AFFERRA LA MIA MANO

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Inizia a camminare, cercando una nuova via per iniziare un'altra vita. Ora tutto è nelle sue mani, potrà decidere e scegliere.
I piedi scalzi incontrano rami e foglie, aghi si appiccicano umidi sulla sua pelle. Il fiato corto, battito continuo e la curiosità costante...come la paura.
Avanza pensando e sperando di poter ritornare indietro. Realizzare un sogno come la fuga...realizzare le proprie avventure senza nessuno al proprio fianco, non era nei suoi piani. Piuttosto, avrebbe preferito averla al suo fianco. Qualcuno, qualsiasi persona ma ancor meglio se fosse stata lei. Solo lei, in fondo, poteva capirla. Accettare le sue scelte e comprendere le sue decisioni. Con lei aveva sognato avventure infinite...oltre l'impossibile e l'inimmaginabile.
Con lei...avrebbe tanto desiderato attraversare quel bosco, camminare con lei...al suo fianco.

Come predetto, come scritto nel destino invisibile. Quasi come se qualcuno la stesse ascoltando, leggendo i suoi pensieri.
Una luce opaca, grigia ed abbagliante. Le attraversa il corpo finendo davanti ai suoi occhi, una sfera luminosa fluttua davanti a lei.
Sarah rimane di stucco, in un primo tempo impaurita e sempre più incuriosita da quella strana apparizione. Potrebbe quasi dire che quella luce appartenga al bagliore che l'aveva spinta, attratta verso il portale.
La ragazza allunga lentamente la mano cercando di sfiorarla, toccarla, sentire la sua energia. Con gli occhi che tremano per l'emozione, si lascia sfuggire il soggetto.
Come per giocare quella sfera volteggia davanti a lei, sopra la sua testa. A destra e a sinistra per poi volare, scivolare nell'aria davanti a lei e quasi fuggire.
Sarah prende la rincorsa, gli occhi incollati alla luce. I piedi sfrecciano, quasi sfiorano il suolo. I cappelli che ondeggiano. Il suo cuore sempre più su, batte nel suo petto. Correndo, non perdendo di vista quella sfera luminosa, si ritrova in un piccolo spiazzo di erba secca. Un alto silos rosso a sinistra, accompagnato da un vecchio deposito dal tetto a pezzi. Quell'atmosfera le sembra inquietante, rabbrividisce alla vista degli alti alberi che la circondano. Tutto oscurato dalla notte, il cielo nero dalle piccole luci bianche che non addolciscono quel paesaggio. Sembrerebbe quasi un illusione, un'altro cielo malevolo che ricopre tutto con il suo mantello nero scuro.
La sfera si allontana, si ferma nel mezzo dello spiazzo illuminando gli stili marroncini dell'erba. Diffondendo la sua luce fioca sui tronchi dei pini, sulla superficie metallica ed arrugginita del silos e del capanno. Quella cosa volteggia a mezz'aria, all'altezza del bacino della ragazza.

Dal centro si dipartono strisce, fumi bianchi che aleggiano nell'aria circostante. Come sciogliendosi in un liquido, la luce si attenua facendo ricadere le tenebre.
Una strana figura prende il posto di quella piccola palla luminosa, questa si dilata e assume le sembianze di qualcuno da lei conosciuto.
Si crea un leggero tessuto luminoso, che ondeggia ad una brezza assente. Un corpo invisibile, dalla luce lattea.
Un volto appare, dagli occhi addolciti...quasi lucidi. I suoi capelli dalle ciocche fine e diramate, si espandono coprendo la parte sinistra del suo viso. Come onde si muovono lentamente nell'aria, coprendo un occhio conosciuto...ed integro dal male che l'ha travolta.
Il suo petto ormai in frantumi, da cui sia allarga una chiazza nera pece.
L'occhio marchiato osserva nuovamente la sua amica...finalmente, pensa il fantasma.
-...Sarah...- sussurra a se stessa la ragazza bianca, davanti alla mezza umana. Un sorriso dolce e triste spicca sulla sua pelle cadaverica, cerca di trattenere le lacrime, per non sembrare debole ai suoi occhi.
-...S-Sonora...- risponde al suo richiamo Sarah. Sentendo per un attimo il cuore fermarsi e poi ripartire alla carica, più veloce e brusco che mai. Una lacrima si affaccia sotto il suo occhio, aspirando alla caduta che lei cerca di proibirle.
-ciao...- saluta timida ed insicura l'anima dell'amica. Teme una sua sfuriata, comprendendola comunque. Dopotutto è stata lei, a pregare la donna per prendere Sarah e renderla una sua proxy, in modo da rimanerle affianco...sempre.

Il corpo di Sarah si sbilancia in avanti, sembrerebbe cadere ma con uno slancio si attacca al corpo luminoso del fantasma. Sonora cerca di trattenere a se il suo corpo umano, in fondo un fantasma non si può toccare...le è difficile riuscire ad ottenere un collegamento con gli oggetti, ancor di più con i corpi umani come quello dell'amica.
Si sforza per non lasciarla cadere a terra, usa tutte le sue forze per trattenerla a se, nel suo abbraccio freddo e vuoto.
-sei una scema...- sussurra al suo orecchio Sarah, con le lacrime che scivolano sulle sue guance.
La ragazza rimane sorpresa dalle sue parole, sperava in una cattiveria o in una maledizione per averle fatto sopportare tutto ciò. Credeva di vederla arrabbiata, di sentirla urlare contro di lei...di piangere per la disperazione e la frustrazione.
Nulla di tutto ciò accadde però.
-...lo so, lo so...- risponde poco dopo nel silenzio. Reggendo le braccia e la testa della ragazza, che felice piange e ride fra le sue di color latteo.
-perché non sei arrabbiata...?- le domanda incerta Sonora, temendo di scatenare in questo modo la sua rabbia.
L'amica alza il volto guardandola poi negli occhi, o meglio nell'occhio marchiato.
L'espressione di Sarah a quel simbolo cambia completamente. Sulle sue labbra si va a formare una smorfia di disgusto, nei suoi occhi c'è rabbia. Sollevando la mano nella direzione del fantasma, scosta le ciocche di capelli che coprono in modo costante, come una benda, l'occhio sano.
Sonora a quel suo gesto rimane sbalordita, sia per ciò che ha fatto sia per come l'ha fatto. Aveva sempre creduto che gli umani non potessero toccare un entità come lei, lo stesso per lei anche se in qualche modo e con un po' di sforzo poteva avere un contatto diretto...questo è ciò che le aveva spiegato l'operatrice.
Ma nessuna delle due sapeva che in realtà, quel contatto era dovuto sia al loro affetto ma anche per il sangue mutato, sporcato delle cellule demoniache di Sarah.
Il tutto sembrerebbe quasi una scelta del destino, come se la fortuna e la possibilità di avere un ottimo futuro, fossero dalla loro parte. Questo loro non lo avrebbero mai pensato, trovandosi ora nelle mani di una mostruosità divina e demoniaca...quella donna che gioca con le loro marionette dietro le quinte, tirando i fili delle loro vite.

Don't forget my eyesWhere stories live. Discover now