9

4.2K 251 46
                                    




           

Ho trangugiato il tè che mi ha messo davanti in pochi secondi, fregandomene della gola che bruciava per il liquido caldo; avevo troppa sete. La sua tazza è invece ancora piena, poggiata sul tavolino tra il resto del ciarpame, e delle volute di fumo si innalzano da quel punto.

«Se vuoi puoi bere anche il mio» mi dice Cassiopea, indicando con un cenno del capo la tazza di porcellana. Mentre il mio cervello pensa che è da maleducati accettare e che mi sto comportando come una morta di fame – cosa che tra l'altro sono – la mia mano si allunga a prenderla. Questa volta sorseggio leggermente, godendomi il sapore speziato dell'infuso che prima non avevo colto.

«Hai capito quello che ti ho detto, vero?» domando.

«Hai proprio bisogno di una bella doccia. Ti posso prestare qualcosa io, così butti via questi stracci sporchi» continua lei, ignorandomi del tutto.

Alzo gli occhi al cielo; è davvero un asso a rigirare i discorsi. «Per quanto la tua offerta sia allettante, abbiamo cose più importanti da fare, adesso. Inscatola questa roba, o beh, fanne quello che vuoi, ma dobbiamo andarcene.»

«Sono troppo pigra per farlo. Ti vanno dei biscotti? Potrei prepararti qualcosa di più sostanzioso, ma ci metterei di più. Credo che dei biscotti vadano bene per ora» fa lei, alzandosi.

Prima che si possa allontanare la blocco per il polso. «Senti, tu non capisci. Stanno per venire qui, chiaro? Vogliono bruciarti la casa e fare Dio solo sa cosa, e poi portarti da loro. Ti obbligheranno a fare quello che vogliono, sanno sempre come fare» dico con voce amara, pensando al mio Harry. Chissà cosa pensa mi sia successo da quando ci siamo salutati; deve essere preoccupatissimo.

Cassiopea se ne va e torna con una scatola di latta contenente biscotti al burro e me la porge, sorridente. Vorrei impedirmi di prenderne uno giusto per sottolineare l'urgenza della situazione, ma non ci riesco. Il mio stomaco reclama. «Quando lo faranno, avranno una bella sorpresa» si limita a dire, facendomi l'occhiolino.

Vuol dire che sa anche lei cosa l'aspetta, se resta qui. Ma non sembra troppo dispiaciuta di dover abbandonare la casa e scappare. «Non possiamo stare qui, Cassiopea. È troppo pericoloso» dico con la bocca piena, spazzolandomi via le briciole del terzo biscotto dalle gambe.

Lei arriccia il naso, ma non fa commenti. «Lo so. Conosco un posto dove possiamo stare al sicuro per un po'.»

«Grandioso! Andiamo?» Mi alzo dalla poltrona come se avessi avuto la molla.

Lei fa un sospiro e mi indica i biscotti. «Magari quelli vorrai portarli. Sarà un viaggio lungo.»

~ • ~

Quando Cassiopea ha detto che sarebbe stato un lungo viaggio non stava di certo scherzando – certo, dopo le sette ore e mezza da Riverside Hill ad Atlanta, appena due ore di tragitto non sarebbero dovute essere così insopportabili. Ma per la me denutrita, fiacca, in astinenza e in perenne stato di allerta, è stata una vera e propria eternità. I biscotti sono finiti dopo pochi minuti, ma devo dire che lei mi ha aiutato a spazzolarli tutti. Non sembra, ma Cassiopea è proprio una betoniera, macina di tutto e lo fa in fretta. Io invece non mi sento ancora sazia, ma per ora il morso della fame si è attenuato.

Non mi sorprendo quando la vecchia Volvo con cui siamo partite imbocca una strada sterrata e senza cartelli, nel bel mezzo del nulla; immaginavo che il posto fosse dismesso e sconosciuto, altrimenti che nascondiglio sarebbe. Parcheggiamo dopo poco, al riparo delle fronde delle maestose querce del bosco, e ci incamminiamo in silenzio verso il cottage in pietra che sbuca dalla nebbia.

Pandemonium | official Ouija sequel [h.s. au]Where stories live. Discover now