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Mentre mi preparavo il tempo volava, misi lo smoking morbido comprato il giorno prima, feci tutto quasi in modo automatico, la mia mente era altrove.
Prima di prendere le chiavi di casa mi fermai a fissare la nostra foto appesa al muro. Il sorriso della mia coniglietta sembrava prendere vita.

Scattammo quella foto la sera del mio primo giorno di lavoro, per festeggiare eravamo andati in un pub.
Lei aveva ordinato delle carote per contorno.
«Non ci credo! Come fa un posto che fa patatine fritte e hamburger ad avere le carote?»
«Dai Nick non sono così male, provale»
La coniglietta tirò fuori lo sguardo più dolce del suo repertorio.
Era bellissima, come sempre.
Riusciva sempre ad essere adorabile quando voleva.
«È inutile, non riuscirai mai a farmi mangiare le tue carote»
«Io dico di sì»
Con in mano la forchetta piena mi rivolse uno sguardo di sfida e io ricambiai.
«E come pensi di fare?»
«Vedi quel tavolo laggiù?»
Disse indicando con un cenno della testa un tavolo all'angolo.
«Si, sono un gruppo di amiche, e allora carotina, vuoi farmi fare le treccine?»
«No, non ti ci vedrei. Guarda la barboncina, ti sta mangiando con gli occhi, se non gradisci la compagnia di questi simpatici ortaggi arancioni, posso procurartene una migliore»
«Non ti sfugge niente eh, tanto non hai il coraggio di andare lì e...»
Feci un granché errore.
Judy si alzò e raggiunse il tavolo della cagnolina.
Era una barboncina bianca, indossava un top rosa e una minigonna dello stesso colore.

Niente da fare, Judy era comunque la più bella del locale.
Potevano paragonarla a chiunque, avrei scelto sempre lei, anche adesso nonostante tutto.

Non c'era paragone con l'outfit post-lavoro di Judy, quella coniglietta riusciva a battere la cangolina anche in jeans e camicetta.
Judy vince sempre ai miei occhi, lei è la mia carotina.
Sussurrò qualcosa all'orecchio della cagnolina, lei rise e mi guardò, poi la coniglietta tornò al tavolo con la barboncina al seguito.
Io sbiancai, non avrei mai dovuto sottovalutarla, ogni volta che lo faccio ci rimango fregato.
«Sue, lui è Nick, Nick lei è Sue»
«Ciao splendore, che bel pelo rosso. Quanti anni hai? Che fai nella vita? Tu e la coniglietta state insieme?»
«No Sue, Nick è tutto tuo»
«Grazie Judy, sento già una scintilla»
Sue rimase con noi per un'ora fino a che le sue amiche non la trascinarono via di peso, l'ora più imbarazzante della mia vita.
La barboncina flirtava e Judy rideva così tanto da non respirare.
«Devo ammettere ti ho sottovalutato»
«Volpe ottusa» disse ridacchiando.
«Certo che quella Sue non si zittiva mai»
«Si, in effetti era troppo facile, tu dovevi solo sorridere e annuire»
Magari fosse così facile anche con te
Ci facemmo portare il conto e uscimmo.
«Ci vediamo domani in centrale collega»
«A domani carotina»

Mi manca passare una serata con lei

Posai la foto, presi le chiavi e uscii.

Il ballo delle incertezzeWhere stories live. Discover now