Una volta fuori, mi fermai in mezzo al corridoio, aggiustandomi lo zaino in spalla e guardando la mandria di bufali spostarsi da una parte all'altra per dirigersi verso le loro rispettive aule.

Se fossi stata in un film, mi sarei immaginata mentre camminavo in mezzo al corridoio con i capelli che svolazzavano per aria, grazie all'aiuto di alcuni ventilatori, come facevano le dive delle scuole, ma la realtà era ben diversa. La realtà era che dovevo stare attenta persino a dove mettere i piedi per non venir spiaccicata da qualcuno, anche se ogni sera mi ritrovavo sempre con lividi dappertutto perché i bufali si divertivano a spintonare come se non ci fosse un domani.

«Quindi la mia cara sorellina finalmente riuscirà ad esaudire il suo desiderio», alzai gli occhi verso l'alto e vidi mio fratello ghignare perfidamente verso la sottoscritta mentre inclinava la testa di lato e i suoi occhi brillavano di un luccichio maligno.

«Come prego?», borbottai insospettita, guizzando con lo sguardo alla ricerca delle mie migliori amiche che non avevo nemmeno visto uscire dall'aula.

«Bacerai Morgan, no? Non è il tuo desiderio? L'ho letto sul tuo diario!», alzò semplicemente le spalle.

Spalancai gli occhi, sentendomi male. Di quale cazzo di diario stava parlando? Quello delle elementari? Oh, Cristo santo!

«Hai letto il mio diario? Ma sei cretino o cosa? Avevo sette anni quando ho scritto quella minchiata. Come cazzo puoi pensare che io voglia ancora una cosa del genere? E poi come diavolo ti sei permesso di leggerlo?», sbraitai, diventando rossa dalla rabbia.

«Tanto so che ti piace ancora e, comunque avevi lasciato il diario sul letto, quando hai fatto pulizie nella tua stanza un paio di mesi fa e l'ho letto. Non ho resistito.»

«E io non so perché, ma sento che non resisterò ancora molto... Sento che tra non molto dovrò spaccare la tua PlayStation che ti sei comprato poco tempo fa», alzai le spalle, rifilandogli un'occhiata glaciale.

Mio fratello mi mostrò un ghigno che mi fece venire solo più voglia di prenderlo a schiaffi, soprattutto dopo aver scoperto che aveva letto il mio diario.

«Sei sempre così acida. Ecco perché non troverai mai un ragazzo e, carina la tua vacanza inesistente che hai passato a casa della nonna», sbuffai indispettita.

Me lo sarei dovuta immaginare. Le voci giravano fin troppo velocemente, per poterle contenere, in quella scuola.

«Tu insieme ad un ragazzo? Ma quando mai!», scoppiò in una fragorosa risata, ma pochi secondi dopo si beccò un fortissimo scappellotto da parte di Maryse che comparve alle sue spalle e lo fece tacere.

«Piantala di infastidire tua sorella, idiota», borbottò acidamente per poi circondarmi le spalle con un braccio.

Ci scambiammo un sorriso d'intesa che da parte mia stava a significare "grazie per avermi salvata" mentre da parte sua "sempre e comunque" e, di quello gliene fui grata.

«Walker, sempre a rompere i coglioni, vedo.»

«E tu, Hopkins, sempre a scassare la minchia a tua sorella, vedo. Non è che per caso hai un complesso per tua sorella? No, perché sarebbe una cosa abbastanza schifosa e morbosa...»

Jeremy contrasse la mascella mentre i suoi pugni andarono a stringersi lungo i fianchi.

Cavolfiori fritti, mio fratello si stava arrabbiando sul serio. Be', chissenefrega. Ben gli stava!

«La tua amichetta ha la lingua un po' troppo lunga, Mavs.»

E io che ci potevo fare se Maryse diventava una belva quando qualcuno le toccava le persone a lei care?

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