6. Jack & Evelin

78 10 7
                                    

Jack ed Evelin si conobbero da ragazzini quando ancora andavano alle superiori e da allora erano rimasti sempre insieme.

Evelin stava camminando verso casa quando Jack la vide e come la vide si incantò, i suoi occhi la catturarono tutta e la imprimettero nel suo cuore, la vide e decise che avrebbe fatto di tutto solo per scambiare anche solo due parole con lei.

Evelin come suo solito era troppo persa nel suo mondo per pensare ai ragazzi o per accorgersi che uno di loro la stava guardando. Jack trovava questo suo lato perso ancora più affascinante, avrebbe potuto giurare che ogni volta che la guardava si sentiva sciogliere il petto. Era un ragazzo tutto d'un pezzo, aveva dei forti valori, non si lasciava mettere i piedi in testa da nessuno e non dava mai troppa confidenza, gli altri lo temevano e lo rispettavano, ma quando vedeva Evelin si sentiva improvvisamente debole e vulnerabile.

Un giorno finita scuola, dopo aver passato qualche giorno ad osservarla, decise che figuraccia o no le si sarebbe avvicinato e le avrebbe parlato. Evelin era uscita pochi secondi prima di lui da scuola ed era davanti a Jack di qualche metro, lui non la perdeva un secondo con lo sguardo.
Si decise ed incominciò a superare tutti i ragazzi che lo dividevano da Evelin e la raggiunse.

"Ciao!"

" Ciao..."

" Mi chiamo Jack, piacere "

" Evelin "

Lo guardava con occhi spalancati

" Hai un bellissimo nome, ha qualche significato? "

" Si, significa ringraziamento per un dono ricevuto "

" Bello! Il mio invece significa 'Dio protegge', bello no? Ti fa sentire al sicuro! "

Le strizzò l'occhiolino e lei rise.

" Sai ti ho vista camminare tutta sola e ho pensato ti facesse piacere un po' di compagnia, se ti sto dando fastidio però dimmelo... "

Evelin lo guardò, c'era qualcosa di diverso in quel ragazzo, vide sincerità e innocenza nei suoi occhi verdi, più li guardava e più le apparivano bellissimi.

" No assolutamente, però quella è la macchina dei miei, devo andare... "

" Oh okay. Beh è stato un piacere Evelin farti compagnia per questi pochi metri, ci si vede! "

Avrebbe voluto continuare a camminare al suo fianco fino alla fine di tutte le strade del mondo e poi riiniziare a percorrerle di nuovo, ma stette ben attento a non darlo troppo a vedere, anche se era palese come una lucciola nel buio il suo amore per lei.
Evelin sorrise, lo salutò e salì in macchina.

Le rimase il sorriso per tutta la giornata e anche il giorno dopo si svegliò col sorriso, ma non si fece troppe paranoie, andò a scuola normalmente senza aspettarsi niente di ché, senza pensare di vedere Jack.
Jack invece non faceva altro che pensare all'ora in cui avrebbe visto Evelin, era deciso a fare qualsiasi cosa per vederla e così fece. La cercò a ricreazione e la trovò, fu molto diretto... voleva parlare con lei e glielo chiese. Evelin si stupì di quel suo modo di fare così aperto e diretto, ma alla fine accettò. Scoprirono entrambi che più parlavano più stavano bene, più stavano insieme più si sentivano a casa, si scoprirono entrambi liberi l'uno nell'altro e decisero di non voler più rinunciare a questo tipo di libertà.

Diventarono qualcosa di unico insieme. Violavano tutte le regole insieme, raggiungevano posti irraggiungibili insieme, scoprivano giorno dopo giorno la bellezza della vita e dell'amore, la bellezza di essere completi.

Finita scuola Jack trovò lavoro in un'officina di motori, aveva le mani d'oro, faceva progetti tecnici che sembravano opere d'arte e se qualcosa si rompeva non aveva paura di sporcarsi le mani, ci sapeva fare coi motori.
Per Evelin fu più difficile, aveva deciso di proseguire gli studi ma non sarebbe stato facile poi trovare lavoro lì vicino.

Jack non voleva perderla per nessuna ragione al mondo ed Evelin non voleva passare la sua vita senza Jack. Si fidarono uno dell'altro e del loro amore, al di là delle aspettative Evelin trovò lavoro non molto distante e Jack riuscì a spostarsi nella ditta associata vicino a dove Evelin lavorava.

Jack amava Evelin. La voleva da sempre e per sempre. Da quando aveva iniziato a lavorare aveva messo via soldi da parte e ora voleva che Evelin diventasse sua moglie, voleva che fossero una famiglia, voleva svegliarsi ogni giorno vedendola al suo fianco.

Quando le chiese di sposarlo Evelin non esitò nemmeno un secondo. Non si era mai sentita appartenere a qualcuno tanto quanto a Jack, lo amava, ogni volta che lo vedeva non poteva trattenere il sorriso, non aveva mai desiderato nessun altro se non lui.

Comprarono casa e si trasferirono, la loro vita ufficialmente insieme era iniziata.
La quotidianità per Jack ed Evelin non esisteva, erano due "strani" e riuscivano a rendere ogni giornata speciale, anche quando erano stanchi o le cose andavano male, nessuno dei due riusciva a veder soffrire l'altro, soffrivano insieme sempre e sempre insieme ne uscivano.

Un giorno però arrivò un problema dal quale apparentemente non c'era via d'uscita.
Dopo tanto tempo insieme desideravano avere un figlio ma dopo innumerevoli tentativi non riuscivano ad averlo. Evelin era quella che ne soffriva di più, si sentiva sbagliata, difettosa, inadatta, una delusione per Jack.
Jack ne soffriva perché amava Evelin e vederla in quello stato gli si stringeva il cuore, voleva fare qualcosa ma non poteva fare niente e questo gli faceva rabbia, vedere sua moglie soffrire e non poter fare niente era per lui lancinante. A volte Evelin non dormiva e lui la sentiva piangere in silenzio sul cuscino, in quei momenti sentiva il bisogno di alzarsi, andare in officina e incominciare a battere il ferro, mentre lo faceva urlava e si sfogava, a volte piangeva. Le sue braccia poderose colpivano il ferro modellandolo, le sue lacrime scendevano copiose lungo il suo collo, giù lungo le vene pronunciate fino le sue mani grandi e rovinate dai calli, spesso la mattina gli operai trovavano Jack addormentato sul pavimento e un capolavoro di ferro intrecciato sul banco da lavoro.

Avevano provato tutti i dottori, fatto visite, analisi... nessuno gli dava speranze, nessuno poteva aiutarli. Jack vide spegnersi gradualmente la luce negli occhi di sua moglie senza poter fare niente, le stava accanto, cercava di rassicurarla ma non bastava.

Fino a quella notte. Quella notte in cui Evelin si addormentò dolcemente. Quella notte in cui Shao entrò nel grembo di Evelin.
Shaolin, la loro bambina, fu il miracolo più bello e inaspettato della loro vita, il loro compito ora era proteggerlo.

Ma c'era qualcosa di sconvolgente che ancora non sapevano e che non avrebbero potuto mai immaginare.

ExchangedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora