31 - Wise

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La serata è proseguita a meraviglia finché siamo rimasti a cena al locale: l'atmosfera leggera e chiassosa conferiva quella sensazione si benessere che mi ha fatto davvero apprezzare il tempo trascorso; le portate erano deliziose e la torta, preparata da Jonathan con tanta cura, bellissima e dal sapore paradisiaco, tanto che ne ho mangiate due belle fette, il che è sconsigliabile se poi l'intenzione è quella di andare a ballare, ma io sono stupida e masochista e preferisco riempirmi lo stomaco di dolci piuttosto che stare leggera per dopo.

- Ti è piaciuta così tanto? - domanda Jonathan, stupito, mentre ingurgito l'ultimo boccone sfortunatamente rimastomi.

Annuisco velocemente, con l'espressione infantile di chi non potrebbe mai averne abbastanza.

Lui scuote la testa, divertito.

- Te la preparerò alla prossima occasione speciale. - promette.

- Perché devi aspettare un giorno speciale per farmela? - mi indispettisco.

Jonathan alza gli occhi al cielo.

- Domani, allora, ne faccio una esclusivamente per te, d'accordo? - ripropone.

Faccio un ampio sorriso. Adesso ci capiamo.

Leighton inizia ad aprire i regali e mi sembra piacevolmente sorpresa. Se sono riuscita a scegliere dei regali che apprezza sinceramente, posso ritenermi fiera di me.

Segue un giro di ringraziamenti, rinnovati auguri e poi Leighton ritira i regali: si fa aiutare da Jonathan e Bryan a caricarli nell'auto di Jonathan. Nel frattempo, io resto vicino a Michael, con Suzie e Becky che chiacchierano animatamente al mio fianco.

- Minnie, ti posso dire una cosa? - richiama la mia attenzione l'amico di Jonathan.

Mi volto verso di lui e annuisco.

- Ho notato una certa tendenza... Soprattutto tua... A battibeccare e cercare di imporre le tue idee a Jonathan. Tutto questo va bene, perché lui adora assecondarti in questo gioco e sono sicuro che fra voi appaia tutto diverso, un po' particolare...

- Ma? - lo esorto ad arrivare al punto.

- Tu sei più esperta di lui in relazioni e si vede. Stai attenta a non faro soffrire, perché non se lo merita. Lui non usa le ragazze, non si impegna proprio fin dall'inizio se una ragazza non gli piace. Quindi, visto che non è abituato a prendere in giro nessuno, assicurati di non farlo tu. Io sono suo amico da tantissimo tempo e voglio che sia felice. - spiega Michael, un po' in imbarazzo.

Forse non si aspettava di intavolare questo discorso, non la prima volta in cui ci vediamo.

Ammetto che è strano sentire un punto di vista esterno così simile a quello interno. Ho sempre avuto l'impressione che Jonathan non fosse il tipo di ragazzo definito "cattivo" o "dongiovanni". Benché sia fisicamente attraente, il suo linguaggio del corpo comunica solidità e tranquillità, non spavalderia e pericolo; il modo stesso in cui si pone, in cui parla, in cui reagisce... È chiaramente di carattere mite, ma forte e determinato. Mai per un secondo l'ho creduto timido, fragile o insicuro.

- Grazie, è bello sapere che ha un amico sincero al suo fianco. Farò del mio meglio per renderlo felice. - affermo.

E, nel momento stesso in cui pronuncio queste parole, tutto il loro peso mi cade addosso. Sono pronta ad assumermi la responsabilità di condizionare il suo stato emotivo? Voglio davvero impegnarmi in quella che sta diventando una relazione a tutti gli effetti? Ho il coraggio di buttarmi a capofitto in una nuova relazione, adesso?

Sospiro, lasciando che parte del peso venga espirato fuori. Mi sento immediatamente più leggera.

Sistemati i regali, tutti noi come gruppo ci spostiamo all'esterno del locale e si pone il problema del trasporto: solo la macchina di Jonathan è disponibile, perché io e qualcun altro siamo venuti in taxi.

