Il Duello Inizia Ora!

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Mancava solo una carta nel mio deck, ma nonostante tutto, sapevo che con speranza e determinazione, avrei potuto capovolgere quella situazione a mio vantaggio. Gli occhi glaciali del mio avversario mi scrutavano nel profondo, provocando in me una profonda paura. Mi sentivo male, stavo perdendo i sensi...

Mi svegliai sul freddo pavimento della mia stanza con il mento dolorante.
"Ahia...." dissi con un filo di voce. Nonostante il pavimento fosse piuttosto inospitale, mi riaddormentai, ma un urlo mi fece balzare di scatto.
"MARNUKIN, SVEGLIATI!!"
Urlò il mio coinquilino dall'altra stanza.
Corsi subito in bagno ed appena entrai mi guardai allo specchio. Ero un ragazzo di media statura e abbastanza magro con folti capelli neri ed un ciuffo scuro che cadeva a coprire costantemente il mio occhio destro. Lo coprivo con i capelli perchè, avendo gli occhi di diverso colore, volevo nascondere questo difetto. Infatti il mio occhio sinistro era di una chiara sfumatura rossa-arancione, mentre il mio occhio destro era azzurro e, alle volte, blu come la notte.

Non ci diedi molto peso così mi lavai, mi vestii con una felpa nera e dei jeans per poi dirigermi all'entrata dove mi stava aspettando spazientito il mio inquilino Mètoro, già pronto per il lavoro

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Non ci diedi molto peso così mi lavai, mi vestii con una felpa nera e dei jeans per poi dirigermi all'entrata dove mi stava aspettando spazientito il mio inquilino Mètoro, già pronto per il lavoro.
"Non si può essere piu lenti di te, muoviti!"
Ero troppo stanco persino per parlargli, perciò lo ignorai.
Quando però stavo per varcare l'uscio, mi ricordai di un oggetto che portavo sempre, il mio ciondolo.
Era un regalo della mia defunta madre che ho sempre portato con me siccome era anche il mio portafurtuna. Si trattava di un ciondolo con una cordicella bianca legata ad un anello metallico che sosteneva un cristallo luccicante.
Cosi, guardando nel cristallo trasparente sussurai sorridendo:
"Mi manchi mamma..."

Giusto davanti all'entrata dell' Accademia vidi una massa di studenti che parlavano tra di loro. Con un sospiro mi feci forza, non sopportavo le persone a volte.
1 ora: Noia
2 ora: Noia
3 ora: Noia
4 ora: Noia
5 ora: Noia

Isomma un giornata divertente, l'ennesima giornata monotona da dimenticare.
Mi diressi verso l'uscita, e una volta fuori dall'Accademia, andai nel cortile posteriore e presi il mio pranzo a sacco.
Ero da solo, evidentemente gli altri erano andati al festival della primavera.
Mentre mangiavo tranquillamente il mio pranzo sentii la voce di un ragazzo urlare contro un' altro che stava singhiozzando.
Seguii i rumori che mi condussero verso un area della scuola che non avevo mai visto, una sorta di arena con delle gradinate in pietra, forse la vecchia postazione di allenamento per duellanti della scuola.
Fuori dall'arena e vicino alla siepe vi erano 2 ragazzi: uno a terra accovacciato, con i capelli arancioni e crespi in disordine, una camicia bianca e il volto spento.
Veniva tenuto con forza da un ragazzo probabilmente piu grande, dai capelli biondi che gli scivolavano sugli occhi pieni di rabbia. Indossava una camicia a scacchi blu ed un berretto scuro.

 Indossava una camicia a scacchi blu ed un berretto scuro

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