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Andrea's pov

«Vedi tu assomigli tantissimo  a lei.
Con te io non sono così possessivo perché sei mia figlia, ma perché oltre ad esserlo sei anche uguale a Simona.
Lei si comportava esattamente così come te»
Dico guardandola negli occhi

«La notte non si addormentava se io non la stringevo forte e le poche volte che si addormentava senza di me perché lavoravo lei stava male, aveva gli incubi.
Purtroppo temo sia un po' anche colpa mia, poco dopo la tua nascita, io ho deciso di lasciare il rap» dico guardando i miei album sulle mensole della mia piccolina

«E l'ho fatto col botto. Ho fatto uscire un mixtape dove raccontavo ogni minima cosa. E per farlo purtroppo sono dovuto stare via da casa per una decina di giorni.
Lei impazziva per un mio amico, Matteo, volevo portarla con me perché sarei andato da lui, ma lei non si sentiva di viaggiare con tutti i bambini e te appena nata così ci andai da solo» mi sdraio e mia figlia mi segue, si stringe a me, sa che non le piacerà ciò che le sto per dire, ma purtroppo corrisponde alla realtà, le prendo la mano e con l'altra le accarezzo dolcemente i capelli. La amo davvero tantissimo. La amo quasi quanto è come amavo lei.
Perché uso il passato? La amo tutt'ora.
Devo trovare le parole giuste, questo silenzio spezza più me che lei, ma lei lo capisce, capisce quanto sia difficile per me raccontare della vita di quella donna che ha fatto parte di me.

«Quando tornai lei stava malissimo, aveva ricominciato a prendere lo Xanax per dormire, ma spesso abbondava con le dosi.
Le imposi di non prenderlo, che tanto io ero di nuovo lì con lei, mi disse soltanto che l'avrebbe fatto. La notte io facevo sempre finta di dormire e lei ogni notte verso l'una si alzava con le lacrime agli occhi, andava in bagno, vomitava e poi prendeva lo Xanax»

Ho ancora quell'immagine.
Io che entro in bagno per fermarla, lei che inizia a piangere a dirotto e a urlare.
I bambini spaventati.
E poi di nuovo i bambini spaventati da quel corpo freddo che non era lei.
Fredda come il ghiaccio, ma con ancora il sangue caldo.
Il suo sangue è sempre stato caldo.
Il suo sangue è l'unica cosa di lei che mi ricorda quanto valga vivere.
Tengo ancora quel fazzoletto, nascosto a meno che lei sia stata in grado di trovarlo.

«Grazie a Dio ne parlai solo con Matteo, lui mi raccontò cose che lei non era stata in grado di dirmi mai in tutta la sua vita. Se ne avessi l'occasione tornerei indietro e rimedierei ai miei errori e farei sì che lei mi raccontasse tutto» le lacrime iniziano a scendermi dal viso, mi sembra di averla accanto a me. Mi sembra di star stringendo la sua mano fragile.
Mi sembra di sentire per l'ultima volta il suo profumo dolce, la sua voce ammaliante e le sue labbra sulle mie.

«Andai dal suo vecchio psicologo, sai lei ci andava quando aveva la tua età più o meno, scoprii che ci stava tornando da mesi.
La cosa era iniziata prima che io andassi a incidere il mio mixtape, ma a quanto pare quel piccolo lasso di tempo senza me l'ha totalmente devastata. Dio non credo di essere mai stato così importante per una persona. Lo psicologo mi disse che avevo fatto bene ad andare da lui, non sapeva come contattarmi, ma voleva farlo. Mi disse che lei voleva morire.» mi asciugo con un gesto veloce le lacrime, mi rimetto seduto, mi guardo allo specchio.

Amore perché non sei qui con me?
Non potevi risparmiarmi tutto questo vuoto e tutto questo dolore?
Io ti amo ancora lo sai?