Improvvisamente, un'auto nera parcheggia davanti a quella di Jonathan. La portiera si apre e ne esce Liam.

Assolutamente sbigottita, resto a bocca aperta.

- Suzie! - esclamo.

- Liam! - esulta lei.

- Minnie. - mi saluta il mio ex.

- Suzie! - ripete Bryan.

Ci voltiamo tutti a guardarlo, con espressione interrogativa.

- Che c'è? Pensavo bisognasse partire da capo. - fa spallucce.

Jonathan si avvicina a me, nonostante fosse già al mio fianco.

- Okay, quindi si va al Brasilian? - domanda Liam, in conferma.

Peccato che io abbia già prenotato, altrimenti avrei disdetto volentieri. L'ultima cosa di cui ho bisogno è una discoteca dove Liam possa avere l'occasione di perseguitarmi.

Prendo per mano Jonathan e confermo la nostra destinazione, poi viene deciso che ci stipiamo tutti in macchina con lui, mentre Becky va con Liam e Suzie. Mi devo ancora riprendere dal tradimento vergognoso di cui si è macchiata Suzie. Lei conosce la storia e mi fa questo torto! Inammissibile.

E sono consapevole di tutta la faccenda moralista del "se non ti interessa più, cosa t'importa se stanno insieme?", ma almeno con me stessa posso ammettere che, inspiegabilmente, mi dà molto fastidio.

Forse c'è qualche complesso di possessività ancora non risolto in me.

- Vi manca solo fondervi insieme. Siete patetici. - mi viene a dire Liam, sottovoce, prima di incamminarsi di nuovo verso la sua macchina.

- Ma cosa vuoi?! - replico, irritata.

In realtà so cosa vuole da me, ma è una risposta a riflesso incondizionato, una sorta di automatismo.

È il mio modo di esprimere frustrazione.

- Tutto bene? - si assicura Jonathan.

Gli altri passeggeri si sono sistemati dietro e apprezzo molto la loro decisione, nonostante Leighton sia la festeggiata oggi e meriti di stare sul sedile davanti.

- Jonathan preferisce te lì vicino. - risponde lei, quando le faccio notare che ha il diritto di scegliere dove sedersi.

- Senza offesa, cugina, ma è vero. Cosa voleva quel verme? - mi si rivolge il diretto interessato.

Roteo gli occhi. Siamo già arrivati alla parte in cui gli affibbia nomignoli dispregiativi?

- Nulla, è il solito coglione. - sbuffo.

Jonathan non sembra soddisfatto della mia risposta vaga, ma non intendo insistere su questo e credo che, averlo capito, lo stia aiutando, nella mia ottica.

Mentalmente, aggiungo alla lista delle buone qualità di Jonathan quella della riflessione.

- Sai cosa mi dà più fastidio, Minnie? Il tuo continuo sminuire il problema, a tal punto che sembra che il problema non sussista affatto. - obietta poi.

Mi volto a guardarlo, stranita.

Che cosa sta blaterando?

- Io non sminuisco il problema, lo liquido momentaneamente. C'è differenza. - osservo.

- E lo liquidi per quale motivo... ? - prosegue, innestando la marcia per guidare.

Sbuffo e fisso le illuminazioni notturne di Londra per alcuni istanti. Trovo che l'ambiente assuma tutto un altro carattere di notte, con le illuminazioni artificiali, e che, per merito del buio, aleggi una certa magia che influenza i comportamenti umani.

- Perché siamo qui per festeggiare il compleanno di Leighton e non voglio creare situazioni difficili.

Jonathan mi lancia un'occhiata fuggevole, ma significativa, come per dirmi che la situazione è già difficile, indipendentemente dal fatto che io la voglia affrontare oppure no.

Saggia osservazione. Peccato che io non sia in vena di fare la saggia stasera.

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Personalmente, odio quando pianifico di affrontare un problema in un dato momento, ma viene fuori che devo anticipare. A voi capita?

Love you 🍰

Sour, Sweet & Smart (#STYDIA)Where stories live. Discover now