Today - parte II

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Sul taxi che la portava all'indirizzo indicato, la ragazza ascoltò per l'ennesima volta la playlist che Jag le aveva lasciato.

"Cosa cazzo sto facendo?" pensava sulle note di Daydreaming dei Radiohead.

Arrivò davanti al suo portone nelle prime ore del pomeriggio. Un'altra porta chiusa si stagliava di fronte a lei, un altro tentativo gestito senza cognizione di causa l'aspettava dall'altra parte della soglia.

Suonò il campanello due volte e rimase in attesa per diversi minuti.

Jag aprì la porta all'improvviso, forse per sincerarsi di aver visto bene attraverso lo spioncino. Rimase immobile di fronte la ragazza, con la mascella dischiusa in un'espressione smarrita: non era abituato a ricevere le stesse improvvisate che invece amava fare.

"Alo. (Ciao)"

"Alo" le rispose quasi senza voce.

"Posso?"

Il ragazzo si spostò per farla passare.

Jane entrò con passo leggero, diede un'occhiata all'appartamento ordinato, asettico e dalla mobilia dai colori chiari: una TV col volume al minimo nell'angolo in fondo e un portatile acceso sul tavolo, fu tutto quello che assimilò prima di spostare l'attenzione su di lui.

Le parole le si accavallavano in bocca per dissolversi ancor prima di riuscire a prendere forma. Era assurdo, lontano da ogni qualsivoglia ragione: in meno di una giornata aveva stravolto ore e ore di solide considerazioni logiche.

"Jag. Fammi dimenticare."

Lui non rispose, irrigidito dalla consapevolezza di ciò che intendeva con quella semplice frase.

Glielo aveva chiesto così, come se potesse essere la cosa più facile del mondo, come se non servissero settimane di terapie solo per impiantare un singolo ricordo, come se non sapesse i rischi a cui sarebbe andata incontro. Scosse impercettibilmente la testa, in un misto di incredulità e fermezza a non voler accogliere quella richiesta.

Jane allora prese il lettore con le cuffie dalla tasca e glielo mostrò.

Ne rimase spiazzato: glielo stava restituendo? Stava rifiutando il suo regalo in seguito al suo diniego? Si era ridotta a un comportamento tanto infantile?

Continuava a non connettere quando la vide infilarsi uno degli auricolari. Aveva comprato delle cuffie wireless, per quale motivo? Si stava domandando talmente tante cose insensate e lontane dal fulcro della situazione che per la prima volta in vita sua si sentì stupido e ancor più stupido si scoprì quando lei gli infilò il secondo auricolare all'orecchio.

"Facciamolo." Deglutì.

Il ragazzo aggrottò le sopracciglia in un'espressione per niente divertita, lo stava per forza prendendo per il culo. Lei guardava la serie di emozioni che si alternavano su quel viso: in cinque minuti ne aveva vagliate più di quante non avesse fatto nell'intera settimana precedente. Decise però di darvi un taglio; buttò la borsa a terra, seguita poco dopo dal cappotto, dalla maglia, le scarpe e i pantaloni.

"Ce li hai i preservativi?"

Jag continuava a fissarla come un'apparizione mistica, scosse impercettibilmente la testa.

"Non hai proprio ascoltato niente di quello che ti ho detto, vero?" si chinò a prendere una scatola dalla borsa e recuperare il lettore mp3.

Il ragazzo si impose di riacquistare il lume della ragione, troppe cose discordanti stavano accadendo insieme.

"Perché?" riuscì finalmente a modulare una domanda.

"Per questa" e fece partire la canzone che si diffuse dagli auricolari di entrambi.

Le Ceneri della Fenice 3 - Broken Strings - CompletoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora