Capitolo 20

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Appena prima di uscire dal locale, con la giacca ancora mezza infilata, vedo arrivare la solita macchina bianca e celeste che parcheggia proprio davanti all'ingresso del "Castore & Polluce".

È la volante della polizia che sta facendo il giro di ronda del centro e, come spesso accade, si ferma da noi per chiedere se tutto va bene e quindi per prendere un caffè che gli dia la giusta dose di energia per proseguire la notte.

"Buonasera ragazzi, serata ancora lunga o state per staccare?" Esordisco io appena li vedo.

"Buonasera chef." Risponde sorridendomi Guglielmo. "No, è ancora lunga questa sera e tra l'altro sembra non passare mai."

"Dai che vi offro un buon caffè, un attimo di pausa prima di tornare pronti a far fare sogni tranquilli alla città." Cerco di avere sempre un rapporto amichevole con le forze dell'ordine forse perché so benissimo che in realtà dovrebbero arrestarmi e buttare via la chiave e forse anche perché nessuno meglio di me sa che sono ragazzi giovani che per una miseria di stipendio rischiano veramente che uno psicopatico come me possa saltare fuori dal nulla pronto ad aprirgli la testa con un mattone. "Come procede il vostro lavoro ragazzi? È successo qualche cosa di rilevante ultimamente?"

"Guardi chef ultimamente non si fa altro che parlare di quel pazzo che ha fatto a pezzi 3 persone nell'ultimo mese. I giornali ovviamente non entrano nei dettagli ma mi creda ho avuto modo di vedere alcune foto e le posso assicurare che le scene erano davvero raccapriccianti." Sono sempre in 2 in pattuglia ma mentre uno, Roberto, è piuttosto taciturno e avere informazioni da lui è sempre un po' problematico l'altro, Guglielmo, è un ragazzo aperto che quando comincia a parlare non la smette più. Dal mio punto di vista è ottimo anche perché così riesco ad avere sempre notizie fresche anche prima che ne parlino i giornali.

"Ah, sì ho letto sui giornali di 2 omicidi particolarmente cruenti ma nessuno ipotizzava che si trattasse della stessa mano ad averli commessi. Ne siete sicuri?"

"Guardi conosciamo molto bene l'ispettore al quale sono state affidate le indagini, gli ho parlato proprio oggi, e mi ha detto che è praticamente certo che il bastardo sia lo stesso." Afferma con decisione Guglielmo.

"Io per la verità ho qualche dubbio, sono ancora troppo scarse le prove per poter affermare che la persona sia la stessa. Non capisco proprio come l'ispettore Rose possa esserne certo." Subito lo contraddice Roberto insinuando un certo dubbio.

"È vero ma io mi fido molto della capacità investigativa dell'ispettore e se lui ne è così sicuro evidentemente sa qualche cosa che noi non sappiamo." Si accende un dibattito tra i 2 colleghi.

"Mi sembra di capire che comunque la polizia brancola nel buio." Cerco di provocarli sperando che con questa battuta possano tirare fuori qualche altro dettaglio, approfittando così di questa inaspettata chiacchierata che mi riguarda in prima persona.

"Considera comunque che in realtà neanche l'ispettore Rose non ha grandi indizi per le mani e questo è un dato di fatto, quel gran bastardo, sempre ammesso che sia una persona sola, è stato molto attento a non lasciare tracce nonostante tutto il casino che aveva combinato." Santifica Roberto.

"Pensala come vuoi ma secondo me tutto porta a un'unica persona, la stessa ferocia, la stessa precisione nel fare a pezzi i cadaveri e la stessa attenzione nel non lasciare tracce." Si prende l'ultima parola Guglielmo.

La cosa non solo mi tranquillizza ma mi riempie anche di orgoglio per questi lavori così ben svolti.

"Ma sono state veramente così brutali le aggressioni?" Mi piace giocare come il gatto con il topo continuando a chiedere particolari sui 2 omicidi. La parte vanesia che è in me sta proprio godendo in questo momento.

"Guardi per ovvi motivi non posso scendere in dettagli così scabrosi, anche perché alcune informazioni sono coperte da segreto istruttorio, ma posso chiaramente affermare che un macellaio non sarebbe stato in grado di fare di meglio!" Afferma Guglielmo.

"E com'è questo ispettore? È un ragazzo in gamba o siamo tutti in mano a un incompetente?"

"Si chiama Daniele Rose, ho lavorato con lui per 3 anni al reparto mobile, è un ragazzo veramente in gamba e fortunatamente se c'è uno che è in grado di poter gestire questa patata bollente quello è proprio lui. Meticoloso, preciso, che non lascia mai nulla al caso, pignolo fino alla nausea e pure un poco spacca palle. Un lavoratore instancabile ma soprattutto dotato di una intelligenza fuori dal comune. Se posso fare una similitudine chef lo vedrei bene all'interno di una cucina di un ristorante importante come il suo a lavorare insieme a una persona come lei. Anzi posso dirle che in alcuni suoi atteggiamenti la ricorda decisamente." Queste parole mi turbano. "Non sono affatto contento per lui per essere stato incaricato di una indagine così impegnativa, vista le pressioni che gli faranno, ma devo dire che siamo proprio in buone mani." Dice molto chiaramente e con un briciolo di orgoglio Guglielmo.

"Capisco. Allora non voglio sapere altro anche perché sono un ragazzo sensibile io e non vorrei fare sogni inquieti questa notte." Dico per sdrammatizzare e per tagliare corto il discorso evitando di far intravedere per intero il mio interesse che potrebbe risultare fuori luogo e sospetto. "Bene ragazzi vi auguro un buon servizio questa sera e fate attenzione ai brutti incontri. Io andrò a bermi una bella birra in tutta tranquillità sapendo che ci siete voi in giro a proteggermi da quel figlio di puttana." Così facendo li congedo con un sorriso accompagnandoli alla loro macchina di servizio.

Mentre mi dirigo verso il pub dove mi aspetta il mio dorato premio per la serata di duro lavoro mi viene naturale ripensare ai commenti fatti dal poliziotto a riguardo degli omicidi e soprattutto a riguardo di questo ispettore Rose. Non so dire se queste parole mi abbiano fatto più un effetto negativo, visto che ora so che il tizio che mi sta dando la caccia è una persona della quale devo avere un vero rispetto, oppure se la cosa mi abbia dato una leggera euforia data dal fatto di avere un avversario degno e non un volgare poliziotto comune che a stento sa usare i congiuntivi.

La cosa che tra l'altro mi ha colpito e impressionato è stata la descrizione dell'ispettore Rose fatta da Guglielmo. Ha usato aggettivi per descriverlo che io avrei utilizzato per descrivere me stesso. Come se un destino beffardo abbia deciso di mettere in competizione 2 persone che hanno forti similitudini caratteriali ma con una visione della vita diametralmente opposta, oserei dire dissonante.

Questo suo essere lavoratore meticoloso preciso e instancabile in un'era dove l'indolenza generale sta portando a un decadente appiattimento umano e professionale in un certo qual modo mi commuove, quasi lasciasse un velato fondo di speranza per l'intera razza umana.

È come se d'improvviso mi avessero parlato di un fratello lontano del quale ignoravo l'esistenza ma che istintivamente sento vicino anche se sono lampanti le diversità di esperienze e di filosofia esistenziale.


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