spring day - vkook

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'Chi non dimostra ciò che sente, perde ciò che ama'

Recitava così il biglietto che Jungkook si era ritrovato la mattina seguente nell'armadietto. Era anonimo, ma poteva benissimo capire che la scrittura apparteneva a Jimin, ripensando anche al discorso del giorno precedente a ricreazione.

Sorrise istintivamente a vedere quanto ci tenesse Jimin, e lo sapeva benissimo che avrebbe sempre potuto contare sul suo appoggio.

Jungkook prese il biglietto e lo infilò nella tasca del suo Monclair, mentre usciva dall'edificio.

Erano le quattro e mezza e per colpa dell'inverno il buio era già calato; Jungkook sbuffò.

Detestava l'inverno con tutto se stesso.

Il freddo, la pioggia, il freddo, il buio, il freddo...

E il freddo.

Non vedeva l'ora che l'inverno finisse, per lasciare spazio alla sua stagione preferita: la primavera.

Fiori, colori pastello e tante, tante foto artistiche all'aperto.

Ben presto tornò nella sua calda dimora e non poté fare a meno di sospirare di piacere quando lo invase una calda brezza, appena varcò l'ingresso di casa sua. Sua madre lavorava fino alle sette e mezza quel giorno, perciò aveva il pomeriggio libero per fare ciò che voleva, senza che sua madre lo obbligava ogni cinque minuti di studiare.

Decise di stendersi un po' a letto dato che in quei giorni aveva dormito pochissimo. Rimboccò le coperte del suo letto a due piazze e si infilò con rapidità; accese l'abatjour del suo comodino e chiuse gli occhi e si addormentò, pensando ai suoi occhi a mandorla preferiti.

<<Voglio stringerti la mano e andare dall'altra parte del mondo, ponendo fine a questo inverno.
Vieni a prendermi Taehyung, non ho abbastanza coraggio.
Ti aspetto, sono qui.>> disse il minore prendendo la sua mano e con l'altra avvicinò le punte dei loro nasi.

Il grigio gli accarezzò una guancia e Jungkook rabbrividì al contatto.

<<Jungkook svegliati!>> ma non era la sua voce calda e roca, bensì quella di sua madre.

Era tutto un sogno, un fottutissimo sogno, ancora.