CAPITOLO 11

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Oggi è Lunedì e ció significa che inizia un'altra settimana di scuola e so di non essere psicologicamente pronta. Una luce invade la camera da letto e sento papino dire
"Buongiorno piccola"
con voce tenera mentre mi abbraccia. Io mi rotolo nel letto stiracchiandomi un po per poi finire tra le sue braccia.
"Eccola la mia bimba bellissima"
mi dice mentre sorrido con ancora gli occhi chiusi. Ci facciamo un po di coccole e vorrei tanto rimanere tutto il giorno a letto accoccolata al mio papino ma è proprio lui ad interrompere il bel momento...
"Piccola ora però è il momento di alzarsi, devi andare a scuola e io a lavoro"
la mia faccia si intristisce di botto
"Ma... papino ti prego non voglio andare in quel posto orrendo, non posso"
dico quasi piangendo.
"Amore capisco però devi per forza, la scuola è importante e se gli assistenti sociali dovessero scoprire che non ci vai più mi toglierebbero il tuo affidamento"
"Nooo"
grido disperata
"appunto piccola, perciò devi fare questo sforzo"
"ma papino non posso studiare a casa?"
chiedo con faccia interrogativa ma allo stesso tempo molto speranzosa.
Papino ci pensa un attimo
"bhe si potrebbe fare, peró mi devo organizzare perciò per ora dovrai ancora frequentare la tua scuola ok?! Un po di pazienza..."
faccio un grande sorriso con la speranza di non dover più andare in quella merda di posto e rispondo entusiasta
"Uh va bene papino"
mentre gli stampo un bacio sulla guancia.
Papino subito dopo mi getta con la schiena sul letto, lui un po più sopra e cominciamo a baciarci con passione. Dopo un po però papino controlla l'orario sulla sveglia sul comodino e sbarra gli occhi costatando che sono le 7:45 e siamo entrambi in super ritardo.
"Oddio è tardissimo"
grida mentre salta giu dal letto ed io faccio lo stesso fiondandomi in bagno.
Ci siamo preparati in tempo record e siamo in macchina sfrecciando velocissimo verso la scuola, la mattina mi accompagna papino mentre al ritorno prendo i mezzi poichè lui è ancora a lavoro e stacca alla 17.
Siamo davanti al cancello e dato che la campana è gia suonata non c'è nessuno in giro perciò ne approfitto per salutare papino con qualche bacio sulle labbra, poi scendo e corro in classe.
"Buongiorno signorina in ritardo"
esordisce con molta poca simpatia l'insopportabile prof. di matematica, odio lei e la sua stupida materia.
"Buongiorno"
rispondo cercando di essere il più educata possibile per poi andare verso il mio banco ovviamente sotto le occhiatacce dei compagni.
Finalmente è ricrazione e ne approfitto per uscire un po in cortile e prendere un po d'aria fresca, anche se so che non restando sola in classe faciliteró le prese in giro. Come avevo supposto appena metto piede in giardino tutti si voltano verso di me, ora sono la ragazza senza genitori, morti perchè due poracci drogati e questi ragazzi con l'empatia pari a zero che si ritrovano al posto di essere gentili infieriscono come se non avessi già vissuto abbastanza schifo.
Mentre cammino qualcuno si limita a guardarmi, altri bisbigliano e il solito gruppetto prende per il culo ad alta voce credendo di essere ragazzi fighi e tanto "simpatici".
"Oh povera Elettra, forse ora starai meglio senza quella merda di genitori ma sicuramente farai la loro stessa fine, tanto poraccia gia ci sei"
dice Christian ridendo e avvicinandosi a me quando gli passo davanti,
"Vaffanculo"
trovo il coraggio di gridargli
"Oh si è ribellata El la sfigata, ma che paura..."
dice facendo finta di tremare mentre gli altri ridono
"Sei una povera puttana, fai schifo e non ti vuole nessuno"
mi risponde diventando più serio e tirando fuori tutta la cattiveria che aveva in corpo.
Io trattengo le lacrime ma appena si gira ridendo verso gli amici che gli battono il cinque, sbotto e gli tiro un pugno con tutta la forza che ho potuto raccimulare.
Mi scarico subito però appena vedo che cade a terra sanguinante, sbarro gli occhi e mi impietrisco un attimo per poi correre via tra la folla incredula.
Ricomincia la lezione ed io sono seduta rannicchiata sulla sedia maledicendo il fatto di non poter essere invisibile, la prof. è gia un pó che spiega e non c'è nessuna traccia di quel maledetto di Christian ma appena penso ció sento bussare alla porta
*toc toc*
"avanti"
risponde la prof. un po scocciata.
Entra il preside con Christian che va verso il suo banco mentre mi guarda con aria soddisfatta.
"Tu"
dice bruscamente il preside puntandomi il dito contro, io comincio a tremare un po
"nel mio ufficio,ora"
degludisco e mi alzo.

*Nell'ufficio del preside*
"Io capisco cosa ha passato signorina"
iniza il discorso sospirando e con aria fin troppo tranquilla
"ma ció non la autorizza ad assumere atteggiamente violenti all'interno della MIA scuola"
dice con tono più brusco
"ma io..."
cerco di difendermi ma non mi permette di dire niente,
"niente ma, lei è sospesa."
Sbarro gli occhi e non riesco a far uscire alcun suono dalla mia bocca, ma tanto so che sarebbe inutile perchè ho capito che con quest'uomo non si puo avere dialogo.
"Chiameró il suo tutore per metterlo al corrente e farla venire a prende"
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"Che mi combini piccola"
dice sospirando papino mentre entriamo in casa
"scusa papino ma non é colpa mia"
dico con voce piccola a testa bassa
"io so come sei bimba, raccontami cos'è successo"

"Piccola mia"
Papino mi abbraccia dopo che ho finito di raccontare il tutto e scoppio a piangere.
"Amore mio ti devo portare via da quel posto."
Papino mi prende in braccio e mi porta a letto
"shh calmati piccola ora ci sono io con te... tranquilla, è tutto ok"
mi consola mentre mi stringe e mi accarezza.

Daddy's Babygirl Where stories live. Discover now