Capitolo 4~Baby Victor

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-Tu sei fissato col calcio- sospirò il piccolo. Arion, appena usciti, lo aveva portato al campetto per fare due tiri.
-Tanto ti diverti- ribatté il castano.
-Credici-
-Non sei cambiato più di tanto...- borbottò Arion. Nonostante fosse piccolo Victor era comunque molto bravo. Giocarono una buona mezz'ora e poi andarono a pranzare fuori. La giornata stava passando tranquillamente.
-Appena finiamo torniamo a giocare?- chiese Arion.
-E se andiamo a casa mia a giocare a qualcos'altro?- propose il blu.
-Va bene- acconsentì Arion leggermente dispiaciuto.

-Che vuoi fare?- chiese il maggiore.
-Baciarti- disse Victor guardandosi intorno per trovare qualche vecchio giocattolo lasciato in giro a caso. Arion arrossì subito.
-C...Cosa?-
-Baciarti. Piccolo o meno resto io- disse il blu guardando il castano.
-Ma...-
-Abbassati- disse deciso il piccolo. Arion rimase interdetto, ma poi fece come gli era stato ordinato. Il blu si mise in punta e gli baciò la fronte, poi le labbra. Ad Arion sembrava tutto uguale, come se il suo ragazzo non fosse davvero intrappolato nel corpo di un bambino. Il castano lo prese in braccio alzandosi e Victor gli accarezzò i capelli. Si staccarono per riprendere aria e Victor disse ad Arion di sedersi sul divano. Appena lo fece, il blu tornò all'attacco. Baciò il maggiore spingendolo su divano e facendo aderire la sua schiena al divano. Nonostante fosse piccolo, era tutto uguale. Lui che dominava e l'altro che si faceva dominare. I due ragazzi si erano completamente scordati di come stava il blu.

-Eddai... Non è proprio grave...- cercò di convincerlo Arion, ma il blu non ne voleva sapere. Stava steso sul divano a braccia incrociate borbottando insulti a nessuno in particolare. I due avevano approfondito fin troppo il loro bacio ed erano finiti entrambi nudi sul divano ma, quando Victor provò a penetrare dolcemente il suo ragazzo, rimase pietrificato. Essendo bambino l'aveva troppo piccolo per Arion, e così dovettero rinunciare e rivestirsi. Ma Victor era più incazzato che mai.
-È grave per me quindi taci-
Arion rimase male a quelle parole, così si alzò dicendo all'altro che prendeva qualcosa da mangiare. Ma il blu capì cosa passava per la testa del suo ragazzo, allora decise di fare una cosa che a lui pareva stupida, ma che al suo ragazzo avrebbe riempito il cuore di gioia. Si chiuse in camera sua e iniziò a disegnare. Disegnò un grande cuore rosso e tentò, per quanto riuscisse, a fare un ritratto ad Arion. Poi scrisse sotto al cuore 'Ti amo Arion, anche se mi capita di trattarti male'. Victor era abbastanza soddisfatto del suo lavoro. Nonostante fosse un bambino, era riuscito a fare un disengo molto bello. Quando uscì dalla camera trovò Arion steso sul divano a dormire. Ora tra i due il bambino sembrava lui. Victor sorrise dolcemente. Non era da lui, ma quel ragazzo lo mandava in tilt. Lanciò un'occhiata all'orologio. Le nove di sera. Lasciò il disegno che aveva impiegato ore a fare sul tavolino e si stese tra le braccia del suo ragazzo che lo strinse a se istintivamente.

Il mattino dopo Arion si ritrovò abbracciato ad un Victor di età normale.
-ODDIO!- urlò -SANTO BYRON VICTOR!-
-Che vuoi?- mugulò il blu che quando sentì la sua voce capì perché il suo ragazzo l'aveva svegliato. Si mise di scatto a sedere e si guardò.
-Sei tornato normale!- esultò Arion abbracciandolo. Ci mise poco a notare il bigliettino sul tavolo.
-E questo cos'è?- chiese curioso. Victor fece per prenderlo borbottando un 'Niente' ma il castano fu più veloce e lo prese. Il blu si alzò imbarazzato.
-Awwww. CHE COSA CARINA!- disse allegro Arion alzandosi anche lui e saltando addosso al suo ragazzo.
-Già. Ora finiamo ciò che non abbiamo potuto finire ieri- sorrise malizioso il blu baciando Arion con foga e desiderio. Gli sfilò la maglia e iniziò a lasciargli una scia di baci umidi sul collo e petto, fino ad arrivare ai capezzoli che iniziò a mordicchiare facendo gemere il castano. Inutile specificare ciò che avvenne dopo.

I due ragazzi erano stesi sul divano, a coccolarsi, felici che quella situazione fosse finita.

4 bambini e tanti disastriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora