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Simona's pov

«Mi stai dicendo che non posso avere Yoshi come mio testimone, ma bensì per forza una donna?» chiedo al prete

«Sì»

«Che se ne vada al diavolo, amore andiamo il matrimonio lo facciamo in comune» dico furiosa uscendo da quella chiesetta del cazzo

Mi accendo la sigaretta e comincio a camminare verso la macchina.

«L'hai trattato male quel prete» mi dice prendendomi la sigaretta di mano e fumandosela.

Sono consapevole che non posso fumare, ma è difficile smettere tutto d'un tratto, soprattutto quando ricevi stress.

«Scusami, ma io voglio Yoshi come testimone non me frega un cazzo»

«Tranquilla, andiamo in comune, non ci sono problemi» mi guarda, è comprensivo.

È molto comprensivo con me.

«Ti amo» dico poco prima di baciarlo.

«Ci aspettano per il pranzo» dice lui salendo in macchina.

Abbiamo organizzato un pranzo i ragazzi, un pranzo che si dilungherà in un bel pomeriggio che si trasformerà in cena e finiremo a fare qualche cazzata da qualche parte in giro per Roma.

«Prima passiamo dal comune e accordiamoci per la data del matrimonio» dice appena parte con la macchina

«Va bene il 15 di aprile?»

«Manca solo un mese, ma è perfetto» diciamo in unisono senza farlo apposta, ci guardiamo e sorridiamo

Usciamo dal comune ed io non posso fare a meno che scoppiare a piangere.

«Sai se fosse ancora viva sarebbe lei stata lei la mia damigella» dico singhiozzando

«Lo so amore, lei adesso sta bene e ti è ancora accanto, non ti lascia sola e poi non si può perdere il giorno del tuo matrimonio» dice per poi baciarmi la fronte

«Mi manca tanto» sussurro e lui mi stringe forte.

Mi stringe talmente tanto che sento tutto passare via, mi stringe così amorevolmente le lacrime smettono di scendere.
E poi mi bacia.
Mi bacia perché sa che facendolo mi fa star bene.
Mi bacia perché sa che un suo bacio è la mia cura per qualsiasi cosa.

«Andiamo dai» dico salendo in auto.

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