Capitolo 30

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"Che strano effetto entrare in questo ristorante e trovarlo così silenzioso e calmo quando invece di solito si cena comodamente seduti accerchiati da un vorticoso muoversi di persone che freneticamente si spostano in maniera apparentemente casuale. Una casualità che in realtà non esiste ma che invece cela, ora che vedo tutto così pulito e ordinato nella quiete di questa sala spenta, una struttura fatta di solide fondamenta di organizzazione, esperienza e professionalità. Solo adesso me ne accorgo."

Esordisce Giulia non appena le apro le porte del "Castore & Polluce" mentre la faccio entrare in questo luogo che adesso appare misteriosamente magico anche a me.

Ma dopo essersi concessa questa poetica confidenza che ha distorto per un attimo l'immagine che è ermeticamente salda in me di questa diabolica donna, subito torna a mostrare il lato perverso della sua indole.

"Allora Francesco datti da fare che non voglio passare la serata qui sola con te. Fammi assaggiare questo piatto e se ne sei capace stupiscimi."

"Datti una calmata Giulia. Assaporerai questa sera sensazioni irripetibili e io prenderò la mia ricompensa. Ora siediti a quel tavolo apparecchiato nel centro della sala, ti ho preparato un ottimo sauvignon Ronco delle Mele per accompagnare il piatto, versatene un calice mentre vado in cucina a completare il piatto. Torno subito."

Mentre questo angelo dalla duplice ambigua bellezza si siede, mostrandomi da un lato la sua prorompente avvenente eleganza e dall'altro il suo sottile e velenoso carattere, io mi dirigo in cucina dove il carpaccio di pesce è già pronto affettato a forma di crisantemo nel piatto, la salsa è dentro un dosatore con pompetta conta gocce pronta per insaporire la sottile carne del fugu e la pastella aspetta solo di ricoprire il fegato del pesce palla prima di cristallizzarsi in una crosta sottile e croccante a contatto con l'olio bollente.

Accendo la padella con l'olio e spero che si scaldi il prima possibile e per ingannare l'attesa intanto preparo la carta per asciugare il fritto. Dai, dannazione muoviti, scaldati, non resisto!

Questa falsa agonia, percepita solo dalla mia mente instabile, sta accentuando i miei sensi. Mi sembra di vivere amplificata qualunque cosa. Il rumore della fiamma che scalda la padella sembra prodotto da una fiamma ossidrica che è intenta a saldare 2 metalli. Il ticchettio dell'orologio della cucina, marcato da questo innaturale silenzio, sembra un martello che picchia su di un'incudine posta all'interno delle mie orecchie. Il neon sulla cappa produce un suono assordante. L'odore dell'olio che si scalda è intenso e nauseante.

Non ne posso più fai presto dannazione!

Il coltello è già affilato e ha sete della quasi verginale carne della ragazza.

Ma quanto ci mette ad arrivare in temperatura...

Muoviti! Muoviti! Muoviti!

Pronto finalmente. È stata una attesa indefinita e anche se si è trattato di pochi minuti ho avvertito questo intervallo di tempo come uno dei più interminabili mai passati dai tempi in cui mi nascondevo prima di essere pestato a sangue da mio padre.

È tutto un crepitare di acqua che sfugge dall'olio bollente mentre il fegato cuoce dentro la pastella che diventa sempre più dura in una forma astratta simile allo spruzzo che forma un'onda di mare che si frange sulle rocce.

Ora calmati Francesco, appoggia la tempura croccante nel centro del piatto, ferma la tremante mano e andiamo da Giulia in fretta perché il mostro scalcia e non so per quanto ancora riuscirò a trattenerlo.

Mentre esco dalla cucina con in mano il vassoio sul quale sono ordinatamente sistemati tutti i componenti del piatto vedo Giulia altezzosamente seduta al tavolo con in mano il calice di sauvignon che mi fissa austera. La gamba accavallata che noiosamente dondola nella stessa posizione dell'altra maledetta sera solo che questa volta la ragazza non è nervosa, anzi gode del fatto di essere servita dal cuoco Francesco Grieco in persona e la cosa mi fa ribollire il sangue nelle vene in maniera così violenta che le vorrei sbattere il vassoio in faccia e accoltellarla subito ma devo resistere. Qui deve solo mangiare, il resto lo farò altrove.

Non deve accadere nulla al "Castore & Polluce". Non qui!

