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Matteo's POV

"Matteo!"
Quando sentí urlare il mio nome subito alzo la testa per vedere chi mi sta chiamando, subito individuo Scott dall'altra parte del giardino universitario che sta correndo verso di me.
"Ciao, tutto bene?" gli chiedo quando arriva.
"Si, ti ho visto passare e mi chiedevo se pomeriggio avessi da fare" dovrei studiare ma il suo sorriso mi fa posticipare lo studio.
"No,  dopo le 13 sono libero. Hai qualcosa in mente?"
"Mi chiedevo se ti andasse di venire con me   al centro commerciale"
"Certo - sorrido - per che ora?"
"Facciamo alle due?" il suo sorriso si fa sempre più luminoso e io sento il mio cervello andare in pappa sempre di più.
"Si, va benissimo. Devo andare a lezione, ci vediamo lì alle due" lo saluto avvisandomi verso la classe.

"Non so cosa mettermi!" dico guardando truce i vestiti.
"Cosa ne dici degli skinny rossi, la felpa nera e le vans?" all'inizio sobbalzo dallo spavento e subito dopo guardo male il mio migliore amico, Alessandro.
"Sai benissimo che quelli rossi sono da gay."
"E tu saresti?" mi chiede divertito mentre io non lo sono per niente.
Sá benissimo che non posso essere un gay dichiarato ma lui tutte le volte che esco cerca di farmelo ammettere al mondo.
"Sai benissimo che non posso esserlo se non raramente,la mia famiglia ne soffrirebbe."
"Punto primo: tu sei qui e loro in Italia, non lo scoprirebbero mai se non posti foto sui social. Secondo punto: non sei sicuro su come la pensino, magari ne sarebbero felici" mi risponde.
"Perché dovrebbero esserlo?" domando.
"Non dovrebbero aver paura che tu metta incinta una ragazza e lasciassi l'università per questo" mi dice uscendo dalla camera e io ritorno a fare i conti con il mio armadio.

Alla fine decido per la felpa nera, le vans e dei semplici blue jeans, non è un appuntamento ma mi comporto come se lo fosse, cosa che spero di non fare anche fuori.

Scott's POV

Sono fuori dal centro commerciale che aspetto Matteo e la mia mente continua a fantasticare su come rendere questa uscita un primo appuntamento.


Quando vedo Matteo arrivare mi di secca subito la bocca e non riesco a pronunciare nemmeno un "ciao".
"Sto male?" nella sua voce c'è un misto disagio e insicurezza.
"No, stai bene, sei sexy" gli dico notando che lui subito si guarda in giro.
"Grazie. Entriamo?" non aspetta una mia risposta ed entra lasciandomi un po' sconcertato.

Giriamo per i negozi e ci fermiamo alla sala giochi per una sfida con i simulatori di guida in pista con le macchine, ci stiamo divertendo molto ma mentirei se dicessi che non ci resto un po' male quando ogni volta che mi avvicino lui si sposta guardando che nessuno abbia fatto caso a noi.
"Gelato?" chiede indicando la gelateria di fronte a noi.
"Si" gli rispondo dirigendoci ai tavoli.
Lui prende due palline al puffo mentre io prendo bacio e stracciatella.
"Allora, hai il ragazzo?" gli domando.
Lui sbarra gli occhi e si riguarda intorno mentre nega con la testa e subito capisco.
"Non lo sa nessuno" la mia non è una domanda ma lui annuisce per confermare.
"Posso chiederti il perché? Voglio dire, al locale non mi sembravi un nascosto"
"Non voglio che lo sappiano i miei, non so come reagirebbero." mi risponde diventando rosso e un po' triste.
"Avevo capito che i tuoi non fossero qui ma in Italia" aggrottò le sopracciglia.
"Infatti è così" conferma.
"Scusa ma allora non capisco questo tuo nasconderti" gli dico sinceramente.
"Lo so, non lo capisce nemmeno il mio coinquilino e migliore amico. So che è una cosa stupida ma in Trentino, dove sono nato io non sono ancora molto aperti su queste cose così ho mi sono sempre nascosto, soprattutto per le possibilità sono dei miei, e ora mi sembra di doverlo fare comunque" mi spiega con occhi sempre più malinconici.
"Capisco. Beh, ognuno haisuoi tempi." Alzo le spalle anche se dentro di me sento montare la rabbia per come si sente ancora Matteo nei confronti della sua omosessualità.

L'importante siamo noi   (III° serie Amarci)Où les histoires vivent. Découvrez maintenant