiuse il surgelatore. Saltò giù dalla sedia e la mise vicino alla finestra della cucina, per poi sporgersi verso il corridoio che portava alle stanze del piano superiore.

< Se dovessi cercarmi, sappi che sono in camera mia. > disse il riccio, prima di zampettare sulle scale per raggiungere il piano superiore, che era stato abbinato per la zona notte della casa. Si tolse le scarpe prima di entrare in camera sua, appoggiandole vicino alla porta, e una volta dentro chiuse la porta come d'abitudine.

"Dovrei scusarmi con lei" pensò rattristato il riccio, andando a sedersi sul morbido letto. Tolse il cellulare dalla tasca e lo mise subito in carica, anche se la batteria era all'80%. "Sono stato un cattivo Omega a comportarmi in quel modo" Al solo pensiero di aver ferito sua madre, una lacrimuccia rigò il volto del riccio, che si affrettò a toglierla.

Mentre lo fece, il cellulare alla sua destra vibrò per qualche secondo: qualcuno gli aveva mandato un messaggio. Harry prese il cellulare tra le mani, lo sbloccò e guardò con fare confuso il messaggio che apparteneva alla madre.

"Perché mi scrive se si trova al piano inferiore?" si chiese il riccio, cliccandolo. Sua madre non aveva mai fatto una cosa simile: silenzio per lei significava anche che non avrebbe mai scritto al figlio per catturare la sua attenzione.

Tuttavia, una volta aperto il messaggio Harry capì perché le aveva scritto e il sangue gli si gelò nelle vene mentre con occhi tremanti leggeva il testo: "Mi dispiace molto per come ti ho urlato prima. Spero che tu possa perdonarmi. Ora dove sei, a casa? Il convegno è appena finito quindi sei libero di chiamarmi. Un'altra cosa, amore: tuo padre tornerà stasera alle 9, quindi sarai solo per un po'"

Quindi, chi diavolo era in casa con il piccolo Omega?
Ah, quasi quasi dimenticavo di ricordarvi che Harry era l'unico figlio della famiglia Styles.

Young And Beautiful  - Larry StylinsonWo Geschichten leben. Entdecke jetzt