"Ecco Giulia, metti giù il bicchiere e prendi le posate. Ti ho preparato uno dei più misteriosi ed eccezionali pesci che abbiamo su questo pianeta. È un pesce raro dalla carne delicata e squisita al tempo stesso. Qui in Italia ti assicuro che non lo troverai da nessun'altra parte. La carne cruda affettata così sottilmente ti si scioglierà letteralmente in bocca non appena sentirà il calore della tua lingua. Al centro del piatto, per dare un più spiccato tono di sapore, ho messo sempre una parte del pesce fritta in tempura. Il tutto accompagnato da una salsa teriyaki in pieno stile giapponese."

Finita la spiegazione del piatto lei continua a fissarmi con il bicchiere in mano senza muoversi e sempre con la gamba accavallata che dolcemente dondola. Si sta godendo fino in fondo questo attimo.

Brava goditelo pure finché puoi... Troia!

Dopo alcuni momenti di attesa, indolente e simulando una certa noia, appoggia il bicchiere al tavolo, avvicina la sedia e, mentre io con il contagocce le condisco il pesce con la mortale salsa, prende le posate e si appresta a fare il primo assaggio accompagnando una fettina sottile e letale alle sue sensuali labbra.

Senza proferir parola assaggia. Assapora, gusta e poi finalmente dice.

"Effettivamente si è sciolto in bocca." Poi un'altra fetta e poi ancora una. "Delicatissimo ma incredibilmente buono." Infine, prende la tempura ancora calda e timidamente le dà un morso. Segue una sinfonia di crepitii dovuti alla croccantezza della pastella. "Fantastico, croccantissimo fuori e morbidissimo dentro... quasi cremoso!" Un altro morso alla tempura e poi ancora 2 forchettate piene di sashimi. "Anche questa salsa è strepitosa!"

Dopo un attimo di esitazione continua.

"Che strana sensazione... sento la lingua e i denti come intorpiditi, quasi faccio fatica a parlare." Fa una delicata risatina e poi non resiste e prende un'altra forchettata di pesce. Il piatto è ormai finito.

"Lo devo ammettere Francesco sei strepitoso quando vuoi. Se tu mettessi piatti come questo in menù la terza stella arriverebbe immediatamente." Comincia a biascicare, l'effetto della abbondante tossina sta facendo velocemente effetto. "Strana però questa sensazione di torpore che continuo a sentire, cos'è secondo te? Mica mi avrai messo qualche cosa di strano? Qualche cosa al quale sono allergica?" Comincia a preoccuparsi.

"So di essere il migliore! Le esperienze che ho fatto in giro per l'Europa e la conoscenza delle materie prime che ho continuato ad approfondire in questi anni fanno di me indiscutibilmente il più talentuoso e competente chef che opera in Italia. È per questo che quando ho a cena una ragazzina viziata, ignorante e presuntuosa come sei tu perdo la testa. Ti assicuro che in condizioni di normalità sono una persona tranquilla e cerco di mantenere tranquilla anche quella parte inquieta che sta dentro di me. Ma l'altra sera hai proprio esagerato e non c'è stato niente da fare, la bestia è venuta fuori a reclamare la sua ricompensa."

"Ma che stai dicendo?" La tensione in Giulia sale e l'adrenalina nel suo corpo non fa altro che accelerare ulteriormente il processo di paralisi tanto è vero che quasi fatico a capirla e il viso assume una espressione strana, innaturale.

"Tranquilla Giulia per il momento non ti succederà nulla. Non qui dentro almeno. Questo ristorante per me è sacro e non permetterò alla bestia di averti qui dentro. Prima aspetteremo che la tua paralisi sia completa e poi ce ne andremo."

"Pa-ra-li-si?" sillaba a fatica lei.

"Si, una vigile paralisi per l'esattezza. Non voglio mica che ti perda il meglio. Quello che hai appena mangiato è il letale fugu, o pesce palla se preferisci, e la neurotossina presente nelle sue carni e nel suo fegato, prima di ucciderti per asfissia, procura una paralisi completa. Ma stai tranquilla ancora una volta perché prima che sopraggiunga il blocco del tuo diaframma e quindi che tu muoia per insufficienza respiratoria penserò io a donarti la morte più straziante e dolorosa possibile."

Giulia cerca di alzarsi di scatto ma riesce solo a rovesciare il bicchiere e la sedia, dopodiché piomba pesantemente a terra. Le gambe non la reggono più e neanche la sua velenosa lingua le ubbidisce.

È arrivato il momento di caricarmela in spalla e di spostarla dove nessuno potrà disturbarci.



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