eleven.

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Il vento tra i capelli, le braccia aperte, l'aria che sfiorava delicatamente la mia pelle pallida, la sensazione di cadere nel vuoto, il pensiero di libertà, di poter volare via da ogni problema.

Mi sentivo vivo, libero, bene.
Era una sensazione nuova, sembrava piacevole, bella.

Non pensavo minimamente alle conseguenze che mi avrebbe portato quell'azione.
Tanto alla fine, mi sarei distrutto per Frank.
Per salvare lui.
Per l'unica persona che abbia mai amato.

Poi d'un tratto ci fu lo schianto con l'acqua, pesante, brusco, forte.
Ma piacevole sentire l'acqua bagnarmi poco a poco fino a prendermi tra le sue braccia e farmi sprofondare sul suo fondo.

Il mio corpo che cercava ossigeno per vivere, bisognoso; io che non acconsentivo a darglielo, io che volevo solo annegare in quelle acque di solitudine, da solo come ero stato sempre.

Lo scontro con il suolo sabbioso, bagnato, leggermente morbido. Poi il buio, non sentivo più nulla, non vedevo più nulla, non percepivo più nessuna emozione, niente di niente; solo il buio.

-

Mi sentivo leggero, probabilmente ero già morto.
Forse ora starò camminando per il purgatorio come raccontava Dante.
Chissà se finirò all'infero o al paradiso.
Non credo di esser stato così peccatore in vita mia, non ho mai fatto nulla di male.

Ho amato un ragazzo.
È un peccato amare qualcuno indipendentemente dal suo sesso?
Credo proprio di no.
Ma se magari Dante credeva che lo fosse, allora andrò all'inferno.
Ma ci andrò felice, perché almeno una volta le mie labbra hanno toccato quelle di un angelo.

Vidi una luce accecante bianca -è per caso così il paradiso?-
I miei occhi si aprirono, vidi la sponda del fiume, l'erba bagnata dalle acque di questo, il sole ormai scomparso e la luna prendere il suo posto, e alzando lo sguardo incontrai il ponte da cui mi ero lanciato provando a prendere il volo.

No, altro che paradiso.
Sono vivo.
Sono ancora nel mio inferno.

Sentii una voce arrivarmi ovattata alle orecchie, mi girai immediatamente verso questa, notando un ragazzo più o meno della mia età sedermi vicino.

"Oh, sei vivo."

Vivo?
Perché, la mia è vita?

"Sfortunatamente si.."

Dopo quella frase, il ragazzo rimase in silenzio con in viso un espressione tra il dispiaciuto e il perplesso.

"Cioè, aspetta io non... non volevo far nulla... non sapevo realmente che facevo ero solo molto... stanco e... triste, ecco."

Annuì in risposta, guardandomi, accennando un sorriso alzando un angolo delle labbra.

"Stavo facendo un giro di qui e ti ho visto in pericolo, stavi affogando e... volevo dare una mano."

Infondo voleva solo aiutarmi, e io non so perché ho fatto tutto ciò. Poter volare, assurdo. Questo è un suicidio vero e proprio.

"No scusami tu se ti ho dato questo disturbo, io... non dovevo farlo e basta. È che mi sono successe tante cose brutte e volevo solo finirla qui."

THE GHOST OF YOU.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora