CAPITOLO 9

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ELETTRA's FLASHBACK
-2 anni prima-
Sono le tre del mattino di un giovedì qualunque, quando mi ritrovo stesa nel mio letto a guardare il soffitto poichè non riesco proprio a farmi rapire da Morfeo! In realtá sono stanca e i miei occhi sono pesanti ma nonostante i miei sforzi non ce la faccio ad addormentarmi. In camera c'è un buoio totale e ad un certo punto noto uno spiraglio di luce provenire dal lato del letto e capisco che si tratta della porta che è stata leggermente aperta. Non so chi possa essere e sono un po spaventata cosi mi faccio piccola piccola sotto il piumino, lasciando giusto uno spiraglio per permettermi di respirare. Sento un passo pesante e sbattere contro le pareti, in più la persona che è entrata emette un suono roco con la voce per poi lasciar cadere a terra qualcosa che provoca il suono di un oggetto di vetro che si infrange in mille pezzi. Allora capisco, ora mi é chiaro...
È mio padre. Quel bastardo è ubriaco (sai che novità!!!) ma non capisco perchè sia entrato in camera mia, non è mai successo. Ora ho davvero paura, non so perchè sia qui, forse vuole farmi del male... sono nel panico e non riesco a muovermi se non tremare come una foglia. Decido che forse è meglio far finta di dormire cosi trovo le forze di girarmi su un fianco verso la porta, cosi che la luce gli permetta di capire che io stia appunto dormendo, stando attenta a restare ben avvolta sotto la coperta. Stringo gli occhi molto forte ma mi rendo conto che mio padre non se sta andando anzi, si avvicina al mio letto per poi sedersi su di esso affianco a me. Comincia ad accarezzarmi i capelli e la guancia con fare tenero, perciò comincio a tranquillizarmi credendo (irroneamente) che sia innocuo. Dopo qualche secondo però mi rendo conto di essermi totalmente sbagliata e che da li a poco sarebbe iniziato il mio peggior incubo. Mio padre, anzi questo essere schifoso mi volta con irruenza a pancia in su e per questo scatto improvviso non posso fare altro che spalancare gli occhi spaventata.
"Che diamine vuoi"
"Stai zitta puttanella"
mi dice singhiozzando.
Mi toglie violentemente la coperta di dosso ed io cerco di tirarmi su ma lui mi blocca
"Ferma qua o sarà peggio per te"
Mi dice bloccandomi le spalle mentre mi scuote molto violentemente. Io resto traumatizzata perciò non riesco a fare altro che sbarrare gli occhi e sento che da essi sono pronte ad uscire delle lacrime.
Comincia a sfilarmi i pantaloni del pigiama cosi da questo gesto capisco le sue intenzioni, perciò non resisto e il mio volto viene inondato da lacrime taglienti mentre resto immobile e riesco solo a far uscire un debole suono dalla mia bocca simile ad un "aiuto" strozzato. Mi toglie anche le mutande e si avvicina al mio volto
"Tranquilla stronzetta che ti piacerà"
mi sussurra all'orecchio con tono viscido, vengo inondata dalla puzza di alcool e ci è mancato poco che vomitassi. Ho paura, sono incazzata ma allo stesso tempo non riesco a fare niente, non ho le forze di ribellarmi perciò sto qui ferma, a sperare che tutto finisca in fretta. Sono vergine ma a lui non frega niente, per lui non sono sua figlia, per lui non sono neanche una persona. Si sbottona i pantaloni e li sfila seguiti dai boxer, mi fa schifo guardare ma dopo poco il mio problema è ben altro. Entra con il suo membro duro violentemente dentro di me, dopo questo gesto non posso fare altro che cacciare un grido acutissimo e straziante. È un momento orrendo, mi sta distruggendo sia fisicamente che emotivamente e ho paura che non ce la faró più a vivere dopo questa esperienza. Comincia a spingere con ben poca delicatezza e i suoi gemiti di piacere si fondono com le mie grida di dolore ma ció pare non disturbarlo affatto. Sono stremata e non ho neanche più le forze di gridare perciò resto immobile, sotto quell'uomo, a ridurmi a piangere in silenzio e a fare smorfie per la grande sofferenza. Dopo un po mi sento liberare e capisco che è uscito da dentro di me ma non ce la faccio neanche ad amettere un sospiro di sollievo dalla stanchezza. Non si degna di fare o dire niente, semplicemente se ne va incurante dell'accaduto chiudendosi la porta alle spalle, lasciandomi li sofferente, sanguinante e distrutta come se niente fosse accaduto.
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Non riesco a trattenere le lacrime mentre rivango questa storia e posso notare un'espressione mista tra schifo e dispiacere sul volto di Cole.
"Piccola mia"
mi dice per poi buttarmisi addosso e stringermi forte forte.
"Mi dispiace tanto per tutto quello che hai dovuto vivere. Stai tranquilla che io non farai mai niente senza che tu sia totalmente d'accordo. Io ti amo e da adesso in poi come starai bene, ti tratteró come la mia piccola principessa. Ti faró superare anche questa, non ricorderai niente del tuo passato e da oggi vivrai una vita stupenda con me te lo prometto".
Con queste parole riesce a farmi spuntare un piccolo sorriso perchè sono sicura che questo nuovo papà mi farà stare davvero bene.
"Ti amo"
gli dico con voce tremante per poi stringermi a lui
"Anche io piccola bimba mia, anche io"
mi risponde papino con tono dolce e rassicuramente per poi accarezzarmi il volto e stamparmi un bacio casto sulla guancia rossa.

Daddy's Babygirl Where stories live. Discover now