Tornò nel locale per cambiarsi, non aveva vinto la gara ma non gliene importava nemmeno.

Si rivestì in fretta ed uscì per la seconda volta nel freddo della notte.

Oliver se n'era andato, con la promessa che avrebbero provato a rimanere amici.

Scalciò una lattina abbandonata sul marciapiede, e la osservò rotolare a qualche metro di distanza. Tirò fuori il telefono e mandò un messaggio,sperando in una celere risposta.

Si guardò intorno,Londra era sempre bellissima, anche a quell'ora di notte. Non c'era molta gente per le strade, e quel quartiere non era molto frequentato. 

Non voleva prendere la metropolitana, anche perché non era molto sicuro ci fossero ancora corse. Era consapevole di dover camminare molto, ma quella era la serata ideale per far andare le gambe e stoppare i pensieri.

La vibrazione del telefono lo distrasse per un attimo, lesse la risposta e sorrise rincuorato.





Theo gli aprì la porta con i capelli arruffati dal sonno e gli occhi gonfi di chi stava dormendo fino a poco tempo fa.

Non pensava avrebbe risposto in fretta a quel messaggio, eppure lo sapeva che l'amico c'era sempre e non lo deludeva mai.

Lo fece accomodare sul divano, nella penombra del salotto, avvolgendo entrambi in una enorme coperta. Draco si sentì subito al caldo, protetto, e si abbandonò con la testa contro il petto di Theo.

"Allora?"chiese l'amico in attesa di sentirlo parlare.

Non ne aveva molta voglia, ma l'aveva svegliato in piena notte, gli doveva una minima spiegazione.

"Sono un disastro Theo, ho combinato un casino" cominciò.

"Spiegati"rispose l'amico guardandolo critico con un sopracciglio sollevato.

"Sono andato al Sunrise con Oliver, ho fatto la pole dance ed Harry mi ha visto, io ho visto lui e..."

"Che cosa?!"Theo si mise seduto facendolo quasi cadere dal divano "Da quando fai la pole dance?!"

Non fece in tempo a rispondere che Blaise si palesò sul ciglio della porta guardandoli male per averlo svegliato.

"Chi fa cosa?"chiese grattandosi la testa.

"Draco fa la pole dance" rispose Theo ancora sconvolto.

"Draco fa la pole dance?! Da quando?!"

Il biondo si mise a sedere sul divano esasperato.

"Possibile che di quello che ti ho detto hai capito solo quella parte?!"

Theo parve riprendersi, fece segno a Blaise di sedersi di fianco a lui e riprese a parlare.

"Si scusa, é solo che non me l'aspettavo cioé...Mi insegnerai vero?!"

All'ennesima occhiataccia di Draco parve ritornare serio.

"Quindi se hoc apito bene, tu avevi occhi solo per Harry ed Oliver se n'è accorto"riassunse Theo dimostrandogli che infondo lo aveva ascoltato.

"Esatto, mi sono sentito uno schifo, gli ho anche parlato, e lui invece di insultarmi mi ha esortato ad andare da Harry."

"Bhe" prese parola Blaise "Quel ragazzo é davvero fantastico, forse fin troppo, ma non ha tutti i torti, inutile prendervi in giro, tu pensi ancora al moretto ammettilo."

Draco annuì "Non so che fare, mi ha chiesto di andare da lui ma ho paura, non voglio stare male di nuovo."

"Prima o poi lo dovrai affrontare no?" rispose Theo "Parlate, mettete in chiaro le cose una volta per tutte..."

"Ci abbiamo già provato" lo interruppe "Non ha funzionato la prima volta perché dovrebbe funzionare adesso? Se lui non cambia il suo modo di vivere,io non voglio riprovarci!"

"E' difficile chele persone cambino Draco" rispose Theo alzandosi dal divano "Però devi parlarci, non puoi stare così. Ora dormi, domani mattina affronterai la cosa con un altro spirito."





Blaise fu molto carino e rimase a dormire sul divano, cedendogli il suo posto di fianco a Theo. Dormì tutta la notte abbracciato all'amico, almeno per quel poco che riuscì a chiudere occhio.

Quando si svegliò Blaise stava cucinando puncake per tutti, e Draco non ci pensò un attimo nell'affondarli di Nutella tagliando anche dei pezzi di banana da metterci sopra.

Stava bene con loro, non voleva uscire e lasciare quel nido che gli dava sicurezza,ma i suoi amici avevano ragione, doveva affrontare la situazione,basta sfuggire.

Li salutò ringraziandoli per averlo ospitato in modo così inaspettato e si precipitò a prendere la metropolitana.


Si lasciò cullare dal dondolio del vagone, cercando di pensare ad un discorso che avrebbe potuto fare. 

Ma poi si rese conto che lui non aveva molto da dire, era Harry che avrebbe dovuto parlare, era lui che gli aveva chiesto di raggiungerlo, e nel suo cuore sperò che il moro trovasse qualche parola che lo avrebbe fatto restare.

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