La straniera

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La bambina per un momento chiuse gli occhi e si sentì tremendamente sola. Ad un tratto una foglia le sfiorò il viso, un brivido le percorse la schiena e la spinse a guardare in alto. Un piccolo falco si era posato sul ramo ad un paio di metri sopra la sua tesa e la stava osservando incuriosito con i suoi occhietti scuri ma vivaci.

Izzi si alzò lentamente e disse: -Ciao, è tuo questo albero?-

Il falco sbattè le ali quasi fosse un segno di assenso.

-Oh, ma sei tutto solo qui? Anche io ho perso la mia famiglia...-

-Non è solo!-

Una voce femminile dal tono fermo e severo da lontano rispose alla bambina, Izzi un po spaventata non riuscendo a vedere da chi provenisse, temendo fosse una donna vestita come quel bruto che aveva tentato di costringerla ad entrare in auto, riprese il suo zaino e di tutta fretta si diresse più lontano dal sentiero, nel folto del bosco. Non fece che una decina di metri che una ragazza visibilmente più grande di lei apparve da dietro un tronco all'improvviso, Izzi inciampò ed entrambe caddero rovinosamente a terra.

-Ma sei matta?!- gridò la bambina sollevandosi

-Piuttosto sei tu la pazza bamboccia imbambita!-

Izzi stava per replicare a quelle parole quando riconobbe la voce. Spostandosi i capelli dal volto osservò l'interlocutrice: la ragazza era castana, aveva lunghi capelli raccolti in una coda alta, gli occhi verdi, come le chiome dei pini, le donavano una sorta di profonda innocenza, come se il suo volto corrucciato e severo fosse solo una maschera per nascondere l'anima dolce che aveva dietro il suo sguardo austero. Indossava una tonaca rossa, una di quelle che Izzi aveva visto solo nei film di arti marziali che guardava suo papà quando ancora il mondo era normale e pieno di gioia.

La straniera fece un fischio e il falco le volò sul braccio. Gli fece una carezza e sottovoce gli parlò in una lingua che la bambina non riscì a comprendere, dopodiché l'animale volò in alto verso le fronde degli alberi.

-Beh che hai da guardare?-

-Nient...- non fece in tempo a finire la frase che le venne tappata la bocca e fatto segno di tacere.

Il bosco era diventato tutto d'un tratto silenzioso, ne un canto, ne il verso di un animale, ne il suono del vento si sentivano.

-Vieni con me se non vuoi essere catturata.- le sussurrò la ragazza prima di prenderla per mano e cominciare una corsa a perdifiato nel profondo delle foresta.

Izzi solo un momento si guardò dietro le spalle e intravide delle ombre nere sbucare da dove sapeva ci fosse il sentiero, venire verso la loro direzione, il suo profondo timore si era avverato. Gli "Uomini in Nero" non l'avevano lasciata andare.


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