21- RIMPIANTI

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¤¤¤Eren¤¤¤

Quando gli amici di Levi entrarono nella sua stanza d'ospedale, potei notare che essa venne pervasa da una nuova atmosfera. La ragazza dai capelli rossi si attaccò al collo del corvino, il quale aveva un meraviglioso sorriso dipinto sul suo volto; non l'avevo mai visto così felice, ma sono comunque contento che ci sia qualcuno che lo faccia stare così bene. Anche se quel qualcuno non sono io.

Pure sulle mie labbra alleggia un piccolo sorriso. Non c'è motivo che resti. Sono sicuro che i suoi due amici gli faranno passare una bella giornata.

Mi alzo dalla sedia e vado a prendere la giacca, la quale indosso una volta uscito dalla stanza. Nessuno si è accorto che me ne stavo andando, ma va bene così. Una volta fuori dall'ospedale, provo a cercare un taxi, eppure non ne vedo nemmeno uno. Sono tutti in pausa pranzo? Eppure dovrebbe essere già passata da un po'. Sbuffo infastidito e mi decido ad andare via a piedi. Fa bene un po' di movimento, soprattutto se accompagnato da musica classica, nonché la mia preferita durante le passeggiate.

La mia playlist mi consiglia Nuvole Bianche di Enaudi. Ricordo che quando ero bambino la sapevo suonare perfettamente, oggi non so se ne sono ancora in grado, ma purtroppo un pianoforte mi costerebbe troppo e non ho nemmeno lo spazio in cui metterlo.

Quando la musica parte, vengo pervaso da un senso di nostalgia, che però viene sostituito dal rimpianto; ho quasi fatto ammazzare il mio ragazzo perché sono troppo debole per difendermi da solo. È cosi frustrante.

Avendo bisogno di qualcuno con cui sfogarmi, decisi di chiamare Armin, ma senza successo. Magari è impegnato. Osservo l'orario e noto che sono quasi le 3 del pomeriggio. Effettivamente, lui a quest'ora lavora part-time al bar. Maledizione, non ci voleva: con Mikasa non parlo nemmeno sotto tortura, Jean è troppo stupido per capirmi, mentre Connie e Marco hanno costantemente la testa fra le nuvole. Forse potrei parlarne con Anya, ma anche lei, purtroppo, ha il difetto di non saper ascoltare. Historia non saprei, potrei provare, ma non abbiamo quel rapporto stretto. Penso, a sto punto, che la persona più adatta sia Annie.

A quel punto, decido di dirigermi verso il Titan per vedere se la bionda si trovasse lì. Prendo una scorciatoia, ovvero una strada che passa per un parco poco frequentato se non da qualche vecchietto. Ne intravedo uno seduto su una panchina con ai piedi una scatola che si muove da sola. Andandogli vicino, notai che al suo interno c'erano quattro cuccioli di cane, penso siano pastori tedeschi.

I miei occhi si illuminano e mi accuccio davanti a loro, accarezzandogli il morbido pelo. Il signore si fa scappare una piccola risatina ed io rido con lui. «Ma sono bellissimi!» commento, guardandoli uno ad uno. I loro occhi erano tutti marroni, tranne uno che ne aveva di colore verde scuro.

«La mia Lucy ha fatto i cuccioli» mi informa, appoggiandosi al bastone che aveva tra le mani per inclinarsi verso di me. «Ne vuoi uno, giovanotto?» domanda cauto. «Purtroppo nessun passante ha voluto prenderne nemmeno uno ed io non posso tenerli» racconta, grattandosi il mento ricoperto da una folta barba bianca.

«Mi piacerebbe signore, ma-» venni interrotto da uno dei cuccioli. Abbaiò e iniziò a saltellare dentro la scatola, disturbando uno dei fratelli che tentava di dormire. Quella scena scaldò il cuore e così mi convinse a prenderli tutti, inconscio del fatto che nemmeno io ho davvero la possibilità di tenerli tutti a casa.

Il signore anziano mi abbracciò pieno di felicità prima che me ne andassi e solo dopo aver attraversato tutto il parco, mi rendo conto della cazzata ormai fatta. Come me li permetto quattro cani nel minuscolo appartamento che mi ritrovo?

The Night Club GuyWo Geschichten leben. Entdecke jetzt