Si è fatta ormai mezzanotte, i loro movimenti si sono fermati ma continuano a persistere nella zona...ancora lontani.
L'atmosfera pesante e carica di tensione, grava sulle nostre menti. Nella sala rimangono assenti solo un paio di persone a me sconosciute, non mi ero mai resa conto di quanti girassero attorno a lui.
L'uomo in giacca e cravatta se ne sta seduto con fare di comando, a capo tavola mentre io occupo il posto al suo fianco. Altrettanto affiancata dai miei due proxy, che stanno davanti agli altri tre che gli appartengono. Sembrerebbe quasi che ognuno qui avesse il proprio posto assegnato.
Il silenzio stringe le gole di tutti, mentre aspettano un qualche cenno o parola da parte dell'Operatore.
Sento così tanta tensione d'aver paura di muovermi, così disturbando e rompendo il silenzio continuo e pesante. Un silenzio troppo rumoroso per le mie orecchie.
-lo stato di sicurezza che si era andato a creare in questi lunghi anni, oggi si è concluso. Nel momento in cui, i soldati e l'equipe di scienziati dell'organizzazione dell'SCP hanno invaso il confine della foresta. Oltrepassando l'area di sicurezza e penetrando nel nostro territorio- inizia lui, congiungendo le braccia sopra le sue ginocchia incrociate. Con sguardo serio guarda davanti a se, controllando le espressioni di tutti i presenti, che tacciono al suo discorso.
-mi è stato detto, che al momento della loro incursione non vi era alcun controllore nel posto...ora io mi domando, cosa stavate facendo voi mentre loro tranquillamente attraversavano la barriera!- urla facendo tremare i presenti, una voce metallica e dalle parole gelide infilza le nostre menti.
In fondo al tavolo, nel lato alla sua sinistra, una ragazza dai capelli mori e lunghi abbassa la testa con fare colpevole. Il volto di lui si fa ancor più cupo e irato, si sente come un fischio nell'aria...la sua mente si è collegata a quella della ragazza. Mi chiedo che cosa le stia dicendo, a tal punto da farla correre via piangendo.

Lo sbattere della porta, scuote tutti quanti dalla tensione che gli aveva pietrificati.
Volgo il mio sguardo alle due ragazze che mi affiancano, nelle loro menti sento agitazione e confusione. Cerco di rassicurarle, dopotutto, loro per ora non c'entrano nulla. Quasi mi rattrista sentirle impaurite da una persona a loro sconosciuta, spaventate per qualcosa che loro ancora non possono capire.
Dovrò parlarle di molte cose...al mio ritorno.
-da quello che mi è stato proferito, l'SCP sta cercando di riorganizzare le macerie del vecchio edificio. Ma c'è una cosa che ci è rimasta nascosta fino ad ora...- riprende il discorso, abbassando il volto -...hanno completato la costruzione di un'altra sede, proprio nel nostro territorio, ed è più vicino di quanto pensate- conclude tra i bisbigli dei presenti, sono tutti turbati da ciò che abbiamo appena constatato. Lo ero pure io quando, per la prima volta, dopo quasi dieci anni di silenzio, si è sentita quell'improvvisa presenza...troppo velocemente e costantemente presente sul nostro terreno. Quegli uomini hanno costruito a nostra insaputa, all'oscuro di una barriera elettrica che impediva ai nostri sensi di percepirne la presenza.
I miei complimenti, per la prima volta noto un miglioramento di intelligenza nelle loro azioni.
-com'è possibile?- domanda il clown dai colori monocromatici.
-come hanno fatto...?- bisbiglia la ragazza con un orologio nell'occhio, il suo sguardo perso nel vuoto e quasi impaurito.
-...dannazione- dice, con voce arrabbiata e frustrata, il ragazzo dal sorriso enorme. Le sue labbra si piegano in una smorfia d'ira.
Ognuno ha un'espressione differente sul volto, ma tutte uguali perché mascherano la paura.
Sembrerebbe quasi che tutti abbiano avuto un brutto passato, una orribile esperienza con questa organizzazione. Lo stesso vale per me, io che cerco inutilmente di cancellare quei ricordi, mentre loro continuano a conviverci andando avanti.
Gli sguardi delle mie due proxy sono diversi...credo siano le uniche a non aver mai avuto un contatto con l'SCP. E non ne avranno mai uno, non dovranno mai passare ciò che io e gli altri abbiamo passato...sento di doverle proteggere, una sensazione strana visto che per ora non abbiamo avuto modo di "legarci". Non le conoscono nemmeno abbastanza bene. Dopo averle osservate da lontano sentendomi incollata a loro, invece ora, mi sento lontanissima pur avendole al mio fianco.

Don't forget my eyesOù les histoires vivent. Découvrez maintenant