insegnagli a sopravvivere;

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Si accasciò sulla sedia,gambe scomposte e braccia incrociate sul petto

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Si accasciò sulla sedia,gambe scomposte e braccia incrociate sul petto. Sospirò e buttò la testa all'indietro "quando facciamo la prossima mossa- rialzò la testa per guardare il ragazzo davanti a se-tutto è così tranquillo,inizio ad annoiarmi"sbuffò.

Il ragazzo a cui si era rivolto,precedentemente steso su un vecchio sofà rotto,si sedette e lo fissò,per poi alzare un angolo della bocca in un sorriso complice "stai calmo Jiminie,è questione di tempo,la festa è la settimana prossima,è già tutto pronto" rispose il ragazzo dai capelli colorati di verde sulla frangetta,rigettandosi all'indietro sul tessuto sgualcito del divano.

Jimin sorrise,sentendo quella famigliare scarica di adrenalina percorrergli la spina dorsale quando si parlava di commettere uno dei loro crimini,e si passò una mano nei capelli color dell'arancio.
Era passato tanto tempo,forse troppo,da quando lui e Taehyung si conoscevano. A volte gli sembrava che la conoscenza reciproca li stesse consumando,come si fa con le matite a scuola o con i CD troppo usati,si consumano e vanno buttati perché inutili,ma alla fine dei conti,i due, si ricordavano,tramite uno sguardo o una frase,quello che avevano fatto entrambi ed era come se quell'adrenalina dovuta al dover pulire le loro mani sporche di sangue altrui si riaccendesse. Come se quella scarica di freddo piacere nel guardare la sofferenza negli occhi spenti di chi avevano portato via a questo mondo,passasse dinuovo nelle loro spine dorsali.
Erano legati l'uno all'altro dal filo della colpevolezza,del peccato e della sofferenza. Nessuno dei due si era più azzardato a menzionare l'argomento da quando era successo,e tantomeno avevano fatto con gli altri,ma a loro due bastava uno sguardo per fargli capire che ci sarebbero sempre stati,gli altri andavano e venivano ma loro no,loro avrebbero sempre avuto l'altro da cui andare a confessare i propri peccati e sulla cui maglietta poter pulire il sangue fresco dei loro crimini.
Funzionava così da tempo immemore per Jimin e infondo,nonostante fosse costretto a vivere in questo inferno di Terra che doveva chiamare casa,sapere che con lui nel triste e lungo tunnel della sofferenza c'era Taehyung gli permetteva di essere quel minimo indispensabile felice.

"Secondo te lui è pronto?"sussurrò e si voltò,l'arancio,alla sua sinistra per guardare il ragazzo dai capelli color menta al suo fianco. Questo restò in silenzio finendo di accartocciare la cartina della sigaretta,portarsela alle labbra e tenere in mano l'accendino osservandone la fiamma per qualche secondo,prima di accendere l'oggetto fra le sue labbra chiare e sottili.

Min Yoongi. Ah Min Yoongi era il più grande debole di Jimin.
Non sapeva quando e come era successo,ma guardandolo aveva sentito lo stomaco stringersi e una sensazione di calore improvvisa nel petto.
Forse era stato quando,dopo che lui e Taehyung avevano chiesto rifugio in quello sporco edificio che ormai era diventata casa loro,lui gli aveva offerto una sigaretta 'spero questo possa aiutarti a mettere a tacere un po' della tua sofferenza' gli aveva detto e gli aveva sorriso.

O forse era stato quando Jimin l'aveva sorpreso a fissare con occhi languidi la fiamma provocata dall'accendino,passandoci il dito sopra sopportando impassibile il dolore provocato dalla bruciatura.

Gang; taekook\\yoonminWhere stories live. Discover now