9- La storia di Sailor Light

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Nel capitolo precedente...
<<Non arrenderti! Pensi che io non abbia paura? Ma bisogna saper trasformare la paura in coraggio. Devi solo credere nelle tue capacità!>> Urlai.
<<Grazie, sorellina. Ci proverò!>> 
                               
<<Ora ti metti a parlare da sola? Ti avevo sopravvalutato!>> Disse la voce di Sailor Black, ridendo. Ovviamente lei, non aveva sentito quello che io e mia sorella ci eravamo detti.
<<Esco!>> Urlai. Nessuna risposta.
<<ESCO>> Riprovai.
<<ESCOO>> Riprovai. Questa volta ci fu una risposta.
<<Se vuoi morire in vano, fallo pure>> Disse incazzata. Non se l'aspettava. In uno schiocco di dita, la dimensione scomparì e io mi ritrovai di nuovo fuori dal castello di cristallo. Mia sorella mi fissava in modo inquietante. Ma lo percepivo. Stava lottando. I suoi occhi ogni tanto diventavano più chiari, per poi ritornare scuri. Mia sorella era fortissima ma non lo capiva. Iniziammo la battaglia, quando si aggiunse Chibimoon. Mandava saette nere dalle mani. Quando le schivavamo, si schiantavano a terra. In quel momento, rilasciava un liquido, che scioglieva tutto. Terra o sassi. Colpì Chibiusa a una gamba, un buco perfettamente tondo, cadde a terra, sanguinante, lanciando un urlo agghiacciante. Urlai, e cercai di svegliarla. Non dava segni di vita.
<<CHIBIUSA!>>

Pov's Sailor Light

Mi dispiace, non riesco ad aprirmi. Sono chiusa in una bolla e non riesco a muovermi. Sento che è delicata, delicatissima. Ma non riesco a muovermi. Qualcuno mi aiuti... Per favore! Piano, piano dei rumori giunsero alle mie orecchie. Urla e pianti. Urla di dolore, di battaglia, di tristezza, di rabbia. Urla di tutte le emozioni negative. E i pianti. Tristi, malinconici, rabbiosi. La maggior parte di bambini. Ma un urlo si distinse da tutto. Agghiacciante. Poi un altro triste. Uno di Chibiusa, uno di mia sorella. Chibiusa è data colpita e mia sorella piange e urla, sconfitta davanti al mio corpo. Non sso perchè so queste cose... Quegli urli si ripeterono all'infinito nella mia testa. Fategli smettere. Impazzirò! Forse è.questo ciò che vogliono. Farci impazzire, per poi usarci come delle bambole. Avevo fatto qualcosa di giusto nella mia vita? La risposta era no. Mi ero sempre fatta aiutare dagli altri, per poi ignorarli... Come Ellagh... Eravamo appena fidanzati ufficialmente, ma la nostra storia durava già da due anni. Eravamo follemente innamorati. Poi arrivò la richiesta. Io ero una Sailor, senza appartenenza a un pianeta o a una stella. Mia sorella era brillata. Lei era nata affidata a Giove. Si nasceva, con le otte Case Stellare. Ogni affidamento era casuale. Sono solo in pensiero. Quando una persona è affidata a una Casa Stellare, quella che le sta più vicino, potrebbe diventarlo più facilmente. Io stavo a stretto contatto con mia sorella, quindi avevo una possibilità. È lo speravo. Comunque, poi arrivò una richiesta:
Cara Akemi,
sono la regina del sole.
Ho percepito in te il potere del sole,
perciò ti chiedo se vuoi diventarne la guardiana
Cortesi Saluti,
                             Ammabenna, Regina del Sole
Non potevo crederci. Allora anche io era una Sailor, con una appartenenza. Dovevo solo svilupparla. Scrissi subito una lettera, in cui accettavo la proposta. Scrissi che ero onorata. Scrissi anche che però non sapevo usare ancora bene la mia magia. Per ultimo sxiesi che sarei partita domani all'alba e che sarei arrivata entro mezzogiorno. Passai il giorno a preparare le valigie. Lo dissi alla mamme che era felice come me. All'alba partì, come scritto nella lettera. Quando arrivai capì una cosa: non avevo detto niente a Ellagh e a mia sorella. Mi sentivo in colpa, ma decisi di continuare il mio cammino.
Da quello che ho capito nelle lettere di mai madre è che mia sorella era arrabbiata e Ellagh era fuori di testa. Lui mi mancava terribilmente... Ma io e la regina abbiamo fatto un patto: non me ne sarei andata per cose stupide. Tanto le relazioni a distanza a non funzionano mai. Era inutile andarli a trovare e la regina non era d'accordo. Stava subendo tanti attacchi dalle stelle del nord. Intanto io mi esercitavo, con la regina Ammabenna.
Perchè sono stata così stupida? Ero sempre stata una persona impulsiva e esuberante, ma avevo osato troppo. Dopo quello che era successo, mi maledii tante di quelle volte, da non contarle sulle dita di sessantamilioni di persone. Ero un'idiota. Potevo almeno parlarne, con Ellagh e mia sorella. Quanto le ero mancata? Tanto, poco o niente?
Avevo parlato con mia sorella. Non so come. Io non sapevo niente. Come comportarmi, cosa dicevo, perchè sentivo, perchè ero qui... Forse è stato un desiderio, che ha attraversato tutto. Come si fa a trasformare la paura in coraggio? Come posso fare? Ho paura che mia sorella muoia. Come posso trasformare questa mia paura in coraggio? Forse dovrei avere paura che mia sorella muoia e quindi, trovare la forza di difenderla. Sorellina, l'ho pensato miliardi di volte: sono inutile, uno scarto che occupa un posto. Perchè io? Perchè sono nata io? Non poteva nascere qualcun'altro al posto mio? Devo trovare la forza di reagire, dove? Dove posso trovarla? Qualcosa di confortevole, mi accarezzò la schiena tesa. Aprì un occhio. Era lì. Una luce. La luce del sole. Dovevo salvare mia sorella. Quanto l'avevo già fatto soffrire? Non si meritava di soffrire ancora o, addirittura di morire.
Con fatica allungai una mano verso la luce, toccai la bolla e sxomparve. Sembrava di essere nello spazio. Nuotai nel vuoto, fino alla luce, e ci entrai.
Riavii il controllo del mio corpo.

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