«Una notte presi coraggio, quando lei si alzò per andare in bagno la seguii, entrai con lei. Sapeva che le stavo dietro, aveva perso la lucidità per colpa dello xanax, ma non totalmente. Mi lasciò la porta aperta.
Io entrai poco dopo di lei.
Era pronta china sul water in attesa del conato ormai diventato spontaneo.
Presi lo Xanax e lo gettai tutto giù per il lavandino.
Non se lo aspettava, si alzò di colpo e mi guardò
'Che hai fatto?' mi gridò piangendo, poco dopo il conato arrivò e lei prontamente si spostò col volto rivolto al water
'Sai che ne ho bisogno' disse tossendo
'no, non ne hai bisogno. Tu hai bisogno solo di me e della tua famiglia. La famiglia che sognavi, quella che finalmente siamo riusciti a costruire' dissi
'Tu non mi ami più ed io ne sono certa' disse solamente
'Non dire cose inimmaginabili, io in tutta la mia vita ho amato solo te e i nostri figli'
'E quella zoccola?'
Sai lei ce l'aveva ancora con una ragazza della sua stessa età, mia fan. Quella si metteva sempre in mostra e faceva di tutto pur di farsi notare da me, mi aveva beccato mentre Finevo il mixtape e mi aveva fermato, io non me n'ero neanche reso conto che fosse lei, mi chiese una foto ed io l'accontentai. Io ci provai a farle capire che per me non contava niente, ma lei ormai era andata in paranoia per tutto ciò.
I tuoi fratelli si erano accostati alla porta, volevamo sentire.
Cercai di baciarla, lei si spostò di scatto e si mise ai bordi della finestra.
'Nella mia vita ho amato tante persone, ma nessuna per me era importante quanto lo sei stato tu' mi disse, piangeva a dirotto, volevo togliere quelle lacrime dalle sue guance scavate come avevo sempre fatto in passato, ma temevo che si sarebbe buttata.
'Perché parli al passato?' le chiesi spaventato, le lacrime che iniziavano a scendere. Io me lo sentivo, ma non potevo immaginare che potesse succedere davvero.
Feci in tempo a dirle ti amo, poi lei se ne andò giù» mi asciugo nuovamente le lacrime, guardo la mia piccolina, è tutta lei.
Le assomiglia troppo.

«Non so come abbia fatto, ma io benedico di aver avuto come figlia Serena, sentendo le urla probabilmente si è allarmata e ha chiamato la polizia, ricordo di aver sentito le sirene correre all'impazzata, ricordo di esser sceso di corsa dalla palazzina per andare da lei, con la speranza che fosse ancora viva. Nevicava. Quella notte nevicava tantissimo. Arrivai lì da lei. Iniziai a pianete disperato, sembrato pazzo.
La strinsi a me, era ormai senza vita, baciai le sue labbra ancora calde, piene di sangue.
Non mi importava del freddo, del suo sangue su di me, dei vicini curiosi che si affacciavano, degli agenti attorno a me e dei tuoi fratelli.
Mi importava solo di lei.
Volevo tenerla ancora fra le mie braccia»

«Pa è per questo che loro hanno frequentato gli psicologi?»

«Beh sì ne sono rimasti traumatizzati credo, non penso sia piacevole vedere il proprio papà stringere tra le braccia sua moglie morte piena di sangue senza volerla abbandonare»

«C'è qualcosa che non torna» dice lei.

È proprio identica a Simona, attenta ad ogni particolare.

«Il tuo mixtape è uscito molto dopo» osserva

«È vero, doveva uscire tre giorni dopo, ma io non volli. Chiamai la mia etichetta, ancora non riesco a ricordarmi chi rispose, gli raccontai tutto. Dissi che non volevo che uscisse. Così annullarono tutto. Aggiunsi pezzi su pezzi e lo feci uscire parecchi anni dopo, non mi aspettavo di fare ancora così tanto successo»

«Pa un ultima cosa»

«Dimmi amore»

«Io da quando ne ho memoria la sogno spesso»

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Spazio autrice.
Tranquilli non è ancora finita.
Solo a mezzanotte fuori su ogni Digital store.
Ci risentiamo presto :3
Simona ❤

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