Prologo.

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Un rumore, come fosse un ultrasuono, si ripeteva fastidiosamente nella testa del ragazzo disteso sul letto in infermeria.
Stava ancora sognando il minuto dirigente della mafia dai capelli rossi... e non sembrava fosse un sogno piacevole.

Era tutta colpa di quello strano proiettile che lo aveva colpito sul braccio.
Non vi era polvere da sparo all'interno, ma solo un sonnifero e una sostanza sconosciuta che il corpo di Chuuya doveva aver già assorbito.

Dopo vari movimenti bruschi dovuti al sonno,Chuuya aprì lentamente le palpebre potendo così trovare dinanzi a se il soffitto bianco di quella stanza.
Si voltò con il capo di lato e sentì scricchiolare le sue ossa, sentiva il suo corpo strano, indolensito, e aveva una stranissima sensazione, ma non riusciva bene a comprendere il tutto, l'effetto del sonnifero era ancora attivo.

Piano  e con difficoltà sollevò il busto poggiandosi al cuscino.
Perché sentiva il suo petto così pesante? 
Perché si sentiva come se qualcosa mancasse?

Sbatté le palpebre e abbassò lo sguardo sul suo corpo.

Cos'é uno scherzo?!

In quel momento credette di esser pazzo ed era l'unica spiegazione possibile.
Aveva le visioni?  Probabilmente.

Quel proiettile doveva averlo fatto rincretinire, la sua carriera sarebbe finita così presto,  tutta la sua vita sarebbe stata vissuta rinchiusa in qualche manicomio.

Il suo petto era ora dotato di un morbido seno, non era troppo prominente, ma neanche come una prima, dopo aver visto questo, aveva paura di controllarsi lì sotto.

Fece scendere lentamente le mani al suo seno.

Lo oltrepasseranno vero?!  Non esiste questo seno!

Toccandolo ne sentì la sostanza e sbiancò.
Come poteva essere successo?!

-Chuuuya! - urlò una voce a lui familiare entrando dalla porta e beccandolo in flagrante.

Il rosso saltò in aria sfilando le mani e tirandosi su tutte le coperte, era un inutile tentativo di nascondere il suo corpo che trovava imbarazzante.
Ma se il moro lo avesse visto allora lui non sarebbe stato pazzo!

-Wow... - Disse solo il moro rimanendo interdetto. -Chuuya ti prego... suicidati con me! 

Fu quello l'inizio, per il rosso, di una terribile ricerca per tornare allo stadio normale, nel tentativo di non venir trascinati dal suo odioso, pervertito e folle partner.

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